Il finale di Mockingjay mi ha lasciata proprio come Katniss, come Peeta, come Haymitch: spezzata, smarrita, sola, disorientata. Scrivere è stata l'unica cosa che mi ha permesso di liberarmi di tutte queste sensazioni, un po' alla volta, per essere libera di ritrovarle solo quando lo desidero nel rileggere o ricordare tutti i personaggi creati da Suzanne Collins. Così ho scritto. Partendo direttamente dal testo dell'ultimo capitolo, per immedesimarmi meglio e per cercare di avvicinarmi allo stile della Collins (così lontano dal mio), ho cercato di ricollegare tutti i flash, tutte le scene che ho immaginato nella mia testa e ho messo insieme questa Fan Fiction.
Spero di darvi il senso di chiusura che io stessa cerco, nel mio lavoro e in quello degli altri, anche se solo in una piccolissima parte.
Buona lettura!
Nota: il titolo si riferisce all'album - e non alla canzone - dei Coldplay. La FF non è ispirata a nessuna delle track dell'album, nonostante queste mi abbiano tutte ispirata notevolmente.

{ Finnick/Annie ~ Odesta! ♥ }
Corse come se ne andasse della sua vita, come se Annie potesse volare via da un minuto all’altro.
E Finnick sapeva che quel rischio era alto, grande, insormontabile come un palazzo di dieci piani. Annie era come cristallo, bellissima, ma pur sempre fragile e delicata. Sarebbe bastato un solo alito di vento troppo forte, una parola sbagliata, un movimento scorretto e lei sarebbe caduta, spezzandosi in mille pezzi, e anche se qualcuno avesse rimesso insieme tutte le parti in cui si era rotta, lei non sarebbe più stata la stessa, ma sarebbero rimaste le crepe, mute testimoni di una vita ormai perduta.
La sensazione che Finnick aveva quando stava di fianco alla ragazza era proprio questa. Gli pareva di essere affiancato a del cristallo ormai rotto – eppure, tra mille crepe, Annie riusciva ancora ad essere bellissima e preziosa.
[ Questa storia partecipa al contest "La vuoi una zolletta di zucchero? Finnick Odair's contest" indetto da ticci.EFP sul forum di EFP. ]

«Dio Cristo! È la Vigilia di Natale!» sbotto stanca e spazientita, seguita da un coro di più o meno venti persone che, come me, hanno appena appreso che l’ennesimo volo per Detroit è stato cancellato.
[...]
«È occupata?» chiede, indicando la poltrona alla mia destra. Ci sono file e file di posti vuoti e lui sceglie proprio di sedersi accanto a me. Mah.
Non che mi dispiaccia, ci tengo a sottolinearlo.
«Sì. Lo tenevo per te. Sai com’è, sono in aeroporto da ore e poi mi sono detta “Hey, potrei tenere un posto a Sam, chissà, magari mi capita di incontrarlo”». Mmm. Forse mio fratello non ha mai avuto tanto torto nel definirmi stupida sin da quando ne ho memoria.

...Se lo disse anche a fior di labbra, sottovoce: "Veronica Alberice Scarlini della Torre, sei uno schianto."
Aveva diciotto splendidi anni, era raffinata, ricca, alla moda, trendy da morire, più fashion di Paris Hilton, più glamour di Anna Wintour, più sensuale di Monica Bellucci. Nessuno del centinaio abbondante di ragazzi della sua scuola poteva non sbavare mentre lei passava senza degnarli di un solo sguardo, nessuna delle 2000 oche della sua scuola poteva non morire d’invidia, nessuno del corpo insegnanti poteva non rimpiangere di non avere avuto un solo grammo del suo allure nella loro triste, patetica esistenza.
Quindi, non poteva essere altrimenti: lui finalmente l’avrebbe guardata.

E finalmente... come promesso. New moon dal punto di vista di Edward.
Estratto dalla prefazione: -E io… un
mostro, un animale senza respiro, non avevo più alcun motivo
per vivere, nulla aveva più senso, niente sembrava
più avere una direzione. Guardai la luce del sole
abbracciare le figure rosse che affollavano la piazza e sorrisi appena.
Morte, unica compagnia, unica speranza. Ah quanto dolore, quanta
sofferenza...-.

Spoiler il canto della rivolta.
Finnick e Annie.
Annie volteggia con addosso il vestito verde della cerimonia.
Gira come una vecchia trottola, odore di mare e di spiaggia, vecchi pezzi di legno infilati nella sabbia.
«Annie, aspetta.» Si appoggia al muro e ride, con una mano sulla pancia.
La guarda correre.
Annie è una sirena che ha scoperto che cosa significa camminare, sarà per questo che a nessuno sembra davvero normale. Sarà per questo che Finnick non ha mai guardato nessun’ altra. Gli basta pensare a lei per fare qualunque cosa, scappare, pescare, ridere, sorridere, uccidere, salvare qualcuno.
Trovare un modo per restare sempre se stesso.

Un tributo a chi ho amato.
Uno sguardo nel cuore di ognuna di loro, perchè in fondo glielo dovevo.
Per sempre.
Sola.
Diversa.
Me stessa.

- Dimmi chi sei...
Un bacio, un altro.
Le coperte si arrotolano sui loro corpi intrecciati, la seta è fresca sulla loro pelle accaldata.
Lei ansima, chiude gli occhi a una nuova dolce e profonda spinta.
- No.
Sussurra.
I muscoli di lui si contraggono, con impeto affonda dentro di lei ancora di più.
- Io... credo di amarti...
Una risata sottile, dolce... malinconica.
- No.
- Ti prego... dimmi chi sei...
- ...No...
*Seconda classificata al concorso “Porn with plot - IV edizione”, di Matilde di Shabran

Insomma, all’inizio gli era sembrata tutta una gran figata. Trasformarsi in un lupo gigante e far scappare con la coda fra le gambe i Vulturi o quel che erano? Proprio una gran figata.
Poi sono cominciati i problemi, problemi che al momento si concentrano tutti nel non avere una sola maglietta adatta alla sua nuova taglia. Oh, ed anche nell’essere costretto a dover continuamente controllare le sue emozioni. E nel ritrovarsi appioppati turni di guardia nell’orario in cui qualunque persona con un minimo di vita sociale sarebbe fuori casa a spassarsela. E nel non poter nemmeno protestare. E nel…
Ok, non si concentrano per niente da nessuna parte. Restano solo un enorme, schifoso mucchio di problemi.
(Storia prima classificata al contest Quando divenni lupo, indetto da Jakefan e Kagome_86, e vincitrice del premio Humour)

Un piccolo racconto "telefonico"... perchè è san Valentino e non c'è giornata più adatta per "spruzzarsi" addosso un pò di romantico rosa!

AGGIORNATO IL SESSANTOTTESIMO CAPITOLO
Infiltrato nel clan di Fenrir Greyback, Remus Lupin finirà per scontrarsi con quella realtà dalla quale ha sempre tentato di sfuggire. Nel frattempo, a Londra, Tonks non può far altro che cercare di sopravvivere alla guerra che imperversa per la città. Una storia fra umani e licantropi, fra amicizie improbabili e segreti dimenticati, per decidere se sia più forte il richiamo del sangue o quello del cuore.

Dividere una mansarda con un estraneo è sempre impegnativo. Se però l'estraneo sveglia mezza città alle tre di notte perché facendo sesso grida come un pazzo, ti fa trovare i suoi calzini sporchi nel frigorifero, si dimentica di riciclare la plastica e ha i capelli tinti di rosa, la situazione diventa davvero complicata.
“E tu, Demian,” chiese Leonora “non hai paura di essere solo?”
“Io... no. Solo è chi chiude il suo cuore. Ciò che temo non è di non essere amato, ma di non trovare qualcuno a cui dare il mio amore.”
Il tema di questa storia è la devozione d'amore: quando si dona il cuore a una persona senza chiedere niente, ma proprio niente in cambio. E allora, se un ragazzo speciale ha dimenticato se stesso come in un lungo sonno, esiste qualcuno capace di ricordargli che, oltre il tetto, ci sono ancora le stelle. Perciò non fatevi ingannare dalle apparenze: comincia come una commedia leggera e frivola, ma se le date tempo, diventa molto di più. Come i suoi protagonisti.
[Finora (forse) la mia storia completa più bella]

Albus Silente di reca a casa Lupin per offrire a Remus un posto nella sua scuola, in un modo un po' particolare...

Tonks, persa nei suoi pensieri, quasi andò a sbattere contro Teddy che, in piedi su una sedia, stava dettando ordini a un buon numero di foto sparse sul tavolo davanti a lui.
“Tate femme!” gli intimava serio, sventolando la manina con l’indice puntato nell’aria, a mò di bacchetta.
“Teddy?”
“Oh!” il bimbo fu lesto nell’intrecciare le mani dietro la schiena.
Iniziò a fischiettare, ostentando noncuranza, con il solo risultato di sputacchiare ovunque senza riuscire a emettere un solo suono che fosse diverso da una pernacchia.
“Cosa stai combinando?” chiese, sospettosa.
“Niette.”
“Ah. Vedo.”
Teddy regala a un amico Babbano una foto magica e i suoi genitori capiranno quanto fosse stato "profetico" il loro amore.