L'8 settembre del 1943 viene firmato dal governo Badoglio l'armistizio che porrà fine alle ostilità tra le potenze alleate e l'Italia. Sarà l'inizio della fine...
Roma 1943: Occupazione tedesca. Vite spezzate portate via dalla guerra, dall'odio e dalla folle ideologia. Ci sarà spazio per uno spiraglio di luce?
Da un estratto:
Lo vide per la prima volta mentre marciava e niente fu più come prima. Tutto in Lui trasudava potenza e morte, la sua uniforme con le numerose medaglie al valore e i simboli inconfondibili che identificavano la sua appartenenza a una delle più temibili macchine di morte. Uomini senza pietà addestrati a uccidere e a non chiedere mai, ma semplicemente ad agire, senza bisogno di parlare. La ragazza si rese conto che osservarlo in quel modo era sbagliato, non voleva attirare la sua attenzione, ma quando volle rimediare fu troppo tardi. I suoi occhi erano già puntati su di lei.

Albion aveva bisogno di un capo, un eroe che guidasse una rivolta. Mentre al castello, Re Logan si muoveva spietato nei confronti del suo popolo, in tutto il paese dilagavano povertà, malattie e malcontento. Ma rivolgiamo lo sguardo sulla città di Bowerstone, agli eroi di tutti i giorni, così che possa raccontarvi la mia storia. È iniziato tutto qualche tempo fa… Mi chiamo Renèe. Da quel che mi ricordo ho trascorso la mia infanzia a Brightwall a studiare nell’Accademia di Albion con mio padre finché per una serie di eventi, mi sono trovata a domandare lavoro in una fabbrica nella zona industriale di Bowerstone. E fu lì che lo vidi. L’uomo più arrogante, subdolo e affascinante che avessi mai visto. Reaver.
Dalla parte di Aurora invece io, Rahi'ana, cammino con la testa alta, come ogni Auroriano è abituato a fare, padroni di noi stessi e temerari contro l’oscurità del mondo alla ricerca delle legittimazione di mio figlio che cambierà il suo destino e quello del nostro popolo.
[Reaver x OC] [Logan x OC]

Till Zeigler, varcata la soglia di Buchenwald nel 1940 come SS da campo, potrebbe benissimo essere considerato un esempio di pura razza. Ed è proprio quello in cui ha sempre creduto per tutto il corso della sua esistenza, ambendo sin da ragazzo a una carica di successo e scalando la gradinata attraverso raccomandazioni e conoscenze.
È un uomo abbietto e vanesio, senza scrupoli di nessuna natura, certamente il tipico esempio di chi ha ben chiaro cosa desidera; eppure, sotto il detto Jedem das Seine, anche lui avrà a che vedere con i suoi fantasmi e quell’eco d’insoddisfazione che è tipico della coscienza umana.
Sotto la guida di un pazzo di nome Lawrence Anderson, una figura misteriosa e sadica, questo si troverà a comprendere fin troppo bene il significato del motto in ferro battuto sulla cancellata del campo e lì, oltre la soglia del Sonderbau, una strana ossessione senza nome, una donna dallo sguardo intenso e terribilmente pregnante, sembrerà segnarne il destino.

Affascinata, accarezza il marchio dell'Esterno con il pollice, poi con le dita della mano libera ne percorre alcune linee.
"Cosa significa?"
Probabilmente qualcosa del tipo… dannazione eterna, o schiavo dell'Oblio, ma preferisco darle una risposta diversa e mi stringo nelle spalle.
"È per questo che sai fare quelle cose?" indica il vaso con un cenno del mento.
In un certo senso… quindi annuisco.
"Ma… ti fa male?"