Socchiuse gli occhi quando l’eco della risatina di una giovane cameriera arrivò al suo orecchio: quella sua pudica vergogna gli fece irrigidire i muscoli delle spalle, già doloranti per le lunghe ore di allenamento giornaliero. I fianchi, privi del peso della spada, si muovevano veloci lungo il parquet dell’edificio.
Proseguì lungo il corridoio, fino ad arrivare davanti alla porta scorrevole. E l’aprì – Kyojurou lo stava ancora aspettando, e voltò lo sguardo nella sua direzione appena poté. «Giovane Kamado! Eccoti, finalmente!»
[Per Rina (L)]

Si ridesta sulla sedia, con il busto sporto nel vuoto e l’impressione del pugno su cui ha appoggiato il viso contro la guancia: il bambino ha fatto un rumore.
Veloce, anche se tutto il corpo sembra intorpidito, Lilia si volta verso il letto e lo guarda in volto. Lui ha ancora gli occhi liquidi e le guance arrossate, ma sembra molto più presente di prima.
Gli appoggia una mano bianca sulla fronte e poi sorride.
-Ora sembra che tu stia meglio, Silver. Ti è calata la febbre.
[Lilia + (baby!)Silver]

-Forza! Forza! Che se aspettiamo ancora un po’ le giostre si fermano e i cancelli chiudono!
Yukichi, senza assolutamente comprendere l’iperbole di lui, alzò gli occhi al cielo sgombro e vide il sole ancora ben alto tra le poche nuvole. Era mattina, e li attendeva una bella giornata assieme.
Sentendosi ignorato, Ranpo lo raggiunse con pochi passi pesanti e gli prese il braccio, così da trascinarlo in avanti. Arrivarono finalmente ai cancelli d’ingresso e poterono consegnare i loro biglietti – Ranpo saltellò come un bambino appena passato l’impalcatura in ferro e vetro, godendo dello spazio a disposizione data la poca gente presente. Si voltò però subito verso l’altro, facendo roteare i bordi del suo bel mantellino color castagno.
-Ho passato la notte a studiare un percorso per fare quante più giostre possibili! Dobbiamo cominciare subito!

Ultimi gradini della scalinata: l’odore di pioggia e di umido gli arrivò addosso assieme a una folata di vento, e la sua mano fu lesta a recuperare il manico dell’ombrello che aveva rubato a Kunikida, poco prima di lasciare l’Ufficio.
Uscito all’esterno, rimase inebetito a sentire il rumore di gocce scroscianti e dei fiumiciattoli dei canaletti di scolo che scendevano dei tombini – macchine di passaggio e passi veloci, persino il campanello di una bicicletta che riecheggiava dietro l’angolo, all’incrocio tra il negozio di dolciumi e il ristorante di sushi.
Trattenne a stento un’espressione di malinconia, in un sorriso tirato.
[Nekomimi!Au - CatBoy!Atsushi / Human!Dazai]

-Dovremmo riposare dopo lo spettacolo…
-Voglio fare l’amore con te, stasera. Non sono stanco per nulla. Tu?
Si voltò verso di lui: il fidanzato aveva già le guance rosse e gli occhi languidi, pieni di desiderio. Ricambiò il suo abbracciò e lo baciò con dolcezza, per rassicurarlo.
-Neanche io sono stanco…
Kanata sorrise appena, così felice.
Allora Chiaki non reagì quando lui sciolse il suo accappatoio e poi il proprio, permettendo ai loro corpi di sfiorarsi e di toccarsi, accarezzarsi. Come in una danza, arrivarono uniti al letto e vi si stesero, senza mai separarsi neanche di un centimetro. Kanata gli baciò anche il collo e le spalle, mentre Chiaki gli spettinava i capelli e annusava il suo profumo buonissimo.
[Partecipante alla 14° Edizione del P0rnFest di LandeDiFandom]

Un suono acuto, ripetuto a intervalli regolari: una macchina bianca e fredda che dava voce a una vita testarda.
Chiaki si svegliò all’improvviso, prendendo un profondo respiro di ossigeno puro dal respiratore attaccato alla sua bocca. Il suo corpo tremò e la sua testa divenne pesante, il cuore si fece più veloce nel petto.
Richiamati dall’allarme della macchina, accorsero attorno al suo lettino bianco prima un paio di infermieri in camice, poi persino un dottore. Chiaki cercò di muovere le braccia per afferrare qualcosa, in un gesto che gli era rimasto impresso nella memoria – c’era qualcuno da salvare, qualcuno da proteggere, ma non ricordava chi.
Quando l’allarme rientrò e i parametri si ristabilizzarono di un poco, il medico si fece avanti e nel silenzio della stanza si sporse oltre la barriera di ferro del letto e gli sorrise.
-Signor Ryu Red, mi sente?
Partecipante al Contest «I don’t want to lose hope: I’ll be a hero!», indetto su Torre di Carta da Rinalamisteriosa

-Lo odiavi così tanto, quest’uomo?
Davanti alla luce della fiammella, Kaoru fissò gli occhi spenti del signor Kunugi. Non comunicavano più nulla ormai, neppure in punto di morte sembrava avesse provato dolore, e la cosa lo infastidì un po’.
-Ho incontrato di peggio. Questo posto è pieno di gente come lui, arroganti e ipocriti.
Chiuse gli occhi, ricordandolo vivo in immagini nitide che erano impresse nella sua memoria. Quella brutta faccenda con Narukami, di qualche mese prima, doveva essere messa a tacere in qualche modo – altrimenti la reputazione di Arashi, una tra le sue ragazze migliori, sarebbe stata inghiottita da uno scandalo assolutamente intollerabile.
Rei rise, riportandolo alla realtà.
-Il sapore del peccato è più delizioso di quello dell’innocenza.
-Mi domando allora quale sarebbe il mio sapore.
-Oh, Kaoru-kun! Io non ti mangerò! Sei troppo prezioso! Mi dai una copertura, e tutto questo buon cibo… sei davvero troppo, troppo prezioso.
Rei fece un sorriso da demone e i suoi occhi rossi rivelarono un numero, qualcosa di cui Kaoru non aveva mai davvero chiesto ragione – non gliene serviva.
[FanFic partecipante alla decima edizione del BigBang Italia!]

Il primo dei loro abbracci fu decisamente bagnato.
In riva a un mare benigno e maligno allo stesso tempo, Chiaki aveva dato il primo vero contatto umano a Kanata, quel qualcosa che gli aveva rivelato la dimensione dei propri stessi sensi.
Era stato un poco doloroso: il ragazzo aveva provato la sensazione di un calore capace di sciogliere quella barriera che si era creato attorno – o che qualcuno lo aveva indotto a creare.
Non era stata sgradevole, aveva detto, ed era stato vero.
Chiaki era sempre stato così, capace di fare le più grandi cose spontaneamente, meraviglie che solo un uomo come lui avrebbe potuto compiere. E Kanata lo ha amato, lo ama per questo motivo.
Quel loro primo abbraccio aveva sancito l’inizio di ogni cosa. Per loro come persone, per loro come compagni, per loro come amanti.
[FanFic partecipante alla decima edizione del BigBang Italia!]

Si sveglia cogliendo un rumore, con la guancia e il profilo del viso ancora schiacciati contro il petto di lui – forse ha sentito il cuore di Chiaki battere più velocemente, forse era soltanto un sogno.
La televisione è ancora accesa e manda segnali senza importanza; Kanata allunga le gambe sul divano e alza il viso, proprio quando l’altro uomo tenta di asciugarsi velocemente gli occhi con la mano libera. Imbarazzato, sta guardando nella direzione della porta d’ingresso, senza un reale perché.
Le braccia di Kanata sono alla sua vita, perché prima di appisolarsi era già addossato a lui, così gli è facile stringerlo nuovamente e chiamarlo con voce soffice.

Di quando il rosso incontrò il verde.
l’altra tiene una macchina fotografica davanti al viso, l’obiettivo puntato verso di lui. Quando si accorge di essere stata scoperta, la ragazzina sussulta e abbassa velocemente l’oggetto, rossa come se fosse appena stata scottata dal sole. (...)
«Ti sei perso una bella occasione, amigo».
«Nah, non è nemmeno il mio tipo».
Di quando il fidanzato incontrò il fratello geloso.
«Credimi, è meglio così. Vash è… Un po’ geloso. Lui mi ha cresciuta e c’è sempre stato per me, gli voglio molto bene, ma è parecchio protettivo nei miei confronti. Portarti in casa… L’avrebbe visto come un’invasione».
Gilbert aggrotta le sopracciglia e arriccia le labbra.
«Bah, non credo farà fatica ad accettarmi».
Di quanto il padre incontrò il pannolino.
«No!». Heike continua a ridere. «No! Lovi!».
«Non ci credo!» esclama Gilbert, lanciando un’occhiata torva a un Lovino dalle guance rosse, «La sua prima parola…».
«Tecnicamente, la sua prima parola è stata “no”» dice Ludwig.
...
Raccolta di flash e brevi os.
Gilbert/Lily. Mini accenni GerIta, Spamano, AusHun.
...
[HB Rinalamisteriosa!]

Parte Seconda, capitolo sette:
«E tu che ci fai qui?» domanda Shikamaru, sorpreso.
Il servo accenna un sorriso. «Ho sentito dei rumori mentre controllavo la tenuta e mi sono incuriosito. Tu non dovevi rimanere illeso?» aggiunge, dando un’occhiata a Naruto.
Il duca grugnisce. «Avevo proprio voglia di farmi trapassare la spalla da un proiettile, così sono uscito e mi sono fatto sparare dal primo pazzo che passava. Mi annoiavo.»
Parte Terza, capitolo tre:
«Trovo ammirevole la velocità con cui vi muovete malgrado le vesti che indossate, Lady Hanabi, ma gradirei poter concludere la nostra conversazione da fermi.»
[Avviso: questa storia sta subendo ancora qualche modifica ed è perennemente in fase di revisione, per dirla tutta. Mi scuso per gli errori che troverete durante la lettura] [Avviso 2: nel prologo ho inserito un altro avviso in merito]