A più di un secolo dalla Guerra dell'Anello, il regno di Elessar giunge a conclusione. Nell'Est sta sorgendo un nuovo comandante, mentre circolano strani artefatti che contribuiscono al consolidamento del culto della Tenebra. Come se non bastasse, gli Avari sembrano in fuga da qualcosa e sono entrati nel Regno Riunito.
Nel cuore di Gondor, approdano due stranieri venuti da Valinor con una missione specifica: scoprire cosa ne è stato degli Stregoni Blu dopo la caduta di Sauron. Se Nielíqui, l'Araldo di Oromë, conosce molto bene i territori in cui devono addentrarsi, il suo compagno di viaggio –Eönwë, l'arrogante Araldo di Manwë– non ha intenzione di lasciarle la guida della spedizione: non si fida di lei, la vede destinata a cedere alla Tenebra.
Ma presto Niel ed Eönwë devono mettere da parte ogni rivalità per sopravvivere nella rete di politica e religione in cui sono finiti. E scopriranno che la differenza tra giusto e sbagliato non è netta come credono, e che spesso la scelta più corretta non è la più indolore.

A Rhosgobel, Radagast appassisce.

Cosa dirai loro? [...]
Non lo so, mormora Ñolofinwë. Poi guarda avanti, verso la strada del porto che gli si staglia dinnanzi, inevitabile come la lealtà a un giuramento scellerato: per ogni curva, per ogni ciottolo bagnato di sangue una parola, un voto. Sia egli nemico o amico. Dannato o innocente. Elda o Maia.
Ad Alqualondë, dopo il Fratricidio, Fingolfin è una volta padre e una fratello.

“I was young and I looked on his flame, and now I’m old and lost. He was young and his flame leaped towards me, but he turned away, and he is young still.”
– J. R. R. Tolkien, "Athrabeth Finrod ah Andreth" (History of Middle-earth X – Morgoth's Ring)
Nei giorni felici, Andreth e Aegnor forse hanno solo passeggiato e chiacchierato. Ma “la sua fiamma balzò verso di me” potrebbe dire ben altro.
[Aegnor/Andreth | Modi non-così-creativi per evitare il matrimonio elfico]

Promesse sono state fatte, voti pronunciati… manca solo una cosa perché il matrimonio di Curufin sia completo.

Fëanáro s'irrigidisce, puntando il proprio sguardo nel suo. Ed è un po’ come specchiarsi nell’acqua di una fonte: la superficie ondeggiante confonde i contorni, alterandoli appena, ma è comunque possibile identificarsi nel riflesso.
Due quasi-fratelli, un incontro (quasi) fortuito.

A Tol-in-Gaurhoth, Finrod e Beren sono prigionieri di Sauron, che ha fatto divorare i loro dieci compagni da un grosso lupo, nella speranza che qualcuno di loro rivelasse l’identità del signore elfico che gli ha tenuto testa.
Ora tocca a Beren, ma Finrod ha una promessa da mantenere. E troppe mancanze, sue e di altri, a cui rimediare.

Sono passati più di trent’anni dalla Battaglia dei Cinque Eserciti e Bard è malato e ormai a un passo dalla morte. Una notte, Bain riceve una visita particolare che riporta la sua mente a quella battaglia sotto la Montagna e a tutte le sue conseguenze.

Non sono ancora pronto a perdonarti per averlo salvato, dice e Findekáno rimane lì, a guardarlo. Occhi negli occhi di quel grigiore che ha il cielo assediato dalle nubi, che hanno le ceneri del mondo arso da un eterno orrore.
Dopo il salvataggio di Maedhros, Fingon affronta Turgon.

Dopo la distruzione degli Alberi e il furto dei Silmarilli, Melkor e Ungoliant fuggono verso la Terra di Mezzo avvolti in una nube di tenebra.
Per lui sembra tutto finito in trionfo, ma Ungoliant non è sazia, non ancora.
C’è un ultimo tributo che desidera.

Fëanáro ha un problema: sta per nascere l’ultimo figlio di quella Vanya usurpatrice e vorrebbe essere il più lontano possibile dal palazzo. Ma suo padre ha preso a cuore il suo braccio come anti-stress e Fëanáro non può dire di no a paparino caro.
Peccato che, mentre attende la chiamata nel giardino della sua infanzia, le sue sorellastre gli si appiccichino addosso e non c’è altro modo di levarsele di torno se non... assecondarle.

Sulla strada per le Montagne Nebbiose, la Compagnia dell’Anello si ferma per riposare. Legolas dà una mano con la cena a Sam e i suoi pensieri volano oltre i monti, da quel padre che lo ha lasciato partire senza sapere che Legolas potrebbe non tornare più.

Aiya Eärendil Elenion Ancalima!
Così ti salutano, da tempo immemore, i popoli liberi della Terra di Mezzo.
Elfi, per lo più, alla cui stirpe una volta, per metà appartenevi.
Pochi tra i mortali invece, rammentano la tua storia. E quasi nessuno s’interroga riguardo i tuoi pensieri.
Perché ha forse pensieri una Stella?
Se solo sapessero…
(breve introspezione di Eärendil il Marinaio, padre di Elrond e Elros.)

Allora Tyelkormo aveva teso una mano nel buio, sino ad arrivare là, dove percepiva la presenza di Curufinwë. Aveva cercato la sua mano gelida, abbandonata fra le pieghe delle pellicce, e l’aveva conquistata un po’ alla volta, dito per dito, pelle su pelle, delicatamente ma con fermezza.
Il Doriath è una promessa di vendetta all'orizzonte, mentre Celegorm ricorda sprazzi della sua vita. Sua e di Curufin.