Labbra contro labbra. Mani che cercano spasmodicamente qualcosa a cui reggersi. Il respiro di Remus era pesante e doloroso, dovuto alla mancanza di ossigeno, ma legato strettamente a quello del ragazzo che stava baciando.
Le loro lingue giovacano col fuoco, in un bacio pieno di passione, bisogno e al contempo immensa tenerezza.
"Apri gli occhi lunastorta". Remus non lo fece "Remus, apri gli occhi!". Il ragazzo li spalancò al pronunciare del suo nome, occhi nocciola persi in un mare grigio in tempesta...
"REMUS CAZZO TI VUOI SVEGLIARE?" Urlò Sirius mentre iniziava a scuotere con ben poco tatto il corpo ancora addormentato del ragazzino.

"C'erano voluti litigi infiniti, durante i quali lacrime di rabbia scorrevano sulle guance di Remus mentre ascoltava Sirius gridargli che "E' solo per divertirci, Moony, io non sono un fottuto frocio, porca puttana!" ; c'erano voluti abbracci di scuse che Sirius gli donava sotto le coperte mentre tutti dormivano, mormorandogli mi dispiace e perdonami contro la pelle del collo; c'erano voluti gli occhi di Remus che sorridevano mentre Sirius era dentro di lui, e che gli urlavano che quello era fare l'amore, maledizione, non sesso.
C'era voluto tempo, insomma, ma alla fine Sirius aveva capito."

[Midez]
Di quella volta in cui Michael aveva stressato così tanto Federico, fino a convincerlo ad un'uscita a quattro.
~
“Qual è tuo problema, Federico?”, quest’ultimo si volta verso di lui e spalanca le braccia disperato, “qual è il problema, secondo te?” chiede mentre ride — di sé stesso, sì —.
“La cravatta?” 
“Direi.”
“Ah, Fedéz, Fedéz, tu vieni qua, la metto al suo posto io.”

(Dicembre, 1975)
«James, secondo me devi lasciar perdere. Non puoi costringerla ad uscire con te.»
Quarantadue, si disse Sirius. Aveva sentito quella frase già quarantadue volte dall’inizio del mese. Meditare il suicidio era una delle poche soluzioni rimaste. Quello, o mangiare tutte le frittelle di Moony. Decise che la seconda al momento sarebbe stata più efficace.
[Wolfstar] Di quando James prese la grande decisione di versare un filtro d’amore nel calice di Lily, la pozione venne bevuta da un Serpeverde con una prorompente appendice nasale, e Remus sapeva che sarebbe andata a finire così.

Sirius sorrise contro il suo orecchio, stringendo più forte la presa. «Trovo sempre il modo di rientrare in scena con una certa classe, Moony. Ricordatene, la prossima volta».
Lentamente, Remus sollevò le braccia sulla schiena di Sirius, artigliò la sua maglia, attento a non premere sulle ferite, sui lividi. «Coglione».
«Adoro questo tuo linguaggio colorito, Moony. Dimmi altre cosacce».

Se c’era una cosa che Frank Iero amava, erano i monologhi di Gerard Way. Li adorava proprio.
E' una delle solite mie stupidaggini. Abbiate pazienza ed enjoy it.

C'erano una volta Mihael e Mail, che vivevano in una sfera di vetro e acqua, dove la neve cadeva lenta.
Nonsense.

" Era una cosa dell'altro mondo.
Quello che Mello riusciva a fare era paradisiaco: mani d'angelo che compiono azioni degne del diavolo più libidinoso, donandomi una sensazione assurda. "
Piccolo assaggio di questo mio lavoretto.
Ah, piccola premessa, chiedo scusa in anticipo a tutte le bionde dato che nella fiction ( per causa di foza maggiore ) ho scritto che " le bionde sono stupide ". Io credo che quest'affermazione sia più che falsa, però era indispensabile per lo svolgimento della trama. Buona lettura.
Paws Up!

Sono le otto di sabato mattina, le otto del giorno del suo diciassettesimo compleanno, e il giovane licantropo già non vede l'ora che quella giornata giunga al termine.

17/01/12 PESANTEMENTE RI-EDITATA
"Questo è ciò che hanno, questo è ciò che sono. Rovine in fiamme di una relazione che loro stessi stanno uccidendo giorno dopo giorno. Un amore che li consuma come la fiamma consuma una candela accesa. E loro non possono fare altro che guardarsi bruciare."
Song fic basata su "I love the way you lie". Angst, rape, linguaggio scurrile (siete stati avvisati!)

Gente che si scanna, molto banalmente.
Mi è venuta giù di getto, non so quanto potrà piacere.

Ivan sogghignava, nel silenzio della sala. Sogghignava in maniera evidente, esplicita, in maniera così sicura e ostentata come solo lui sapeva fare. Sogghignava, pieno di sé e arrogante, ben sapendo come le sue azioni non potevano essere in nessun modo né fermate né osteggiate. Sogghignava, con la certezza assoluta di essere – in quel preciso momento – assolutamente invincibile.
Prese ad ordinare con lentezza i fogli sul tavolo. Non che avessero realmente bisogno di essere sistemati o raggruppati: semplicemente, la Grande Russia voleva dimostrare di poter gestire la situazione in ogni singolo aspetto senza che la sua psiche ne fosse in qualche modo disturbata o alterata. In poche parole, era lui che dominava.
[COPPIE: RusUk - UsUk - RusFr - FrUk - RusAme]

Gerard gli lanciò un'occhiata stupita e quell'altro alzò le spalle, buttando fuori il fumo come se fosse una cosa normale dire al fratello del tuo migliore amico che come regalo di Natale vorresti perdere la verginità.
"Mi sembra che a 18 anni, sia ora." Continuò il più piccolo, la voce impastata dalla sigaretta fra le labbra.

Arthur era lì, a portata di bocca, a meno di dieci centimetri di distanza e a sua completa disposizione.
«Tu...», corrugò la fronte, un po' preoccupato, «Qui?»
In fondo, cosa gliene poteva importare di sua madre, dell'America in generale o del resto del mondo, quando c'era la mano di Alfred che, «Uh...», premeva sul suo inguine e, «Shhh...», si intrufolava nei pantaloni?
Us♥Uk [ E la dannosa presenza di Peter. ]