''È perfetto'', pensa Taemin ''È perfetto, è il momento.'' pensa, avvicinandosi impercettibilmente.
Minho se ne accorge, e non si allontana, spalanca gli occhi e la sua mente va in blackout. Taemin si avvicina ancora, e Minho non fugge ma fissa le sue labbra, allora l’idol chiude gli occhi -il cuore che batte nel petto così freneticamente da far tremare le ciglia- e socchiude appena le labbra per rilasciare il respiro che aveva intrappolato in gola fino a quel momento. Mai in tutta la sua vita ha sentito nello stomaco un groviglio così denso di emozioni, neppure la prima volta che ha fatto sesso. Il sospiro dolce di cioccolato di Taemin si infrange sul viso di Minho, facendolo quasi rabbrividire d’aspettativa. Un leggero rossore colora le guance di Taemin e Minho si perde ancora a guardare il suo viso, che non ha mai visto così da vicino e che gli fa salire il cuore in gola. Il tempo sembra fermarsi e Minho accarezza dolcemente la guancia di Taemin con il pollice. E si avvicina ancora.
''Potrebbe essere l’ultima occasione.''

Si dice che cogliendo la rosa, questa perda il suo valore, il suo fascino. Si dice che dopo aver assaporato il frutto, non ci sia più nessuna attrattiva in esso, perché non c’è più la voglia di scoprirne il sapore.
Si dice che il seme della giovinezza appassisca se colto troppo presto. L’innocenza è una cosa preziosa, che va coltivata col tempo.
Niente si spense in Minho, con la sua maturazione. Anche dopo che Jonghyun ne ebbe colto il fiore più bello, questo rimase vivo e attraente e di un rosso così profondo da avvolgere ogni cosa. Anche dopo averlo preso, non era sfiorito in lui il fascino del suo mistero.

Non mi serve vederti.
So tutto di te.
So che quando eri bambino volevi fare l'astronauta, ma poi ti hanno seduto davanti ad un pianoforte e ti sei scordato dello spazio in un battito di ciglia.

“Vieni bene anche così Tae. Adesso però rivestiti che ti prendi la polmonite.” gli tira la maglietta, il ballerino esegue. È ancora perso nei suoi pensieri, ha le guance rosse come se improvvisamente si vergognasse.
“Una cosa però te la voglio dire hyung.”
“Spara.”
Il ragazzino lo guarda in viso per l’ultima volta, quel pomeriggio.
“Sei troppo bello per stare dietro all’obiettivo.”
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Questa è una storia di sbagli e di amicizia.

È sacrilego.
La bellezza di Taemin, il suo aspetto, è un sacrilegio paragonato a ciò che Taemin è davvero. Il mondo in cui è nato è sacrilego, ma Jonghyun dopo averlo conosciuto pensa che non può essere un totale inferno, non ancora. La Terra non è ancora diventata l’aberrante ombra di se stessa, se è riuscita a far nascere un essere come Taemin.
Corrotto, inevitabilmente corrotto, ma oh, così bello, se solo avesse conosciuto la luce…

"Non ho visto il tuo amore Jonghyun, e non ho visto questo.” Si chinò di nuovo, un bacio più deciso.
“Questo cosa?” esalò il principe.
“La salvezza.”

Ti ho incontrato lì dove la terra incontra il mare.

“Kibum, perché continui a pretendere che il giorno non nasca? L’alba non è poi così male.”
“Sì, se ti costringe ad andare via.”
Questa è una storia sull'amore e sul peccato.

Passi. Passi per incontrarti, in mezzo alla folla.
Destino.
Passi per seguirti, passi per dimenticarti.
Solo passi.

Mantenere una relazione a distanza può rivelarsi difficile, se non impossibile.
Dopo aver rotto in malomodo, Jonghyun e Kibum hanno perso i contatti e hanno ricominciato la loro vita con altre persone. Jonghyun ha raggiunto l'apice del successo con la sua band, mentre Kibum ha deciso di tornare in Corea nella speranza di riuscire a realizzare il suo sogno. Sono passati anni, ma nessuno è mai riuscito a dimenticare davvero l'altro.
Cosa accadrebbe se per colpa di una fortunata coincidenza i due si incontrassero di nuovo?
Jongkey | Sequel di Cinque Giorni

C'è una canzone che non può essere scritta,
c'è una gara che non può essere vinta.

Taemin passa la giornata in un grande attico, in alto sopra le nuvole. A volte si affaccia alle enormi finestre e immagina che il vetro non ci sia. Ci appoggia la fronte e i palmi delle mani, poi guarda giù, verso le luci della città, e si sente come in bilico in cima al mondo.

[ Crossover SHINee + Nu'est • 2Min • JongKey • JRen • Warning!Multipairing • Warning!BrokenPairing ]
La psiche umana è un corridoio con troppe uscite: e non sai mai qual è quella corretta.
Forse, però, l'uscita peggiore è quella alla quale conduce la porta della paura. Da quella non si può fuggire, non c'è modo: quando ti attanaglia, non ti lascia andare più. Ed è la medesima porta che Kim Kibum ha aperto per vigliaccheria, in un momento di sconforto, è la stessa porta che ha fatto entrare il mostro chiamato "problemi" nella vita di Choi Minho e Lee Taemin, e questo stesso mostro ha un molteplice nome. Alcuni lo chiamano "mafia", impropriamente, altri lo chiamano "Kim Jonghyun". Ma quest'ultimo, detto in confidenza, preferisce chiamarlo: "Lee Jinki".
E Kim "JR" Jonghyun e Choi "Ren" Minki sanno bene cosa è capace di fare quell'uomo. Per questo hanno ceduto al Dio denaro ed hanno messo le loro spettacolari e geniali capacità al suo servizio - ma in verità, nessuno più di loro due può temere quell'uomo. Ma fra l'essere suoi nemici ed il soccombere, la scelta è molto più semplice di quanto non appaia.
Lee Taemin è in pericolo, ed è tutta colpa di Kim Kibum.

Tutte le storie d'amore hanno bisogno di prendersi il loro tempo, eppure, a volte nascono sentimenti anche lì dove di tempo non ce n'è.
Un viaggio di cinque giorni in una città straniera farà incontrare Jonghyun, membro di una rock band sul lastrico, e Kibum, un aspirante stilista trasferitosi in occidente per tentare la fortuna.
Basteranno cinque giorni per innamorarsi di qualcuno? E una volta giunti al termine, si sarà davvero pronti a dire addio alla persona che si è scoperto di amare?
JongKey | 2min (accenni).

[...]Nonostante l'annebbiamento della sua mente dopo l'orgasmo intenso, Taemin riuscì comunque a divincolarsi e strappare via la benda. Aveva bisogno di vedere Minho in quel preciso momento.
Sbatté rapidamente le palpebre un paio di volte, prima di famigliarizzare con la semi oscurità della stanza. Non appena si abituò colse all'istante quegli occhi grandi e così neri, e il modo in cui lo stavano guardando.
Poteva avere anche milioni di fans urlanti sparsi per il mondo, miriadi di fotografi che lo acclamavano per la sua bellezza e doti. Non gli importava.
Soltanto sotto quello sguardo riusciva a sentirsi veramente bello. Solamente quando Minho lo guardava in quel modo, si sentiva per un attimo come il secondo uomo più bello del pianeta.[...]