"La stagione autunnale è sinonimo di disagio per Enice Mainreevs.
A dodici mesi di distanza, le memorie dell’antica leggenda della sua città e di un sentimento soffocato sul nascere tornano alla deriva, naufragando contro tutti i buoni propositi di dimenticare e contro gli scogli di polvere di un sogno infranto".
Storia che ha partecipato al contest "Autumn winds", indetto da Chaotic Alaska, classificandosi 2°.
||Attenzione! Spoiler||
Con la coda dell’occhio cerco il giovane uomo che mi ha fatto battere il cuore all’impazzata, e lo ritrovo intento a guardarmi. Lo fa come se non fosse capace di smettere, come se non ne avesse la forza, ed è lo stesso per me.
Tento di nascondere invano il rossore per l’emozione, abbassando rigorosamente il berretto azzurro. Noto apparire sulle sue labbra un lieve accenno di sorriso.
Non so spiegarmi come, ma improvvisamente è accanto a me, e mi sussurra una frase all’orecchio, che mi lascia senza fiato.
«Io non posso averti».

Premetto che questa One-Shot è interamente in inglese e che non verrà tradotta (almeno da me) dato che per questa lingua è nata, dunque mi sembra giusto così. E' moltissimo tempo che non torno a scrivere e, se l'ho fatto, è stato solo perché mi sono sentita motivata a condividere di nuovo ciò che mi passava per la testa.
Ho raccolto tutto ciò che ho appreso dal corso di Letteratura Inglese che ho frequentato quest anno in università e ho pensato: cosa passa per la testa di un soldato ferito? Cosa gli viene in mente quando attorno a sé ha solo bombe, morte e distruzione?
Chiedo perdono per eventuali errori, non sono madrelingua e ho scritto di getto.
Detto questo spero davvero che vi piaccia, che riusciate a immedesimarvi, il soldato non ha nome e questa non è una lettera, ma una sorta di stream of consciousness, dunque può essere ripetitivo e complicato da seguire.
Vi auguro buona lettura!

Tutt'intorno cuori rattristati rifiorivano,
Agli albori della primavera degli amori in disuso.
Così non accontentandomi d'una sola meraviglia,
M'innamorai d'ogni cosa che mi circondava:
Il mare, il tramonto, gli occhi di lei.

La storia di due grandi amici, Albrecht e Shmuel, separati a causa della Seconda guerra mondiale, che faranno di tutto pur di tornare insieme.

L'epilogo che John Green non ha mai scritto. Il finale della storia avvincente di Hazel e Augustus raccontata da me, dal mio cuore. Spero vi piaccia, e spero che piaccia anche al signor Green!

"Pietre iridescenti
su di un muro di pelle
lacrimante, distrutto"

Aveva inciso sulla linea del tempo un segno indelebile. Era un immortale. Era un dio.

Perché ormai sei davvero stufa di molte delle persone che conosci, che un tempo reputavi importanti, che un tempo credevi ti fossero amiche, e che invece adesso non ci sono, ti hanno pugnalata alle spalle. Non ti fidi più di nessuno, perché in passato hai sempre commesso l'errore di fidarti di tutti e di essere troppo buona, con l'unico risultato di esserti affezionata immediatamente, senza -forse- essere ricambiata, e di essere stata usata, ingannata perché troppo generosa e disponibile.

Come facevo a odiarti, come facevo a non amarti, come facevo a non provare quello che provavo?

Per non dimenticare i cento e passa morti del naufragio di questa mattina. Clandestini provenienti dalla Somalia, in fuga da una guerra più grande di loro. Donne incinte. Bambini. Un tributo a queste decine di martiri innocenti.
* * *
Fatima è nel panico: stanno affondando? Ma non è possibile, il padrone diceva che queste navi non affondano mai! C'era così tanta gente... La mamma non si vede più, ma Fatima non può cercarla.
Acqua. Troppa, troppa acqua. Fatima ormai non ha più niente sotto i piedi. Stanno davvero naufragando? No! Lei deve vedere l'Italia, lei vuole delle amiche che le insegnino cosa viene dopo il tre, lei vuole farle giocare con il fratellino e ridere, ridere tanto per cose stupide ed essere felice.
Perché c'è stata la guerra? Perché i suoi fratelli sono morti? Perché la mamma non c'è?
Il fratellino si rimette a piangere, terrorizzato e infreddolito, e Fatima lo stringe, annaspando nell'acqua fredda e scura che si alza e si abbassa. – No. Non piangere, va tutto bene. Tutto bene. – ormai Fatima sta singhiozzando.

(...) "Lei correva sul prato, raccogliendo fiori e inseguendo farfalle dalle splendide ali viola. Rideva, solare e colma d’energia come solo una quattordicenne innamorata della vita poteva fare. Poi era successo: non aveva visto quel sasso, nascosto dietro un ciuffo più alto d’erba sul quale padroneggiava un grande fiore dai petali gialli." (...)
Ecco a voi la mia primissima storia sui Fantasmi... e speriamo bene... ^^''
Buona lettura!
(Nona Classificata al Contest "I titoli del maestro" indetto da Marge86)

Prendete una studentessa annoiata che decide di iniziare un gioco.
Prendete uno studente, annoiato pure lui, che decide di stare al gioco.
Senza conoscersi, i due iniziano a scambiarsi dei biglietti: per scriversi, per scoprirsi, per sapersi.
- - - - -
"Ciao straniero."
"Ciao io-odio-la-biologia."

-Oggi ognuna di noi riceverà un bacio!-
-Sciocchezze.-
-Non ne sarei così sicura.-

Nei dì di festa i bambini più piccoli piangevano. Non amavano mettere i vestiti più belli ed eleganti. Con quelli indosso non potevano rotolarsi nel fango o salire in cima agli alberi più alti per guardare il panorama. Rischiavano di sporcarsi e, quindi, di far arrabbiare le mamme. Odiavano pulirsi le orecchie, pettinarsi i capelli e doversi comportare bene.
***
GrisamxPervinca | One-shot
[Storia partecipante al contest "Romantic Contest" di Silvia Fencis

" “Ti devo
parlare”
Tre
parole. Tre pugnalate al cuore."
E se tutto quello che ti rimane sono i ricordi, cosa faresti?