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Autore: dubious3    23/03/2012    4 recensioni
"Siamo tutti dei falliti rispetto ai nostri sogni".
Romain Gary
A volte, dietro al successo più clamoroso ed eclatante si nasconde l'ombra dell'amarezza e del fallimento.
Basta così poco per rovinare un quadro così perfetto...  Persino se questo quadro raffigura un mondo felice e finalmente senza guerre.
Per ora...
Piccola One-shot filosofica sulla scia di "Sic Transit Gloria Mundi". Spero solo che vi piaccia. 
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
- Questa storia fa parte della serie 'A Painful Awakening'
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Il veglio di Konoha.

  [..]Dentro dal monte sta dritto un gran veglio, 
che tien volte le spalle inver’ Dammiata 
e Roma guarda come suo speglio. 
      La sua testa è di fin oro formata, 
e puro argento son le braccia e ’l petto, 
poi è di rame infino a la forcata; 
      da indi in giuso è tutto ferro eletto, 
salvo che ’l destro piede è terra cotta; 
e sta ’n su quel più che ’n su l’altro, eretto

La Divina Commedia, Canto quattordicesimo, vv. 103-11

  

Io tengo la maschera perché sono una maschera.

'o Re 


Eri l'eroe più acclamato di tutte le terre ninja.

Eri il salvatore del mondo, il messia, il nuovo Rikudo Sennin.

Avevi raggiunto ogni tuo obbiettivo, avevi vinto ogni battaglia e sconfitto ogni nemico.

Il tuo sogno pareva essere coronato completamente:  i villaggi uniti, la pace raggiunta, il male sconfitto.

Cosa ti ha spinto ad andartene, via, dunque?


Eppure, eri stato abbastanza forte da abbattere Tobi una volta per tutte, e anche Kabuto e i suoi non-morti avevano capitolato.

Non era certo la forza che ti mancava.

Cosa ti ha spinto ad andare via, dunque?


Tutti i signori degli shinobi hanno riconosciuto il tuo valore e compreso la giustizia della tua via; persino quelli più belligeranti e diffidenti alla fine si sono convertiti.

Non era certo il carisma che ti mancava.

Cosa ti ha spinto ad andare via, dunque?


La pace che avresti realizzato era vera, genuina: tutte le nazioni avevano forgiato una fratellanza sincera senza spargimento di sangue alcuno.

Non era certo la purezza degli ideali che ti mancava.

Cosa ti ha spinto ad andare via, dunque?

Cosa ti ha spinto ad andare via, dunque?


Perché questi sospiri di rimpianto ti tormentano ancora?

Sei arrivato in un luogo dove tutto ciò che è mortale è bandito.

Che i tarli dell'irreparabile siano il vero inferno?

Non vedi o senti né fiamme né gelo, del resto.

No... no: nella tua anima sai di aver fatto la scelta giusta.

Non potevi restare; non avevi semplicemente la capacità.

Coloro che tracciano un sentiero non vivono mai abbastanza a lungo da vedere dove porterà; agli altri la storia lascia il compito di camminare lungo di esso.

E, a volte, di cadere durante il tragitto.

Forse è per questo che te ne sei andato?

In cuor tuo immaginavi che l'utopia che stavi creando non sarebbe durata per sempre: passata l'euforia di qualche decennio, e guerre e sangue e dolori sarebbero ricominciati come prima.

Pain, al di là della follia, aveva avuto ragione su questo.

E tu avresti preferito morire piuttosto che constatare questo fallimento.

Specialmente quando ne avevi già assaporato i primi, amari frutti...

 

Killer Bee...


I sussurri attraverso l'etere rievocano l'immagine del jinchuriki.

Il tuo amico, biondo e solare come te; forte, generoso e divertente, non avrebbe mai più cantato il suo strano enka-rap.

Il male, come spesso accade, arriva sempre a un passo dal trionfo finale, prima di crollare...


Sakura...

Il ciliegio è noto per essere una pianta caduca.

Spesso la sua breve vita termina con lo sfiorire e appassire, seppur in breve tempo; quella della ragazza, invece, fu stroncata con brutalità dalle fiamme...

 

Sasuke...


Il falco era caduto nell'apogeo del suo volo.

Sembrava che nulla potesse impedire a questo sole divenuto nero di oscurare il mondo con le sue fiamme.

Nulla o nessuno, tranne te.

E tu hai preso la giusta decisione: gli hai reciso per sempre le ali e tirato il collo.

Anzi: troppo tempo e possibilità gli hai dato.

Te lo avevano ripetuto in tanti, in un coro lamentoso:

Lascia perdere, Naruto.

Sasuke merita di morire!

E' solo un traditore che deve essere distrutto per la nostra salvezza...


Affermazioni crudeli sebbene animate da un sano cinismo.

Ricordi? Hai passato l'intera vita a combattere con questo cinismo.

Nei hai affrontati tanti di scettici, di delusi, di disincantati; tutti sei riuscito a vincere, chi con le parole, chi scrutando gli abissi dell'anima attraverso il combattimento.

Tutta la tua vita, almeno così credevi, era una continua lotta per sconfiggere lo scoramento che attanagliava il mondo attorno a te.

Hai vinto ogni battaglia; tuttavia, in quel giorno hai perso la guerra.

A dispetto della fanfara di vittoria che echeggiava all'esterno, dentro di te morivi.

Sì: il cinico spettro del pragmatismo aveva fatto a pezzi quella maschera di eroe invincibile e infallibile che eri riuscito a creare così sapientemente.

Ti aveva dimostrato che il vero illuso eri sempre stato tu.

Certo, dentro di te hai obbiettato che si trattava di piccoli incidenti di percorso, rispetto agli straordinari successi che avevi ottenuto.

Chi al mondo avrebbe mai potuto negare o anche solo sminuire la grandezza del tuo trionfo?

I risultati c'erano, ed erano grandiosi quanto lampanti.

Ma non erano sufficienti: tu volevi che fosse tutto perfetto, sin nei minimi dettagli.

La maschera che ti eri cucito addosso aveva attecchito alla tua pelle in modo definitivo: anche solo incrinarla ti avrebbe distrutto assieme ad essa.

Non sei mai stato capace di accettare il fallimento irreparabile.

Non avresti mai potuto convivere con il tarlo del rimorso.

Non importava se l'obbiettivo che ti eri proposto fosse impossibile: è stato proprio perché non era possibile riportare Sasuke alla retta via il motivo della tua fine.

Io e te moriremo assieme, Sasuke.


Era la tua promessa, e dovevi mantenerla ad ogni costo; per questo ti trovi qui, ora.

Con lui hai capito che nulla ti era impossibile, specialmente sbagliare in maniera rovinosa.

Non potevi vivere con un fardello simile sulle spalle.

Non potevi più vivere senza la tua parte; quindi, come ogni bravo attore, hai preferito sparire dopo un ultimo inchino.

La tua anima è stata massacrata, ma la tua immagine sarebbe rimasta incorrotta nei secoli dei secoli.

O forse no...

Hai voluto forse, in preda ad un altro rimorso fra i tanti che ti tormentano, agire in questo mondo terreno per rivelare un brandello di verità?

Ricordi bene, nella Valle della Fine, il monumento che eressero in tuo onore: era tutto dorato, splendido più del sole.

All'apparenza, era perfetto.

Ed è crollato solo dopo pochi mesi.

Il colpevole? Il piede su cui poggiava, che, chissà per quale oscuro motivo, si era rivelato essere d'argilla....

 

 

****************

 

 

Angolo dell'autore: Una nuova fiction introspettiva, molto, molto cinica (come al solito mio). Nient'altro da aggiungere; tranne che farà parte della mia raccolta "A Painful Awakening".

Deprimente, vero? Speriamo solo che almeno vi piaccia.

  
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