Un anno dopo la sua morte, Rick è ancora lì, e Kieren pensa di poterlo allontanare almeno per una serata, assumendo Simon. Niente va come sperato.

[Simon/Kieren] (...) Le braccia di Simon sono forti, nate per un amore di carezze tiepide e collose, ma c’è qualcosa di dolce, di eroico persino, in un desiderio senza batticuori, né rossori, né lenzuola madide.
Un possesso di chimica e nostalgia, tutto da inventare (...)

AU | No lupi mannari | College fic.
Derek è uno studente modello, tutto lavoro e nessun divertimento. La sua vita attentamente pianificata viene scombussolata quando il suo solito barista viene sostituito da uno nuovo. Sterek | Fluffiness | Slow-burn. Il Rating potrebbe cambiare nei prossimi capitoli.
N.d.T.: Il rating è, ovviamente, diventato rosso nell'ultimo capitolo.

Sei seduto nella notte ed aspetti uno sguardo che non tornerà più.
Derek non c’è più, se n’è andato un mese fa senza una parola, senza fiatare e senza lasciare traccia di sé.
Derek non c’è ma tu lo aspetti ogni sera per ore e, quando la luna piena è alta nel cielo, passi intere notti sopra il terreno umido del bosco che porta a villa Hale.
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Hai deciso di partire e fuggire da Stiles.
Stiles che non può rientrare in nessuna categoria di persone, troppo umano e troppo speciale per poter essere omologato a qualcun altro.
Stiles che sembra un bambino spensierato e mai cresciuto, eppure su di lui puoi perfettamente fiutare l’odore del dolore e delle lacrime, trattenute in quegli occhi che brillano e splendono di luce propria, guardano il mondo in tutti i suoi dettagli e lo analizzano in tutti i suoi frammenti.
[Fanfic Sterek, ambientata dopo la fine della 3A. Contiene anche accenni Scisaac.]

All'inizio è il sangue.
L'odore pungente e metallico del sangue che ti fa aprire gli occhi mentre la tua testa è ancora affondata nel cuscino e tu sbatti le palpebre per cercare di abituarti all'oscurità della stanza.
Le tende nere sono serrate a coprire l'intera finestra e ti ci vuole qualche attimo per realizzare che non stanno bloccando i raggi del sole perché fuori è ancora buio.
Quello che vedi non è esattamente quello che ti saresti aspettato, perché Stiles è in piedi al centro del salotto, gli occhi aperti ma sfocati come se fosse sotto qualche specie di trance, le braccia mollemente abbandonate lungo i fianchi.
Non si muove quando ti avvicini né quando chiami il suo nome e tu resisti all'impulso di coprirti il naso all'odore mentre osservi shoccato il suo viso, le sue mani, e i suoi indumenti.
C'è sangue ovunque.

"Sarebbe bastato poco per rimanere lì con loro.
Sarebbe bastato chiudere le palpebre solo per un momento, lasciarsi confondere dalle ombre e abbandonare la testa ai ricordi e a quelle piacevoli sensazioni, scegliere il passato, invece del presente, come sarebbe dovuto essere e purtroppo non è stato.
Ma tu non ti sei lasciato ingannare, Derek, sei stato più forte, sei riuscito a trovare l’appiglio giusto in quel mare di nulla.
Stiles.
Non potevi andare via, senza aver salutato Stiles."
Dopo che il resto del branco lo crede morto, Derek torna da Stiles...

Sei in una macchina con questo bellissimo ragazzo e il senso di colpa non ti lascia un attimo.
È inconfortevole e prude e tu ti trattieni a stento dal grattarti e strofinare via quella sensazione.
Pensi a tutte le cose che potrebbero andare storte, e a tutti i modi in cui potresti fargli male.
Pensi a quando avevi sedici anni come Stiles e gli ormoni e un paio di orgasmi ti sono costati tutto quello che avevi al mondo.
Ti ci sono voluti dieci morti sulla coscienza per farti realizzare che l'amore ti fotte molto piú spesso di quanto non ti salvi e non vuoi che lui scopra una verità del genere, non per colpa tua.
Così ingoi quella pozza fredda che ti si crea al centro dello stomaco e resti in un silenzio che è solo apparentemente confortevole, anche se vorresti allungare una mano e toccargli la punta delle dita ferme intorno al volante.

[…] dispiega al mio orecchio cascate di suoni: respiri strozzati quando lo penetro, sbuffi di aria soffiata tra i denti, piccoli sussulti che spezzano l’apnea, respiri pesanti di piacere, gutturali versi di disappunto, ansimi leggeri e trattenuti, il preludio soltanto di un piacere che è ancora privato, il tentativo di tenerlo ancora un po’ solo per sé, gemiti languidi e acuti, quasi un lamento di richieste inappagate, le mezze parole sconnesse tra cui io ricamo un senso, dichiarazioni d’amore taciute, e le urla, le tue urla, che esplodono come fuochi d’artificio, senza pudore, senza ritegno, le tue urla improvvise che perdono il ritmo delle mie spinte, che s’impigliano nel pomo d’Adamo, che fremono lungo le braccia, che ti corrono lungo le cosce rizzandoti i peli, che sulle labbra scoppiano senza preavviso e senza preavviso si fermano, tacciono.
Il silenzio.
Il silenzio con cui si attorciglia attorno al proprio piacere.

Il fatto é, Stiles ha la capacità di rendere ogni cosa difficile per Derek.
Ad essere onesti Derek l'ha capito immediatamente quel primo giorno
nel bosco, mentre tentava di cacciare lui e Scott senza tante cerimonie
dalla sua proprietà.
L'aveva sospettato quando quel ragazzino l'aveva guardato con la bocca
leggermente spalancata e le guance che avevano preso colore per aver
camminato fino a quel punto del bosco, la felpa rossa di almeno una
taglia più grande, e quegli occhi grandi che lo guardavano come se non
avesse mai fatto una sola cosa cattiva al mondo.
Il fatto è, Derek conosce ogni odore di Stiles.

{JongTae}
"Non sono una marionetta, la tua marionetta."

U-Kiss. VinSeop
50 pensieri. 50 pezzi di vita. 50 sospiri.
"Perché mi hai lasciato?"
"Per capire che eri tu la cosa più importante della mia vita."

-Avanti, Kibum. Ti vesti nelle peggiori maniere, il tuo guardaroba è fatto per tre quarti di vestiti rosa! Che vuoi che sia?
-Per tua informazione, Choi Minho, io vesto in maniera originale, a differenza tua che a quanto pare ti diverti ad indossare gli scarti del guardaroba di tuo padre – replicò piccato quello.
-Beh, più originale di così?!
-Io non indosserò una maledettissima gonna solo perché tu hai le idee sessualmente confuse!
[Piccola shot AU senza pretese^^"; avvertimenti: possibile OOC; yaoi! pairing: Minkey. Per maggiori dettagli, guardare all'interno^^ Buona lettura!]

"Jungmo hyung mi aveva detto che sai già suonare la chitarra acustica e che stavi imparando da lui a suonare quella elettrica. Loro per me rappresentano la tua dualità, quella dolce e romantica e quella forte e graffiante che sa trascinarti con sé.”[jongkey con accenno 2min che probabilmente avrà un suo missing moment]

Nonostante l'età sembrava più maturo e vissuto di quanto dovesse, con l'aria da ragazzo problematico e schivo, uno di quelli capacissimi di vivere senza l'aiuto di nessuno, uno abituato a contare solo su se stesso perché il mondo lo aveva deluso, lo aveva inglobato e consumato lentamente per poi sputarlo via senza troppi complimenti.
Kikwang spostò lo sguardo sul suo collo sottile, il torace non molto ampio e i fianchi stretti, fino a percorrere le gambe snelle in tutta la loro lunghezza.
Junhyung, a differenza degli altri ragazzi, non sembrava nervoso o imbarazzato, nemmeno quella paradossale situazione sembrava scuoterlo.
- Fai un giro su te stesso Jun e fallo lentamente perfavore...-

[JinDa]
"Il contrasto che c’era tra la sua voce e il viso era sconvolgente. E, in effetti, a Jin era venuto un colpo nel momento in cui, dopo aver sentito quella voce profonda, si era ritrovato davanti uno dei visi dai lineamenti più dolci che avesse mai visto. Il taglio degli occhi non era troppo allungato e le iridi erano nerissime. Il naso all’insù seguiva armoniosamente la curva del mento... I capelli corvini leggermente più corti dei propri gli circondavano dolcemente il viso finendo in delle punte bionde, e quando portò una mano per allontanare la frangia dagli occhi, Jin notò che le nocche erano un po’ rovinate. Come di chi pratica qualche sport simile alla boxe."