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Autore: Kiki87    23/03/2012    3 recensioni
E se dietro il cosiddetto "ammiratore segreto" di Kurt si fosse nascosto qualcun altro? A quale pro? Che cosa potrebbe mai giovare un confronto tra due realtà completamente antitetiche: il romanticismo e la dolcezza di Kurt contro la superficialità e l'arroganza di Sebastian?
[...] “Non vorrei un guardone a distanza ravvicinata quando Blaine arriverà".
"Secondo il biglietto è in ritardo”
"Forse sta aspettando che tu ti eclissi e, di sicuro, non è l'unico”. [...]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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glad you're interested

Glad you're interested.



"Che cosa vuoi Sebastian?".

Il tono era evidentemente stizzito e lo sguardo azzurro tradiva un impeto di insofferenza, così la voce più simile ad un sibilo rispetto alla più che delicata intonazione con la quale vezzeggiava i versi di una canzone.
Evidentemente, non tutto poteva andare liscio neppure quell'anno o probabilmente ogni volta che si avvicinasse quel giorno di metà Febbraio, San Valentino – nonché tutta la schiera di Santi in Paradiso – doveva decisamente star guardando da tutt'altra parte.

Soltanto l'anno prima si era visto fremente all'idea dell'esibizione di Blaine che questi gli aveva confessato di voler aprire il proprio cuore, complice quell'atmosfera stucchevole che sembrava contrastare persino la temperatura esterna. A ben pensarci, malgrado la serenità della vita di coppia, talvolta il pensiero di quell'illusione sembrava ancora bruciare qualcosa dentro di sé al ricordo del proprio shock alla rivelazione che fosse stato un altro ragazzo a conquistarne il cuore; un ragazzo di cui – per inciso – non conosceva l'esistenza fino a quel giorno stesso.

Era quindi comprensibile se, malgrado il suo sentimentalismo innato, avesse guardato alla ricorrenza dell'anno venturo con la segreta speranza che tutto fosse semplicemente perfetto. E questo spiegava l'arsura con cui si era vestito – cambiando sei volte gli abiti anziché tre come avveniva quotidianamente – nonché il modo in cui il suo sguardo azzurro vagasse nel locale alla ricerca di un ben preciso volto. Perché, checché si nascondesse dietro quell'espediente misterioso, non aveva dubbi che Blaine stesso avesse ricordato il disastroso San Valentino dell'anno precedente e volesse rimediare. Evidentemente aveva ben pensato di rientrare in anticipo per poterlo sorprendere – come se quel pupazzo gigante a forma di gorilla non lo fosse stato sufficiente, aveva pensato con una risatina insulsa chiedendosi distrattamente perché avesse scelto quell'animale di certo ben poco aggraziato – e probabilmente stava giusto macchinando un'entrata di scena a sorpresa.
Ripensò al giorno in cui, nel cortile del
McKinley, si era esibito in quella struggente versione di “Somewhere only we know” uno dei tanti brani che sembrava una perfetta colonna sonora alla loro love-story; il modo in cui attraverso la sua voce roca e soffusa aveva ribadito e in un modo per loro così congeniale che non vi sarebbe mai stata separazione fin quando i loro sentimenti fossero stati gli stessi.

Doveva quindi esser soltanto questione di istanti – probabilmente era nascosto dietro la colonna o qualcosa del genere – ma, con suo grande sgomento e sdegno, nell'alzare lo sguardo dal menù era stato un altro volto quello che aveva intravisto.
Non che avrebbe dovuto sorprendersi, dopotutto sembrava quasi un assioma inconfutabile il fatto che Sebastian Smythe
non avesse una casa privata – probabilmente l'Ohio non era degno neppure che lui ne inspirasse l'aria – ma non poteva negare che una simile visione in quel giorno fosse tutt'altro che congeniale alla sua idea di romanticismo.
Checché non si fosse pentito della propria condotta dopo il
fattaccio – anche se era stata un'ottima scusa per cui Blaine sarebbe 'teoricamente' rimasto fuori città per qualche giorno – non poteva certo dire di poter anche soltanto aspirare a scorgerne il profilo più di quanto non avvenisse per mera coincidenza nella scelta di un locale piuttosto che un altro.
E la sfortunata circostanza non era certo sollecitata da quell'espressione sorniona che esibiva mentre, il suo bicchiere di caffè tra le dita e la divisa della Dalton che a suo parere era stata
disonorata, sostava di fronte al suo tavolo.
Non soltanto.
Non gli era occorso un invito – se mai si fosse sognato di formularlo! - perché prendesse posto di fronte a sé e con fare apparentemente casuale cominciasse a sorseggiare la sua bevanda.
Taceva ma continuava ad osservarlo, le sopracciglia inarcate e il viso inclinato di un lato, l'angolo della bocca perennemente sollevato.
Evidentemente era soddisfacente l'idea di procurargli la nausea o, altrettanto probabilmente, la sua vita da “Ken versione bulletto” non aveva abbastanza stimoli in un locale pubblico nel quale non potesse esplicitare tutto il proprio potenziale... perverso.
Dapprima lo aveva guardato boccheggiante per quella presa di posizione dopodiché aveva provato ad ignorarlo – peccato che
quello rendesse qualcosa di lascivo persino il bere il caffè dal modo in cui schioccava la lingua sul palato per poi mugugnare in modo anche ben poco celato – e, infine, si era costretto a rivolgergli parola.
Sperò almeno si trattasse di qualcosa di rapido ed indolore.

"A parte masturbarmi pensando al tuo ragazzo?” domandò l'altro: aveva appoggiato il bicchiere sul tavolo ed incrociato le braccia al petto prima di stringersi nelle spalle, lo stesso sorrisetto beffardo e sardonico prima di sorridergli con finta cortesia

Mhm, sono a posto, per i prossimi venti minuti almeno".
Soggiunse in quello che doveva sembrare una confidenza amichevole ma che fece soltanto storcere il naso all'altro ragazzo prima di gettare un'occhiata al quadrante dell'orologio nel confutare un ritardo crescente all'appuntamento che gli era stato richiesto sull'ultimo bigliettino del cosiddetto 'ammiratore segreto'.
Alzò gli occhi al cielo, senza neppure guardarlo mentre rispondeva con uno stanco:
"Non voglio conoscere i dettagli della tua
sordida-vita-sessuale, grazie”. Si costrinse a tornare ad osservarlo, inclinò il viso di un lato e gli concesse un sorriso amabile che, nel linguaggio del loro fantomatico dialogo, equivaleva ad un'espressione di sprezzo e l'augurio di potersi presto liberare di quella vista abominevole.
Un rapido inarcamento delle sopracciglia e un lieve sgranare gli occhi prima di assumere una posa fintamente pensosa, lo sguardo fisso nel vuoto.
"Sor-di-da vi-ta sessua-le” ripeté quasi a volerne assaggiare il suono, le sillabe scandite lentamente (indugiando ovviamente su ciò che ricordava vagamente la parola 'sesso') mentre gli angoli della bocca si piegavano all'ingiù nel simulare una reale sorpresa prima di sorridere di quel sorriso più malizioso “ mi da' un'immagine così sexy”.
Sembrò prendersi qualche istante di mera contemplazione di se stesso, il mento tra le dita e un baluginio nello sguardo verde, un sogghigno gutturale a sgorgarne dalle labbra.

Dovrei cominciare a stuprarmi più volte al giorno".
Kurt socchiuse gli occhi ed inspirò lentamente, cercò di controllare il tic nervoso con cui la mano destra tambureggiava sul tavolo allo stesso ritmo con cui il piede pestava il pavimento.

Decisamente quel San Valentino non stava andando secondo i propri idilliaci programmi: Blaine stava ritardando e la presenza di Sebastian avrebbe soltanto corroso e sfibrato ulteriormente la sua pazienza nonché avvelenato il suo umore il che, probabilmente, era il motivo stesso per cui aveva avuto la malaugurata idea di presentarsi. O anche semplicemente di venire al mondo, se tale pensiero non fosse stato intriso di un egocentrismo che soltanto Sebastian stesso poteva permettersi.
Senza contare che la sua naturale discrezione riguardo la vita privata altrui era particolarmente sofferente al dover anche soltanto comprendere qualche allusione ben poco velata.

Te ne vuoi andare?".
Chiese, infine, tradendo nel tono pacato una nota di stanchezza ma Sebastian neppure parve averlo sentito: aveva ripreso a sorseggiare il proprio caffè e lo stava scrutando quasi curiosamente.
In effetti, constatò distrattamente, non aveva ancora fatto alcuna allusione al proprio abbigliamento, uno dei principali motti del suo divertimento a proprie spese. Non che poi ne avesse tanto diritto visto che, al di fuori di quella divisa, l'unica circostanza in cui lo aveva visto in abiti casual, non gli era parsa particolarmente interessante.
"Mi stavo giusto domandando – le sue elucubrazioni furono interrotte da quel suo risollevarsi nell'osservarlo, il viso inclinato di un lato - ci sei nato con quella faccia da checca o forse quella è subentrata dopo, quanto ti sei castrato per raggiungere le note alte?".
Il tambureggiare delle dita sul tavolo si era interrotto bruscamente: aveva sentito un effluvio di calore salirgli pericolosamente verso il viso ma si era imposto di continuare a sorridere.
Di quel sorriso più falso ed ipocrita che potesse curvargli le labbra solo per mera soddisfazione di non fargli credere di poter facilmente condizionare il suo umore. Seppur in quel momento l'idea di versargli addosso il suo stesso caffè fosse particolarmente suggestiva. Seppur esibisse una faccia da stronz-
'No, Kurt, hai affrontato cose ben più gravi, lascialo parlare: la migliore vendetta sarà sul palco'; si ripeté.
Dopotutto, probabilmente quella critica non faceva che celare un certo timore delle sue doti canore.
Era bello illudersi per qualche secondo; almeno non avrebbe dovuto pensare che fosse una propensione naturale del ragazzo quella di essere una spina nel fianco di chiunque ne suscitasse l'antipatia.
"Sei esilarante, davvero” lo stesso sorriso affettato seppur gli occhi fossero stretti in due fessure e l'altra mano fosse chiusa in un pugno “ mi piacerebbe fingere di continuare a gradire questa conversazione... o forse...” si era interrotto e il suo sguardo era apparso vagamente perplesso mentre l'altro, ignorandolo bellamente, si era sporto dallo schienale della propria sedia.
Lo sguardo verde era sfacciatamente rivolto a, Kurt trasalì per l'imbarazzo, un ragazzo che con una stecca tra le mani, era chinato verso il tavolo da biliardo. O meglio, al deretano dello sconosciuto e che Sebastian stava analizzando con dovizia di particolari a giudicare da quel sorrisetto perverso nonché a quel fischiare compiaciuto prima di voltarsi di nuovo.
Notando lo sguardo interdetto dell'altro, inarcò le sopracciglia.

Mh?” domandò in tono amabile e distratto, un sorriso beffardo e un ammiccamento insolente “mi sono distratto ma devo guardarmi intorno ogni tanto: non sia mai la visione prolungata della tua faccia da checca mi procuri l'impotenza mentale e fisic... oh, no. Pericolo scampato”.
Aveva aggiunto, lo sguardo adesso rivolto al di sotto della propria cinta e Kurt aveva esalato scandalizzato, arretrando con la propria sedia, quasi temendo che i geni dell'altro potessero sconfinare il tavolino e riversarglisi addosso.
Una risata era susseguita a quel gesto e Sebastian si era sporto verso il tavolo, il viso inclinato di un lato e l'alone più malizioso a farne scintillare gli occhi.

Assumi quell'espressione quando Blaine si spoglia?” aveva domandato, il tono roco in quel bisbiglio quasi si stesse figurando la scena seppur il sorriso fosse ancora evidentemente di scherno “immagino sia un buon presagio per me”.
Difficile dirsi quale fosse la reazione più sentita in quel momento: se la vergogna e l'indignazione per una simile e sfacciata domanda, nonché l'evidente presa in giro su questioni così personali; o quell'allusione all'evidente interesse che nutriva per il suo ragazzo.

Non tutti hanno bisogno di sbandierare la loro vita privata per convivere con se stessi". Aveva commentato nel tono più dignitoso e pacato che gli fosse riuscito a tradurre in suono, una volta che si fosse imposto di non reagire in altro modo al suo osare valicare i limiti di una conversazione decente.
L'altro si strinse nelle spalle “Bisogna pur averla una vita privata perché sia sbandierata” aveva continuato con quello stesso tono di scherno ma se si illudeva che Kurt scendesse al suo livello, il suo quoziente intellettivo era persino più basso di quello che gli avrebbe attribuito.
"C'è chi direbbe di essere lusingato dalle tue attenzioni” le sopracciglia inarcate, lo stesso sorriso educato malgrado il tono evidentemente sarcastico “sfortunatamente non è il mio caso”.
"I miei insulti ti eccitano?” aveva ribadito l'altro, il sopracciglio inarcato e le labbra schiuse prima di storcerle con evidente disgusto e abbassare lo sguardo.
Si era morsicato il labbro prima di tornare ad osservarlo, il viso inclinato di un lato e una smorfia di disappunto.

Mi sono appena... sgonfiato”.

Lo stridio prodotto dalla sedia da quel suo repentino movimento ne ferì i timpani ma aveva decisamente aspettato fin troppo; in qualunque posto si stesse celando Blaine avrebbe dovuto escogitare un ben altro stratagemma per raggiungerlo. Ne aveva ignorato la risata di scherno ma era trasalito quando, nella foga con cui si era alzato, aveva sentito il fruscio con cui la busta era caduta a terra.
Era stato un momento mortalmente lungo quello in cui i loro sguardi si erano incrociati.
La busta giaceva a terra vicino al tavolo.
Kurt aveva emesso un gemito e si sarebbe letteralmente tuffato sul pavimento se l'altro non fosse stato più rapido: aveva sentito il cuore sospeso in gola quando, con gesti indolenti, aveva stracciato la busta per poi leggere il contenuto del biglietto. Si era sentito congelare ma quando ormai era tornato padrone di se stesso per una reazione più degna, l'altro era già giunto alla conclusione.
Le sue labbra mimarono le parole “Il tuo ammiratore segreto” ed esse sembrarono fendere l'aria per diversi istanti di un silenzio mortalmente lungo.
Rotto, dopo quella che sembrò un'eternità insopportabile per Kurt, dalla risata di scherno con cui si profuse il ragazzo, prima di gettare indolentemente il biglietto sul tavolo.

Lieto che tu ti diverta”. Aveva ribattuto freddamente, cercando di ignorare quel rossore che voleva salirgli alle guance: si sporse per riprendere il biglietto ma Sebastian fu più lesto nel riprenderlo.
Si accomodò maggiormente allo schienale della sedia: e braccia incrociate al petto e il viso inclinato di un lato ad osservarlo con quell'espressione sagace e Kurt si sorprese di riuscire a percepire qualcosa di simile al disagio di fronte a quell'esamina accurata.
Lo sentì schioccare le lingua sul palato prima che lo vedesse scuotere il capo con espressione stoica.

Da quando essere gay vuol dire perdere la vista?” quella che sembrava una domanda esistenziale fu interrotta quando scenicamente si fermò e si fissarono, un sorrisetto ne solcò le labbra a quello che doveva essere un ricordo in comune.
Oh, perdonami, sono stato indelicato: come sta Blaine, a proposito?” Kurt dovette ricorrere a tutto il proprio autocontrollo per non colpirlo, non era la prima volta che sentiva quel formicolio alle mani strette saldamente in due esili pugni. Non gli importava se, come Bella Swan, si sarebbe rotto la mano in quel gesto di difesa ('Oddio, come ho potuto paragonare il mio Taylor a quello!') ma prima che potesse esimersi da quel conflitto interiore, ne colse lo scintillio suadente.
Era ben consapevole della soddisfazione che gli stava procurando e, cosa peggiore, lo stava ulteriormente divertendo reagendo nell'esatto modo in cui egli doveva essersi aspettato.

Dovrei mandargli dei fiori: quali fiori si mandano per dire 'il tuo ragazzo ti tradisce?” continuò nel frattempo, evidentemente volendo testare quale fosse la resistenza altrui “Ma tranquillo, occhio non vede, cuore non duole'” finse di recitare un bigliettino di auguri per poi portarsi scenicamente una mano alle labbra, quasi accortosi di una gaffe terribile.
Oh, accidenti, l'ho rifatto!". Sussurrò con tono melodrammatico e sembrò essere l'espediente più opportuno perché Kurt riprendesse il controllo delle proprie sinapsi e del proprio autocontrollo.
Aveva sospirato prima di scuotere il capo con espressione indignata.
Le sopracciglia inarcate e il viso inclinato di un lato mentre lo sguardo azzurro lampeggiava sdegnato.
"Prima di tutto, neppure quel litro di gel scadente potrebbe sollevare lo spirito con queste battute patetiche come il tuo nodo alla cravatta” fu lieto di riuscire a percepire come la propria voce avesse di nuovo assunto il suo naturale timbro e si sforzò di ignorare l'espressione di beffarda attesa sul volto dell'altro nell'incassare quell'invettiva.

In secondo luogo non accetto le provocazioni di chi apre bocca per dare aria ai denti, specialmente di chi ha la dentatura cavallina” aveva sorriso evidentemente soddisfatto prima di sporgersi a strappargli di mano il cartoncino, un gesto rapido e brusco “ ed in terzo luogo, è evidente che si tratti di Blaine”.
Lo disse con soddisfazione, quasi sperando l'informazione potesse intaccare il suo spropositato ego oltreché una nota di orgoglio nel sapere di essere destinatario dell'affetto del ragazzo; non che Sebastian Smythe dovesse capire il valore di un simile legame.
Se prima aveva pensato di procedere con una ritirata, si disse che avrebbe dovuto rimanere e farlo con la testa alta: lo ignorò mentre prendeva posto nel tavolo vicino e riprendeva a scrutare il locale, facendo saettare lo sguardo tutto attorno.
L'altro non reagì minimamente a quelle osservazioni sulla propria persona o il proprio modo di indossare la divisa, soltanto quello sguardo lampeggiò sul finire di quel breve discorso e l'allusione a Blaine.
"Soltanto una depressa mestruata penserebbe che il suo ragazzo si prenderebbe il disturbo di un regalo anonimo per San Valentino e questo spiega tutto". Lo aveva indicato con un cenno del mento, lo stesso sorrisetto beffardo e sardonico mentre Kurt sospirava ma rispose senza rivolgergli lo sguardo.
"Non pretendo tu capisca qualcosa di romanticismo ma non mi fingerò lusingato perché tu pensi che qualcun altro mi stia corteggiando”. Aveva ribattuto distrattamente prima di prendere il cellulare quasi ad assicurarsi non vi fosse stata una telefonata o un sms che ne giustificasse l'attesa prolungata.
"Fingerò di non credere che la tua patetica carenza di affetto e di autostima ti induca a scriverti da solo quei biglietti". Lo disse con tono quasi commiserevole che indusse appena Kurt ad inarcare un sopracciglio prima di roteare gli occhi e sospirare.
"Non sono io quello che usa le posate per specchiarsi” commentò vagamente, stava rispondendo soltanto per inerzia e pur di non lasciargli la soddisfazione di avere avuto l'ultima parola in un alterco.
Decisamente la sua pazienza fu messa ad ulteriore dura prova per quel sogghigno che ne sgorgò dalle labbra, neppure gli avesse rivolto un complimento.
"Non ho bisogno di ricordarmi quanto sia affascinante, carismatico, sexy, intrigante e...".
"Potresti cortesemente strozzarti con quella cravatta?”.
Il tono dolciastro in perfetto contrasto con l'implicito augurio_

Non vorrei un guardone a distanza ravvicinata quando Blaine arriverà".
Un sorriso più furbo si era dipinto sulle labbra e probabilmente, se non fosse stato impegnato ad impedirsi di guardarlo più del dovuto, quello scintillio nello sguardo si sarebbe potuto definire sospetto.
"Secondo il biglietto è in ritardo” Commentò in tono amabile, quasi una constatazione ovvia e scontata.
"Forse sta aspettando che tu ti eclissi e, di sicuro, non è l'unico”.
"Mi priveresti della visione dell'amor cortese? Davvero molto poco romantico da parte sua, Miss Hummel”.

Il dispendio di energia necessario ad elaborare una risposta e non limitarsi ad una reazione più isterica, gli fu risparmiato all'arrivo di una cameriera tra i loro tavoli.
Come notarono entrambi, improvvisamente dimentichi della disputa in corso, ella teneva in mano una busta rossa dall'aspetto tremendamente familiare.
"Mi scusi, è lei Kurt Hummel?”.
Fu in nome del suo storico autocontrollo se si limitò a ringraziare nel prendere la busta che gli veniva porta seppur in quel momento avrebbe voluto saltellare sul posto, incurante di tutti gli astanti.
Finalmente quella giornata avrebbe ripreso la giusta piega e quando sarebbe stato mano nella mano con Blaine, quando avrebbero cenato a lume di candela e ballato un lento; avrebbe dimenticato tutti i dettagli incresciosi che erano preceduti a quel momento.

Dicevi?”.
Accarezzò la busta, quasi stesse già pregustando cosa avrebbe celato: alzò il viso in un sorriso meramente compiaciuto ma restò sinceramente interdetto quando, così facendo, si accorse che in quel momento Sebastian stava ricambiando l'occhiata languida del ragazzo vicino al biliardo.
Sentì qualcosa di simile ad una scarica elettrica scivolargli lungo la spina dorsale tanto da fargli provare l'impulso di fargli ingoiare il biglietto e la busta stessa e farglieli triturare lentamente fino a quando non si fosse rimangiato ogni insulto ed allusione sarcastica.
Quasi attirato dal suo sguardo, si era volto in sua direzione prima di rimettersi in piedi e lisciare la camicia e il blazer, dopo aver risistemato il nodo alla cravatta. Lo fece con dovizia e lentamente, consapevole di uno sguardo che gli stava perforando la schiena e Kurt si concentrò sulle sue parole di congedo per non costringersi ad analizzare quel moto di delusione che ne aveva intaccato il gongolamento interiore.

Miss Hummel, prendo congedo: 'questo' Sebastian – aveva indugiato nel risistemare la cintola mentre Kurt emetteva un gemito schifato, distogliendo lo sguardo – ha voglia di giocare”.
Aveva ammiccato indolentemente prima di voltarsi e andarsene in rapide falcate: Kurt notò distrattamente che il ragazzo che aveva adocchiato era appena uscito dal locale.

Scosse il capo e sembrò bruscamente riaversi nell'osservare la busta che stringeva ancora tra le dita: fu con un sorriso che la schiuse e lasciò che la propria attenzione fosse soltanto rivolta all'ennesimo espediente romantico che Blaine aveva avuto in serbo per lui.
Un sorriso ne fece scintillare lo sguardo mentre un fogliettino scivolava dalla busta: lo girò curiosamente per poi restare a fissarlo interdetto.
La sua mente sembrò congelarsi e il suo cuore arretrò bruscamente i battiti.
Boccheggiò e scosse il capo prima di riaprire la busta e abbassare lo sguardo e fissare anche il pavimento, quasi stesse cercando qualcosa di perso.
Fissò lo scontrino senza parole e le parole digitate.
Era la somma richiesta per due consumazioni:
1 bicchiere di caffè
1 cioccolata calda.
Perplesso, volse lo sguardo al balcone nello stesso istante in cui Sebastian, un bicchiere confezionato tra le mani, sollevava la bibita in sua direzione.
Un sorriso sagace gli curvò le labbra e ammiccò.

Grazie della bibita” si volse alla cameriera con espressione amabile “pagherà tutto la mia amica”. Lo indicò con un cenno del mento prima di voltarsi e uscire in ampie falcate.
Occorsero diversi istanti perché Kurt riuscisse a fare mente locale, perché riuscisse a capire cosa fosse realmente accaduto.
Bruscamente si era alzato dal tavolo, dopo aver lasciato una banconota sullo stesso, ed era uscito: lo vide fermo di fronte alla propria auto *, il bicchiere tra le mani e lo sguardo che vagava nel parcheggio, evidentemente alla ricerca di qualcuno.

Neppure avrebbe potuto ricordare i passi necessari a raggiungerlo: si era fermato di fronte a lui, le braccia abbandonate lungo i fianchi prima di indicare il locale e sentire la propria voce, istericamente alterata, quasi gridare.
Che cosa significa?”.
Sebastian non sembrò neppure sentirlo: aveva appoggiato il bicchiere sul tettuccio della propria auto e, le mani affondate nelle tasche dei pantaloni, continuava a guardarsi attorno.

Non chiedermi di spiegarti cosa Sebastian intenda per 'giocare'” rispose in tono distratto e soltanto un pervertito di quel calibro poteva scegliere di dare il proprio nome di battesimo ad una certa parte del proprio corpo ma ciò non faceva che testimoniare da cosa dipendessero le sue azioni.
Potrebbe volerci del tempo e la tua visione francamente non è stimolante”.
Ti credi davvero divertente?”. Non si curò neppure di camuffare la propria indignazione e la propria rabbia seppur il suo tono fosse divenuto così stridulo da renderlo così difficilmente distinguibile “Spacciarti per il mio ragazzo che è fuori città per quello che tu gli fai fatto... sei... sei”.
Oh, ti prego: qualcuno potrebbe pensare che le due cose siano collegate” aveva alzato gli occhi al cielo, il sopracciglio inarcato nel fissarlo con evidente disprezzo.
E' stato Blaine a mettersi in mezzo” specificò e, evidentemente abbandonata l'idea di cercare l'altro ragazzo, si volse completamente ad osservarlo e Kurt ne vide il sorriso suadente e malizioso curvarne le labbra e farne scintillare lo sguardo.
Sai cosa trovo davvero... divertente?”.
Era evidentemente una domanda retorica perché neppure si curò di farlo rispondere.

Che tu mi chieda perché io agisca come ho sempre fatto” Kurt inarcò le sopracciglia e, malgrado si stesse controllando a stento, non poté che dirsi curioso di capire dove volesse andare a parare “ma, forse, questo è soltanto un modo di sviare la vera domanda”.

Se già in circostanze normali quel savoir faire così sicuro di sé, evidentemente saccente erano qualcosa di disgustoso, in quel frangente la presa in giro sembrava persino più umiliante e beffarda mentre quest'ultimo continuava a scrutarlo, lasciando volutamente la questione in sospeso.
Perché fosse
lui a chiedergli ulteriore spiegazione.
Si sentì stringere il pugno lungo il fianco, domandandosi per quale motivo non avesse seguito quel primo impulso e
non si fosse allontanato dignitosamente quando ne aveva avuto occasione; perché avesse continuato a sperare di fargli rimangiare ogni singolo insulto quando la sua opinione non era mai stata rilevante. Lo strinse maggiormente perché si sentiva incapace di una giusta reazione, di una risposta immediata e pronta, perché egli sembrava sempre riuscire a spiazzarlo, a mettere in difficoltà lui, Kurt, che con la sua parlantina si era sempre difeso da angherie e pregiudizi.
Lui che non avrebbe mai compreso perché quell'ostilità decantata fosse divenuta qualcosa di personale, fino a domandarsi se non vi fosse un motivo ulteriore e non soltanto la rivalità per uno stesso ragazzo.

Sebastian non sembrò notare quell'indugiare nel silenzio o probabilmente finse di non coglierlo, continuava a sorridere con quell'espressione sicura di sé ed indolente e lo sguardo beffardo di chi è consapevole di avere in pugno la situazione.
D'altro canto, cercare di mantenere un dialogo – se così lo si poteva definire! - sembrava essere l'unico espediente per non reagire in modo brusco ed impulsivo, un modo che non gli fosse congeniale.

La vera domanda?”. Si sentì chiedere con voce che a stento riconobbe come la propria e Sebastian fu lesto ad annuire, il sorriso beffardo ad incresparne le labbra mentre inclinava il viso di un lato, le sopracciglia inarcate.
O non conosci a sufficienza il tuo ragazzo” Kurt avvertì un ribollio di viscere simile alla rabbia e all'umiliazione per essersi così coperto di ridicolo “oppure...” notò distrattamente come gli occhi di Sebastian avessero assunto quella sfumatura più torbida e così il tono di voce era divenuto più carezzevole e quasi roco.
speravi fosse qualcun altro?”.
Si era sentito boccheggiare e aveva sbattuto le palpebre a più riprese: la vista di quel sorriso trionfante e quel baluginio malizioso degli occhi sembrarono riscuoterlo bruscamente.

Io amo Blaine” aveva ribattuto e lo sguardo azzurro aveva lampeggiato di ferma risoluzione e così la voce accalorata sembrava essere una conferma di quella dichiarazione.
Sebastian non si scompose e neppure ne sembrò particolarmente colpito: si era stretto nelle spalle prima di scuotere lievemente il capo.

Tipico tuo tirare in ballo dei patetici sentimentalismi, Miss Hummel” lo aveva rimbeccato e, era stata una sua impressione?, la sua voce era divenuta più sussurra, quasi confidenziale mentre si sporgeva leggermente in sua direzione fino ad incatenarne lo sguardo al proprio, quasi sperando di carpirne i pensieri segreti.

Era stato un momento mortalmente lungo quello in cui i loro sguardi si erano fusi e Kurt aveva percepito i singulti del proprio cuore rimbombare nei timpani.
Era la prima volta che lo osservava ad una simile distanza, la prima in cui i suoi occhi fossero così vicini e quel verde limpido tendente all'ambrato sembrasse risucchiarne i pensieri.
Che Sebastian lo avesse notato, non avrebbe saputo dirlo: era stato con un verso di sorpresa ed incredulità che ne aveva visto il viso protendersi in propria direzione.
L'alone caldo del suo respiro, aromatizzato al caffè sembrò farne intirizzire la pelle del collo quando lo sentì respirare vicino al suo orecchio e ne percepì per la prima volta un profumo intenso e stuzzicante.

Non sempre il cosiddetto amore compete con il desiderio” lo aveva sentito bisbigliare al suo orecchio, la voce soffusa e calda e Kurt avverti un brivido involontario riscuoterlo bruscamente mentre i battiti del suo cuore sembrarono toglierne il respiro. Malgrado non lo stesse in alcun modo trattenendo, si sentì incapace di scostarsi e soltanto quand'egli si allontanò per sorridere con lo stesso fare insolente sembrò ritrovare cognizione di se stesso.

Indietreggiò bruscamente, le guance più rosate a risaltarne lo sguardo azzurro, il fiato trattenuto prima che quel suo sogghigno lo ridestasse e quell'ulteriore sferrata al suo orgoglio lo fece reagire nello strattonarlo bruscamente. Le sopracciglia aggrottate nel fissarlo.
Cosa resta dopo aver consumato un impulso senza alcun sentimento?” domandò in tono quasi schifato. Ciò lo fece soltanto sogghignare maggiormente mentre, un respiro caldo sul suo volto, Kurt lo vide protendersi di nuovo. Il viso inclinato di un lato e la fronte quasi a sfiorare la propria mentre le labbra erano piegate in quel sorrisetto suadente.
Devo fornirti la definizione semantica o fisiologica della parola 'orgasmo'?". Domandò in tono puramente beffardo e rise del suo arrossire sdegnato ma, un singulto strozzato di Kurt, non gli fu concesso voltarsi ed andarsene.
Con una risoluzione e un mero impulso del momento, si era sentito cingere il braccio e attrarre contro il ragazzo il cui sguardo verde sembrò di nuovo incatenare quello azzurro mentre tutto sembrava congelarsi in quel preciso istante.

Non ha mai provato puro e semplice desiderio, Miss Hummel?”.
Aveva domandato ma, malgrado il tono di evidente provocazione, sembrò esservi una sfumatura nuova nello sguardo e così la voce era ancora bisbigliata, quasi lo stesse vezzeggiando con la sola intonazione.

Sembrò non esservi null'altro in quell'istante: l'alone del suo respiro, quelle iridi che mai aveva osservato così a fondo sentendo di poter in esse naufragare solo per cercare di attribuire loro un preciso colore, quell'intonazione che sembrò intaccare qualcosa di palpabile.
Di presente dentro se stesso.
Ciò che lo fece indugiare in quell'istante, occhi negli occhi, senza riuscire a scostarsi neppure a quella vicinanza così ravvicinata, la mano rimasta sospesa in mezz'aria che avrebbe dovuto scostarlo di nuovo e più bruscamente. Il solo pensiero, tuttavia, di toccarlo gli procurò un rimescolamento nelle viscere e il fatto che l'altro indugiasse a sua volta, gli occhi leggermente sgranati, non sembrò aiutarlo
Sembrarono entrambi dimentichi di quella domanda, di quell'alterco più aspro e la mano di Sebastian ancora saldamente stretta al braccio dell'altro; entrambi sospesi in quel momento.
Consapevoli che un solo gesto, sguardo o parola potesse cambiare
tutto.
Intrigante quanto potenzialmente pericoloso.
Fu nello stesso istante in cui Kurt lo realizzò che sbatté le palpebre e distolse lo sguardo, nello stesso istante Sebastian ne lasciò bruscamente il braccio.
Si rese conto di avere il respiro ancora bruscamente accelerato ma si impose di tornare ad osservarlo.

Superfluo chiederti se hai mai provato l'amore” malgrado quella dovesse essere una rimbeccata più aspra e maligna, non riuscì quasi a riconoscere il proprio tono più simile ad una domanda delicata che fece lampeggiare lo sguardo verde in un altro momento di contemplazione nel quale Kurt sembrò notare un vibrare del nervo all'altezza della mascella.
Aveva deglutito ma lo sguardo era tornato glaciale.

Non tutti sono interessati” aveva sibilato e si era stretto nelle spalle, lo aveva scostato bruscamente per aprire la portiera della propria auto e accomodarsi.
Lo aveva fissato da sotto in su, un sorrisetto beffardo.

... e non tutti sono eccitabili”.
Aveva aggiunto con fare malizioso prima di chiudere la portiera e azionare il motore.

Non si era reso conto di aver indugiato ad osservare la stessa direzione fin quando il cellulare non lo aveva bruscamente portato alla realtà.


~


Aveva ringraziato la cameriera e si era appoggiato al suo solito tavolo di fronte alla vetrata che dava una perfetta visuale del Central Park.
Aveva sorseggiato la bevanda socchiudendo gli occhi in un gesto di completo rilassamento.
Lasciò vagare lo sguardo sugli astanti, lo sguardo pensieroso mentre tambureggiava distrattamente con le dita sul ripiano del tavolo. Osservò soltanto distrattamente le coppiette sedute vicine a scambiarsi cioccolatini o pupazzetti per la ricorrenza.
Sulle sue labbra si era dipinto un sorriso quasi ironico al ricordo di cosa era accaduto l'ultima volta che si era bevuto la storia di un ammiratore segreto e un lieve aggrottare delle sopracciglia ne aveva appena alterato lo sguardo azzurro.
Aveva scosso il capo prima di tornare a sorseggiare il proprio caffè.

Miss Hummel? C'è una Miss Hummel nel locale?”.
Un vuoto all'altezza dello stomaco e, gli occhi azzurri lampeggianti, si era voltato ad osservare la cameriera che, una busta rossa tra le mani, si guardava attorno a cercare nei volti delle ragazze una consapevolezza. Fu dopo qualche lungo istante che Kurt si alzò e le si avvicinò.

Mi scusi” iniziò, un sorriso appena imbarazzato “ io sono Kurt Hummel”.
La donna era parsa vagamente sorpresa, aveva scosso leggermente il capo prima di sorridergli.
“Mi scusi, ero sicura di aver capito Miss... questo è per lei”.


Aveva indugiato un solo istante prima di stracciare la busta e leggerne il contenuto.

Se si è interessati, dopotutto, esistono cure per la frigidità.
Con l'augurio, per questo San Valentino, di una sordida vita sessuale,

S.


Un sorriso incredulo ne aveva sfiorato le labbra e aveva sentito un formicolio sulla nuca, quasi uno sguardo conosciuto.
Il cuore sembrava scalpitare furiosamente in gola mentre si voltava ad osservare il locale prima che, una risoluzione che sembrava da sempre innata, ne uscisse rapidamente.
Fu con un trasalimento che si sentì strattonare leggermente fino a ritrovarsi premuto contro la parete e, un singulto strozzato, quel profumo ne annebbiò i sensi fino anche a non accorgersi dell'impatto poco aggraziato. Un respiro caldo nel suo orecchio e Kurt rabbrividì.

E' un vero piacere rivederla, Miss Hummel”.
Aveva bisbigliato la voce calda e suadente che lo aveva fatto rabbrividire nel profondo: sentì la pelle del collo intirizzirsi all'alone del suo respiro e la presa salda e sicura delle sue braccia sui fianchi.
Si era sentito intirizzire malgrado il lungo cappotto scuro e aveva appena reclinato il viso per specchiarsi in quegli occhi verdi dai riflessi ambrati per osservare quelle labbra curvate in quel sorriso suadente prima che, un verso roco di aspettativa e di emozione, ne aveva percepito il contatto brusco ed intenso con cui lo aveva schiacciato maggiormente alla parete.

Un sospiro contro le sue labbra e ne sentì la pressione: la sua mano ne cinse la guancia e reclinò a sua volta il viso per prestarsi a quello sfioramento.
Dapprima un trovarsi accennato e quasi carezzevole, ne riusciva a sentire il sorriso gongolante a fior di labbra, prima che la mano di Sebastian ne artigliasse la nuca a fargli inclinare il viso di un lato.
Un gemito strozzato quando ne lambì le labbra e le mani esili si adagiarono al suo petto: ne strinsero il cappotto quasi ad assicurarsi che egli non fuggisse, quasi a darsi una sicurezza e non lasciarsi sprofondare completamente incolume nella spirale di sensazioni nella quale sembrava lasciarlo inebriare.
Nel calore del suo respiro, nell'aroma di quel profumo e nel contatto con il suo corpo che sembrava avvolgerlo e stringerlo in una morsa tanto possessiva quanto inebriante.
Lo sentì scostarsi, il respiro affannato a sfiorargli ancora le labbra mentre affondava il mento contro il suo capo e Kurt stesso si rannicchiava nel calore di quel corpo, le mani ancora strette al petto e gli occhi socchiusi nel tentativo di trascendere a quelle emozioni più palpitanti.

Il piacere è tutto mio” si sentì dire con voce appena sussurrata e il suono di quella risata contro il proprio orecchio fece scorrere brividi caldi e freddi lungo la spina dorsale mentre la mano scivolava a sfiorarne indolentemente la schiena, l'altra ancora saldamente adagiata al suo fianco.
Non la credevo così egoista” lo sentì sussurrare e si era scostato appena per osservarne gli occhi azzurri resi appena più scuri da quel momento di passione, lo sguardo che scivolava sulle labbra ancora intrise del proprio respiro.
Non ti credevo interessato” aveva ribattuto, quasi quella fosse una sequela già nota e condivisa a giudicare dal sorrisetto dell'altro anche nell'istante in cui adagiò la fronte contro la sua e la mano tornò a cingerne appena il mento, inducendolo ad osservarlo.
Chi dice che io lo sia?” le parole sembrarono in perfetto contrasto con la pressione del suo braccio che non si scostò minimamente da quella pressione ma il sorriso non sfumò dalle labbra di Kurt mentre lasciava scivolare la mano lungo il cappotto, sorridendo di quel suo deglutire spasmodico.
Il tempo, immagino” aveva sussurrato in tono distratto, gli sguardi ancora strettamente allacciati mentre Sebastian inclinava il viso di un lato, ancora indugiando nei suoi occhi quasi alla ricerca di risposte.
Spero le tue capacità oratorie vengano meno in altro contesto” aveva sogghignato nel vederlo arrossire e sentirlo tremare tra le proprie braccia “o almeno, cambino”. Aveva esalato a fior di labbra ma l'altro ne sfiorò appena il volto a tenerlo abbastanza lontano per continuare a specchiarsi nel suo sguardo.
Come ho già detto, solo il tempo può...”.
Non sono mai stato paziente” lo interruppe bruscamente prima di spingerlo nuovamente alla parete e scivolare a baciarne le labbra con nuova foga nello stringerlo a sé e lasciare che le braccia esili ne cingessero il collo e che tutto si dissolvesse in quell'istante.

In quel desiderio condiviso.


Un vago sorriso sfiorò le labbra di Kurt nel lasciarsi cingere la mano e allontanare dal locale.
Dobbiamo ripetere questa scena ogni anno?”.
Un sogghigno da parte di Sebastian, inclinò il viso di un lato e si strinse nelle spalle prima di chinarsi a sfiorarne l'orecchio con un respiro.
E, ancora una volta, non si stupì di sentirne la stessa risposta.

Miss Hummel, questo ed altro per eccitarla”.




* Nota: non ho ben capito quale sia l'età di Sebastian nel telefilm ma penso (spero) che abbia già l'età per guidare un'automobile.


Non avrei mai pensato di scrivere una fanfiction su questo telefilm, tanto meno che avrei potuto cimentarmi in qualcosa di questo genere.
Dovete sapere che quando ho visto la puntata di San Valentino, ho immaginato sinceramente che dietro si celasse un tiro mancino da parte di Sebastian e non ho potuto fare a meno di chiedermi come sarebbe stato se avessi avuto ragione, e stamani l'ispirazione mi ha lasciato scrivere il tutto di getto.
Ero una Klainer convinta tanto da non poter onestamente immaginare che qualcun altro potesse stargli accanto ma la visione degli scontri e dei litigi tra Kurt e Sebastian sono stati qualcosa di particolarmente stimolate. Se a ciò associamo letture, fotomontaggi e giochi di ruolo con i loro prestavolti nonché la mia predilezione per le love story fatte di tensione, odio fino allo sfociare della passione; è presto spiegato. 


Non posso che dirmi speranzosa che non soltanto Grant sia scritturato – e magari come personaggio fisso – anche nella quarta stagione; ma che si possano avere risvolti interessanti e un avvicinamento di questi due personaggi.

Altrimenti, mi accontenterò di qualche illazione personale :)

Ci tengo a ringraziare Chiara (una sorta di "Sebastian vivente" se così si può dire, come complimento, ovviamente!) in quanto è anche merito/colpa sua se ho iniziato ad affezionarmi a questo personaggio e trascinarmi nell'universo Kurtbastian, quindi non posso che dedicarle la fanfiction stessa ♥

Buon pomeriggio a tutti e grazie dell'attenzione,

Kiki87



   
 
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