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Autore: mamie    23/03/2012    2 recensioni
Una scenetta dedicata alla notte dei fuochi (un po' in ritardo). E se anche gli Esorcisti facessero la focarina di San Giuseppe?
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allen Walker, Rabi/Lavi, Yu Kanda
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Scherza coi fanti e lascia stare i Santi'
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 LA FOCARINA

Qualcuno, nelle alte sfere, disapprovava, ma in genere li lasciavano fare considerandolo un passatempo innocuo.
La vigilia di San Giuseppe preparavano la focarina. Ammassavano nel cortile una gran quantità di legna secca, potature, vecchi mobili rotti, stracci, cartacce e ogni sorta di combustibile che gli potesse venire in mente.
Al comparire delle prime stelle accendevano il fuoco. Prima le fiammelle timide baluginavano tra i rami come se stessero per spegnersi, poi piano piano la legna secca prendeva crepitando e dal mucchio si alzavano nuvole di fumo. Infine le fiamme cominciavano a ruggire alte, lanciando al cielo scintille che andavano a rivaleggiare con le costellazioni.
A volte ballavano, sgangherati girotondi a ritmo di qualche violino o di qualche flauto uscito fuori per caso. A volte bevevano il vino vecchio spillato direttamente dalle botticelle portate sui carretti. A volte mangiavano patate o uova cotte nella brace, o salsicce abbrustolite direttamente sulla fiamma. E poi, eccitati e un po’ ubriachi, i ragazzi si sfidavano nell’antico rito di saltare il fuoco.
Lo facevano tra schiamazzi e grida gioiose di incoraggiamento, passando tra le fiamme come diavoletti dispettosi.
 
La prima volta Allen li aveva guardati un po’ titubante.
- Avanti, vieni! – lo aveva incoraggiato un Lavi con i capelli bruciacchiati e una guancia sporca di fuliggine, mentre continuava a saltare allegramente attraverso le fiamme crepitanti.
Allen ammirava meravigliato Marie che ci passava in mezzo lentamente, come se non sentisse affatto il calore, e Kanda che, nonostante la lunga coda svolazzante, ne usciva senza neppure una strinatura. Guardava Lenalee che batteva le mani e Miranda che, strano a dirsi, si era addormentata in un angolo (forse era il vino?). I generali sorridevano indulgenti chiacchierando ai bordi dell’ombra e lasciando ai giovani quel gioco un po’ selvaggio e pagano, quel rito di purificazione che bruciava insieme al fuoco le sconfitte e la paura del domani.
- Allora! – tornò ad apostrofarlo Lavi tendendogli una mano.
Allen si accorse con imbarazzo che Kanda l’aveva afferrato saldamente dall’altra parte.
Se lo trascinarono dietro come un pupazzetto a molla e poi si lanciarono insieme tra le fiamme. Allen sentì il calore, solo per un attimo, una vampata potente come un lampo, una luce accecante, poi subito di nuovo l’aria fresca e umida della notte sul viso. Atterrò con poca grazia, sentendo l’odore del fumo che gli si era attaccato alla pelle, e poi rise, rise di una gioia così viva e immediata come rideva da bambino guardando i giochi di prestigio di Mana. Rise e gridò e bevve ancora e saltò ancora, finché la notte si confuse col chiarore e la luce del fuoco con la cenere.
Non si ricordò di qualcuno che lo metteva a letto. Soltanto l’odore di fumo che aveva ancora addosso gli diede la certezza, al mattino dopo, che non era stato tutto solamente un sogno.
  
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