PRINA CLASSIFICATA AL CONTEST And you can tell everybody, this is your song La storia di Mina una barbona che vive in una stazione e del suo amore per Alfredo

Sono vite vissute o buttate al vento. Assaporate fino in fondo o perse prematuramente. Sono persone, uomini donne e bambini, di cui nessuno conosce il nome. Ma la loro storia è incisa nella polvere, come sussurri e sospiri in tragiche notti e malinconici giorni.
Eros and Thanatos, la Morte e l'Amore, sempre a braccetto, forse in contrasto, forse uniti fra loro. In un'eterna lotta fra baci e ferite.

«Da dove vi viene, dicevate, questa tristezza strana,
che sale come il mare sulla roccia nera e nuda?»
— Quando il nostro cuore ha fatto una volta la sua vendemmia
vivere è un male.
Un cinico, perduto, maledetto alcolizzato viene accolto da lei, calda come una stella e come la speranza. Ma "non è amore, è solo calore"...

Cronaca di un pianto e del suo parossismo con graffe malate in un pomeriggio nuvoloso di settembre.

La vita si involve, in sbuffi di fumo,
lasciandosi guardare mentre decide di morire.

Quando una notte ho aperto gli occhi e ho preso a gridare e a rompere tutto intorno,E fare uscire quel sangue,che lo sapevo solo io,che sapevi solo tu,E prendere a calci il cemento perché il vetro era già rotto.

Altro racconto introspettivo, ossessivo e scuro.
“Ho ucciso” mormorò.
L'uomo rabbrividì.
“A coltellate. Era bellissima. Il suo sangue mi colava nelle mani, a fiumi, a pressione. La odiavo, Dio, la odiavo a morte. Tu non immagini quanto fosse dolce, saporito il suo sangue!”

Aveva saltato, e proprio così le era successo, di rimanere impigliata al cielo.

Ride, rido.
Rido di me. Ride con me.
Ma io non rido con lei perchè lei ride di me.
Ritrovandomi stanca, senza aver mai avuto la forza di correre,
annaspando in un silenzio che sa di solitudine e che rimbomba nelle orecchie, come il suono che non esiste delle foglie che cadono.
{Perchè il vento stanca, non lo sai?}

"Camminarvi silenziosamente dietro,
in un furioso slalom tra la folla,
a prendere a calci l'opinione
e acconciarla in sguardi che terrorizzino,
a cercare altrove
ciò che la gente non vi sa dare."

Pareti ornate di buio, calze bruciate e baci al sapore Di mentolo, hai qualcosa dentro che ti attanaglia i polsi. Sognavo vermi inermi e strade diroccate, camere affittate E vasche fatte di fazzoletti e di te.

"Dove vuoi andare, bella ragazza? New York? Berlino? Parigi, anche!" Ma tu lo riconosci, e ricordi di esserci già stata, in quei posti di cui tanto canta le meraviglie; ricordi i sogni già disillusi, tra una macchia e una parola, troppe volte, troppo spesso.
A Miss Dark, per il suo compleanno.

Non avevo tempo, ma lei non capiva. Non voleva capire.
Voleva che volassi via con lei.
Non capiva le mie spalle spoglie. Non capiva le mie caviglie legate alla terra.
Non avevo tempo, ho cercato di dirglielo. Non c’è più tempo per niente.

Urlo, mi arrampico e frano.