Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che poi venga scoperto.

(Italo Calvino)

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Sfiorarsi, utente EFP dal diciannove ottobre duemilaquattordici.
Scrivo da quando ne ho memoria. Leggevo favole o piccoli racconti, e mi immaginavo un finale diverso, un “e se?” ad ogni storia. Zaino in spalla, tornavo a casa da scuola, zaino a terra, prendevo un pezzo di carta e scrivevo, buttavo giù ogni idea che mi passasse per la testa in quei momenti. Molto spesso erano piccole trame senza logica, ma che mi hanno aiutata ad essere curiosa, creativa, a fare domande, ad aver fame di libri, fame di parole.
Mi sono innamorata delle profumate pagine di carta all’elementari, durante l’ora della lettura. La maestra era solita portarci, una volta a settimana, in una stanzetta tutta dipinta e colorata a misura di bambino. E da un lato, un posto magico: dei cuscini a forma di bruco, di farfalla, di leone posati a terra, dove potevamo sederci e ascoltar leggere qualche capitolo di una storia qualsiasi. E se il Piccolo Principe non avesse amato la sua rosa?

Ho compreso di voler scrivere di qualcosa a qualcuno più avanti nel tempo. Così ho iniziato a scrivere di Narnia, di Harry Potter, di Percy Jackson. Per chi? Ancora non lo sapevo, ma sentivo che c’era qualcuno che avrebbe apprezzato le mie parole. E così sono atterrata qui, come il Piccolo Principe: sono atterrata qui, e mi sono resa conto di trovarmi sull’Asteroide B612. Casa.

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(© elyxyz)