“Maledizione!!!” sibilò Izaya, ancora carponi sul gabinetto, mentre con la mano destra si riavviava i capelli, cercando di darsi un tono. L’inconscio e da un paio di settimane anche la vita gli avevano giocato nuovamente un brutto scherzo, riesumando dal passato stralci di memorie che aveva cercato di reprimere in ogni modo. Da un po’ di tempo la realtà stava sgomitando prepotentemente per tornare a galla e stavolta non avrebbe ceduto.

Un teppista: è questo che pensa di essere Kouyou Takashima. Spezzato da una vita che è stata capace di dargli solo grandi delusioni, si crede un totale fallimento… un ragazzo buono a nulla e senza obbiettivi per il futuro.
Yuu invece è una persona dolce, simpatica e solare. Ama la musica, la vita e non si arrende di fronte a niente. Quando per la prima volta incontra Kouyou il suo desiderio sarà proprio quello di fargli dimenticare tutto ciò che ha passato, ma le cose non sono mai semplici… soprattutto perché Kouyou, di cambiare, non ne ha la minima intenzione.
[Aoiha/Reituki]

[ JRen; ARen; accenni BaekMin. ]
'' Abbassò lentamente lo sguardo verso le proprie braccia; erano scoperte dalle larghe maniche del cardigan grigio che stava indossando in quel momento. Fissò quelle macchie bluastre sulla propria pelle lattea per qualche minuto, la testa iniziava a girargli, le orecchie gli fischiavano, come succede qualche attimo prima di svenire e lui lo sapeva bene, quella sensazione era una cosa quasi normale ormai, così familiare, così… quotidiana. ''
'' « Non lo dirò a nessuno, Minki. » Jonghyun lo rassicurò, dopo averlo preso da parte per poter parlare da soli. Minki alzò lo sguardo verso quello di Jonghyun. Gli occhi velati dalle lacrime e un nodo alla gola urlavano un silenzioso grazie. ''

Decisamente avevano un’opinione piuttosto differente sul concetto di “pulito” così come per tantissime altre cose. Erano una coppia abbastanza strana con caratteri quasi opposti e senza apparenti punti in comune, interessi e gusti quasi agli antipodi e in più c’era da aggiungere una differenza di età che, specie per i primi tempi, era stata piuttosto difficile da gestire. Si somigliavano più nei difetti che nei pregi: entrambi erano fin troppo arroganti, orgogliosi e testardi, ma esprimevano anche queste loro caratteristiche in maniera piuttosto diversa. L’unico elemento che oggettivamente li accomunava era di appartenere entrambi allo stesso sesso. Eppure, per una qualche strana alchimia, loro insieme semplicemente funzionavano.

Strappati dal proprio mondo, come piccoli e indifesi uccellini portati via dal nido dalle grinfie del gatto affamato di dolore e morte.
Esattamente così successe anche a lei, in una mite giornata di neve, mentre leggeva davanti al caldo e accogliente caminetto si addormentò. I soffici e corti capelli marrone/rossicci posati sul grande cuscino color smeraldo.
La piccola sognò, sognò il Mondo del Libro, fatto di boschi e piante mai viste, di colorati giocolieri e scuri briganti, popolato da animali fantastici e, purtroppo, visibili solo in sogno:
Esseri alti e bassi, lunghi e stretti, magici e/o alati… ma tutti inesistenti… o almeno questo era ciò che la bimba, chiamata Jane, credeva.
Allora questa storia mi è venuta in mente così mentre leggevo Cuore d Inchiostro il quale mi ha ispirata ma state tranquilli!! Dal terzo capitolo in poi tutto sara diverso ^^, vorrei sapere la vostra opinione/consigli/suggerimenti e correzioni.
Grazie a chi leggerà e recensirà questo bozzetto ^^
Ice98

[...]
< Hyung, perché non parliamo un po’? >
L’espressione eufemisticamente ridotta a un “mio dio, ho appena scoperto che GD è una donna col pene” di T.O.P. si evolse nella terrificante “mio dio, ho appena scoperto che GD è una donna col pene mestruata”.
< P-parlare? > squittì il disgraziato non capacitandosi del brutto tiro che le sue orecchie dovevano avergli giocato.
Il sorriso di Ji-Yong si allargò ulteriormente.
< Sì Hyung, parlare. Quella cosa che in genere fanno gli uomini per comunicare. >
< Adesso??? > così dicendo calò lo sguardo sulla patta dei pantaloni rigonfia di entrambi, in particolar modo su quella del più giovane dove, per chi lo avesse scordato, era ancora nascosta la sua mano.
< Sì, proprio adesso. Puoi… uscire di lì? >
[G-TOP]
Demenza everywhere. Le dediche all'interno