"Non sono rotto, Mickey, non devi rimettermi a posto."
Contiene SPOILER sul finale della quinta stagione.

Ambientata nell'episodio 5x08 durante LA SCENA, inutile specificare quale.
I pensieri di Mickey, la consapevolezza di cosa lo attenderà un futuro insieme ad una persona bipolare e che cosa lo ha spinto a raggiungere Ian quella notte.
[Song-fic][Scritta per il quarto giorno della Gallavich Week sul prompt jukebox]

Ambientato durante la 3x06, dove Mickey viene costretto da Terry a scopare con Svetlana.
ATTENZIONE: questa storia parla di stupro, il contenuto è alquanto forte e dunque sconsigliato ai deboli di cuore e di stomaco.
[Scritta per il terzo giorno della Gallavich Week sul prompt you're the boss]

[...] Perché, dopotutto, la verità è che Mickey Milkovich si sente libero solo quando Ian Gallagher è vicino a lui, vicino in quel modo, incollato al suo petto. È orribile e umiliante e stupido e spaventoso, ma per ora è tutto ok. Non è successo niente.

Mickey volta la testa, aggrappandosi con una mano ai capelli del compagno. Vorrebbe parlare, vorrebbe dire qualcosa di importante oppure baciarlo, ma non ci riesce.
note: Rimming, sesso non protetto.

“Mickey è tornato in città.” e faccio un errore, così piccolo da rompere tutto quello costruito in due anni.
Mi giro di scatto e sgrano gli occhi, con un'espressione più allegra,
come se mi potesse rendere felice.
Forse lo fa, non lo so.

Da qualche parte nell'inizio della S5.
Una piccola flashfic senza pretese introspettiva di Mickey, dal suo pov in prima persona.
Mickey si sveglia nel bel mezzo della notte, guarda Ian al suo fianco e pensa. Una volta in più s'indaga e una volta in più s'innamora.

"Ma Ian lo sta guardando come se lui avesse tutte le risposte. E lui vuole dargliele, ma non sa ancora quali siano o come fare a dargliele."

[...] E ti prego baciami di fronte a tutti salvami Ian
salvami
Pensa.
“Ti porto in un posto.”
Dice.

[slash; fluff; lime]
[ianxmickey]
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Come quella volta in cui Ian ha chiesto a Mickey di aiutarlo e lui per poco non si è beccato un altro proiettile in culo per colpa sua.
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Dal testo:
Ian l’ha sempre vinta, pensa fra sé e sé Mickey e quanto cazzo lo odia, quel ragazzino dai capelli rossi, le lentiggini sparse a caso sul naso e il sorriso storto stampato sulle labbra, quello che ha sempre quando l’osserva e che Mickey vorrebbe mandargli via a pugni, perché gli piace troppo e questo non va bene. «Ti sono mancato?» gli chiede a bruciapelo. «Ti piacerebbe, huh?»

Mickey Milkovich ce lo vedi bene prendere a calci un tipo solo perché gli gira bene quel giorno, non mentre dorme nudo nel letto di Ian Gallagher.

Era appena tornato dalla provincia di Zabul, Afghanistan meridionale. [...]
E in tutto quell’inferno la pelle di Mickey, lattea, levigata, gli era mancata. Che provasse ad opporvisi o no, gli era mancato tutto di lui, e gli era mancato per così tanto tempo che aveva avuto paura di dimenticarne la fisionomia. Nei ricordi si aggrappava a quell’incarnato diafano, meraviglioso, che Mickey non gli aveva mai concesso di marcare. Nei sogni lo stringeva ancora sotto le dita e gli faceva male, lo prendeva a schiaffi, lo odiava mentre lo amava forte. Perché sì, lo amava, dio se l’amava, non avrebbe smesso nemmeno se l’avesse mai voluto sul serio.

Mickey sollevò la bottiglia con lentezza e accolse l’orlo del collo fra le labbra. Vi si attaccò con decisione, come se avesse schioccato un bacio, piegò il collo all’indietro e lasciò scorrere tre pigre sorsate lungo la gola. Su e giù faceva il pomo d’Adamo, e poi il ragazzo si ripulì di una goccia scappata sul mento con un gesto sgarbato della mano. Aveva ancora le labbra bagnate di birra e le leccò con diletto soffermandosi poi all’angolo sinistro con la punta.
“Cazzo. Cazzo.” pensò il rosso, letteralmente catturato da quei movimenti che per qualche motivo lo eccitavano. Mickey. Mickey e le sue dannate labbra. Mickey e la sua dannata lingua.
/// GALLAVICH WEEK - Day 6: SEXY TIMES /// aka "quando casa Milkovich è libera"

«Dillo ah- a qualcuno e ti uccido.» soffiò Mickey. Non voleva parlarne, cazzo. Non era gay. “Non sono gay” si ripeté, rabbioso, mentre si faceva fottere da Ian Gallagher.
/// GALLAVICH WEEK - Day 4: DIFFERENT WORLDS /// aka "Gallavich as Kurtofsky"

«Gallagher! Mi avevi detto che oggi eri solo, no? Ho aspettato che i tuoi fratelli uscissero.» esclamò quello, agitandogli sotto al naso due lattine di Krombacher prima di sistemarle in frigo.
«Uno per uno? Wow, hai avuto pazienza!» sorrise l’altro. «Ora mi puoi aiutare. Vedi quelle tre teglie laggiù? Lavati le mani, prendi quel pennello, bagnalo e…»
«…lo passo sulla teglia e poi ci metto sopra la carta da forno. So come si preparano dei biscotti.» concluse l’altro. Ops. «Cioè, perché ho visto come li fa Mandy.»
/// GALLAVICH WEEK - Day 1: I LIKE 'EM SWEET/// aka Ian, Mickey, i biscotti e... il burro.