Sentirsi così legati con il proprio parabatai, condividere ogni minimo stato d'animo, la piena completezza dell'anima solo quando si era vicini al proprio fratello di sangue, il desiderio di protezione e il sacrificio a costo della propria stessa vita. Era un amore che andava ben al di là del solo piacere carnale. Un amore superiore a quello che si poteva provare per qualunque altra persona. Nessuna coppia di amanti, sposi, genitori e figli poteva comprendere quanto fosse intenso essere un'anima sola in due corpi.
(Spoiler su "Il Principe")

Inevitabilmente pensa a quando si sono baciati la prima volta, schiacciati senza nessuna grazia contro un muro della doccia negli spogliatoi dell’Iwatobi, alle labbra di Rin, ai suoi morsi che facevano un male cane, perché non li dosava mai, era un po’ come un cucciolo, mordeva, mordeva, mordeva e non si accorgeva di farlo sempre più forte, ma a Makoto piaceva e non si lamentava, nemmeno quando rischiava di ritrovarsi i segni.

[MikoIzu]
Totsuka aveva l'abitudine di dire: “L'ho saputo sin dalla prima volta che l'ho visto.”
Izumo non sa se l'ha saputo da subito senza accorgersene o se è stata una questione di tempo e tempo passato insieme sotto il sole e sotto le stelle e dentro il bar e in parchi isolati, ma capisce di cosa parla Totsuka e allo stesso tempo è un sentimento completamente diverso.

Rivedere dopo tanto tempo la persona che ami può provocarti un turbinio di emozioni; ciò che non ti aspetti minimanente è scoprire che, alla fine, il vostro incontro è stato voluto da un destino infausto.
Ero cambiato. Ormai sapevo come funzionava la vita in guerra, sapevo cosa significava uccidere qualcuno. Stavo diventando un soldato. Un soldato che stava pian piano sostituendo il semplice ragazzino che era nato e vissuto ad Amestris in un paesino di nome Resembool, e che voleva, seppur senza ammetterlo direttamente, tornare a casa.
[ INCOMPIUTA - Un giorno verrà aggiornata (forse) ]

Il loro era un brano a quattro mani, la tastiera le loro anime, il suono il prodotto della loro alchimia: una melodia perfetta, sopraffina, un tango suonato al pianoforte, una passione travolgente che prendeva forma solo se erano due voci a plasmarla. Quello era il loro caso. Fin dove si potevano spingere? Non lo sapevano, per questo agivano con cautela incitandosi l’un l’altro, a voce, a gesti, trascinandosi sempre più giù in un vortice da cui era impossibile uscire se non si arrivava fino infondo.
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Oneshot AkaMido partecipante al p0rn fest! Dedicata a mughetto nella neve!
Buona lettura!

"Dovresti lasciarti andare un po’ anche tu, come un ragazzino." Kuroo aveva quel sorriso a metà e quella voce che sembrava fatta apposta per stuzzicare.
“Non sono cose per me” aveva risposto Tsukishima, prima di allontanarsi.
Poi però era tornato sui suoi passi.

SouRin post episodio 12 - contiene spoiler per chi non ha ancora visto la puntata in questione.
"«Non pensavo di esserti mancato così tanto» articola Rin, tra sospiri e fruscii di lenzuola. Sousuke chiude gli occhi e posa le labbra sulla sua fronte, quando le dita del ragazzo prendono a tracciargli distrattamente il fianco nudo.
«Tu non pensi» soffia sulla sua pelle, la stretta su di lui che si rinsalda appena. «Ma ciò non ti autorizza ad andartene di nuovo.»"

Spoiler! 2x09
Tuttavia, Haruka non è un libro finito. L’inchiostro continua a macchiare le pagine del libro formando nuove parole che Makoto non riesce più a comprendere, come se appartenessero ad una lingua a lui sconosciuta.
[Pairing MakoHaru | Angst/Fluff/Introspettivo | Missing Moment]

Il gesto di tirare indietro l'elastico del cappellino è solo la conferma definitiva, perché Makoto capisce subito che quella figura uscita dalle ombre del corridoio è il loro Rin e lo sa per una motivazione estremamente limpida: il suo cuore si è risvegliato dopo anni di torpore.

"Makoto in quel momento si sentì..svuotato, ecco l'aggettivo esatto. Si sentì svuotato da ogni preoccupazione, da ogni iniziale titubanza, paura, inibizione. Ma qualcosa lo tenne ancora incatenato al mondo mentre continuava a muoversi sulla pista, oltre il caos della folla disordinata intorno a lui che ballava a ritmi sfrenati, ovvero gli occhi di Rin puntati su di lui, che lo osservavano attentamente, con minuzia, lo analizzavano in ogni minimo dettaglio. Makoto si sentì quasi spogliare da quello sguardo, magnetico e provocante, come i suoi movimenti,consapevoli di essere accattivanti [...]. Come attratto da una calamita, si avvicinò al rosso, per ballare insieme a lui al sincrono, sempre mantenendo il magnetico contatto visivo che aveva agganciato, e imprimendosi in viso un sorriso appena accennato, in risposta a quello radioso dell'altro, quasi come per dire:'Vedi? Alla fine ci sono riuscito’."
Lo so, come presentazione non è proprio il massimo, ma provate a immaginare un Makoto impacciato ed un Rin più provocante che mai avvolti dall'atmosfera vitale e pericolosamente eccitante di una discoteca e vi verrà subito voglia di leggerla..O almeno speriamo.
Una fantastica role scritta in collaborazione con Robs!

Haruka sa molte cose di Makoto.

Haruka non vuole che arrivi il momento di avere una ragazza. Non gli importa niente di appuntamenti e cose del genere, sta bene così.
Non vuole che qualcuno sia così vicino da interferire con la sua sfera intima, con le sue consolidate e buone abitudini, e finisca per invadere lo spazio nel quale si muove.
A parte Makoto.

Non aveva mai fatto caso a quanto evidente fosse la presenza di Makoto nella sua quotidianità finché lui non si era allontanato. Senza notizie, senza spiegazioni, come se la colpa fosse sua.
Come se la colpa fosse mia.

Non poteva essere davvero quel Sasuke Uchiha: il pianista che in cinque anni aveva inciso tre splendidi album di cui ricordavo a memoria ogni singola nota, di cui sapevo ogni dettaglio umanamente conoscibile da un fan, la persona che avrei dato qualsiasi cosa per sentire parlare a quella distanza, senza microfoni né schermi, se ne stava lì a chiacchierare con la Rosa girando pigramente lo champagne nel bicchiere. Impossibile.
[Impaginazione e titolazioni rivisitate, Dicembre 2011]

Sakura tremò, mentre il corpo di Sasuke, stretto ancora tra le sue braccia, s’irrigidiva. Ora lei sapeva che non sarebbe più riuscita a fermarlo.
Sasuke si liberò dalla presa di Sakura, scansandola, nonostante tutto con una certa gentilezza.
Si fermò solo una volta arrivato a pochi centimetri dalle sbarre della cella di Oboro.
Neji afferrò Sakura per impedirle di intervenire.