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Autore: sebaldar    23/03/2012    3 recensioni
Non aveva detto niente a suo padre, che lo andava a raggiungere a Siracusa, dove lavorava. Da quando aveva questo nuovo lavoro lo vedeva sì e no una volta ogni due mesi, e sempre di fretta, e lui era da zia nina, non che si trovasse male, dalla zia nina, ma solo suo padre poteva riempire il vuoto che lo prendeva, e anche se la casa di Siracusa è piccola lui poteva dormire in un angolo, che tanto non dormiva, la notte, la notte pensava.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note dell’autore

Nel quarto episodio della nuova serie Il giovane Montalbano Salvo racconta a Livia il motivo dei suoi brutti rapporti con il padre.

Racconta Montalbano a Livia, sulla spiaggia davanti a casa sua:

Quando io ero un ragazzino, mio padre mi mancava da morire. Un giorno decisi di caliare la scuola, di non entrarci, e di andare a trovarlo a Siracusa, dove lavorava. Quella fu la pensata peggiore della mia vita. Non mi sarei mai immaginato di vedere quello che alla fine ho visto.”

Ti presentò la sua compagna?” gli chiede Livia.

Lui non è che avesse una semplice relazione così come ti ha detto lui, conviveva con questa persona la quale aveva giàd ue figli da un precedente matrimonio. S’era rifatto una famiglia, quando quella di Vigata gli era mancata.”

In questa fanfiction racconto come mi sono immaginato il viaggio del piccolo Salvo a Siracusa.



La pensata peggiore della mia vita

Il caldo era soffocante.

Quella mattina aveva caliato la scuola e preso la prima corriera .

“A Siracusa debbo andare”, aveva detto al bigliettaio mostrando un paio di banconote stropicciate da mille lire.

Il bigliettaio gli aveva spiegato che doveva cambiare corriera, a Caltagirone, ma che doveva aspettare una buona mezzorata.

Non aveva detto niente a suo padre, che lo andava a raggiungere a Siracusa, dove lavorava. Da quando aveva questo nuovo lavoro lo vedeva sì e no una volta ogni due mesi, e sempre di fretta, e lui era da zia nina, non che si trovasse male, dalla zia nina, ma solo suo padre poteva riempire il vuoto che lo prendeva, e anche se la casa di Siracusa è piccola lui poteva dormire in un angolo, che tanto non dormiva, la notte, la notte pensava.

La corriera stava ripartendo.

La scuola poteva seguirla anche là, non avrebbe dato disturbo, si alza da solo, la mattina, senza che nessuno debba chiamarlo, e si prepara la colazione, da solo, non buona come la faceva la mamma, si capisce, e se papà era impegnato al lavoro poteva pensare lui anche a cucinare ché lui la mamma la guardava, cucinare, ed era più brava di zia nina, ma questo non poteva dirlo, a zia nina.

Pensare alla mamma in cucina gli aveva fatto venire fame, e deglutiva guardando il panino della donna seduta vicina, che gliene offre un pezzetto, con un sorriso.

Abitava sul mare suo padre, lo sapeva ché lo aveva sentito una volta dalla zia nina, era in Dionisio, corso o via, ma il numero sì, il 35, lo ricordava bene, l’età della mamma.

Segue le indicazioni, già che l’autista conosce Siracusa, la strada si chiama Riviera Dionisio il Grande, in fondo a sinistra, avanti due isolati e poi giù verso il mare, l’odore del mare lo avvolge, e gli prende l’ansia di arrivare, segue i numeri di corsa e infine la vede, un poco isolata, non come l’aveva immaginata, è più grande, la sensazione di non essere al posto giusto, ma chiara la targhetta sentenzia: “Montalbano”.

Il campanello suona e gli apre un ragazzo, più grande di lui, ma di poco, non riesce a dire parola, il ragazzo chiama la madre con voce acuta.

“Cerchi qualcuno giovanotto?”.

“No, niente, mi scusi, devo avere sbagliato”.

  
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