[Gundam Iron-Blooded Orphans]
La vista del Flauros impegnato in una battaglia contro lo shiden bianco pilotato da Eugene fu come una zannata dritta sul cuore. Il suo cuore, che era già stato lacerato dalla morte di Shino e che ora Arianrhod si stava divertendo a ridurre a brandelli.
“Se proprio dovevate usarlo…” nemmeno lui si riconosceva in quel tono basso e grave “almeno dovevate cambiargli il colore!”
What if della serie Gundam Iron blooded Orphans

Marte è cambiato, e molto: l'ha vista rinascere un pezzo alla volta. Le periferie non sono più così povere, c'è tanto da lavorare e tanto da costruire. Sembrano tutti pervasi da un fuoco fatto di speranza e fiducia.
Ma quell'angolo brullo è rimasto esattamente com'era, e la lapide che onora i caduti di Tekkadan si affaccia ancora sulla vallata di roccia e terra rossa. Forse è per questo che ogni tanto fugge lì. Quel posto gli somiglia: come lui, è troppo arido e troppo lontano da tutto il resto per poter rifiorire.
Ambientata tre anni dopo l'ultima puntata di Gundam Iron Blooded Orphans.

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[Gundam Iron-Blooded Orphans][Gundam Iron-Blooded Orphans]"... aveva lavorato come meccanico sin dai primi anni della sua infanzia, non aveva ricordi di un periodo in cui non tenesse in mano chiavi inglesi o saldatrici. Era stato circondato così tante volte da lastre di metallo, chiuso all’interno di sezioni da assemblare o aggiustare, da trovarsi a suo agio solo fra quelle pareti, quasi fossero quelle dell’utero di una madre che non aveva mai conosciuto."
Fanfiction sull'anime "Gundam Iron Blooded Orphans", Norba Shino X Yamagi Gilmerton.

Kotaro Hayama non amava i rapporti troppo stretti, per questo non si era mai seriamente legato a qualcuno. Voleva viversi appieno i suoi diciassette anni senza pensieri o comportamenti imposti, soprattutto nella vita privata. Fondamentalmente quello era il suo modo di fare e viversi la vita, senza rendere conto a nessuno. Essendo un ragazzo istintivo, come tale affrontava le situazioni e le persone, prendendo quello che gli piaceva e scartando ciò che lo annoiava.
HayamaXMiyaji

Cosa succederebbe se a Kise venisse improvvisamente in mente di organizzare una rimpatriata con i suoi vecchi compagni di squadra?
Dal testo:
"Nonostante gli anni fossero trascorsi inesorabilmente e anche con abbastanza fretta, lui aveva fatto di tutto per riuscire a mantenere i contatti con i suoi vecchi amici, seppur con fatica. Dopotutto, non si poteva certo dire che quei cinque fossero propriamente delle persone normali, quindi ciò che per gli altri risultava un semplice gesto da apprezzare, per loro non lo era! [...] Organizzare questa rimpatriata era divenuto per lui un obbiettivo veramente importante da raggiungere ed esserci riuscito lo aveva reso estremamente felice."

‘Piacere da impazzire?’ Quella frase così bella gli sembrava in ogni caso strana. Parole come pazzia non comparivano nel suo vocabolario da persona ossessivamente razionale. Eppure quel sentimento non aveva una ragione precisa… quindi, forse sì… avrebbe potuto definirlo irrazionale.

In un’università grande come quella di Tokyo è praticamente impossibile incontrarsi, ma il destino tesse trame inaspettate stravolgendo la vita di due ragazzi, trasformandoli da rivali in amore ad amanti ...
"Troppo bello per quanto stronzo..."
Sasuke scosse la testa, sì Naruto era decisamente ubriaco. “Vorresti dire che ti piaccio?”
Naruto rise di nuovo “No per carità … io non sono gay. Mi piace troppo scopare le belle ragazze … constatavo solo …”
Sasuke decise di prendere la palla al balzo “Anche Sakura?”
Naruto si sentì colto in fallo e cercò di negare “E’ solo un’amica… e poi è già impegnata.”
“Non ci credo, se lei ti dicesse di sì, tu ti tireresti indietro solo perché è impegnata?”
Naruto non si sentiva lucido per quella conversazione era sicuro che si sarebbe fregato con le sue mani, meglio cambiare strategia “Cos’è vuoi propormi una cosa a tre? Oppure sei di quelli che amano guardare le proprie ragazze che vengono scopate da un altro?”
“No grazie dobe. Io preferisco agire e poi non credo che con un ragazzo mi si alzerebbe mai.”
Naruto sorrise “Anch’io l’ho sempre pensato, però ho un amico che sostiene il contrario. Dice che nessuno resiste ad un bacio ben fatto…”

[I Guardiani della Luce]
Ormai erano passati poco più di due mesi da quando avevano salvato Palermo, risolvendo il mistero di Laura Lanza. Dopo quegli eventi, avevano affrontato solo un paio di demoni, cavandosela alla grande. Privi di una guida, quelli rimasti in circolazione parevano allo sbaraglio e quindi particolarmente vulnerabili. Nonostante la minaccia incombente del Demiurgo, la vita dei Guardiani della Luce scorreva tranquilla e abbastanza pacifica. Eppure qualcosa, nel cuore di Gabriele, era rimasto irrisolto. E, forse, anche in quello di qualcun altro. Da "I Guardiani della Luce" di Nino Giordano

-Ma questa non dovrebbe essere una dark room?- chiese stizzito, coprendosi gli occhi per il fastidio, dato dallo sbalzo di illuminazione.
Quando li riaprì vide che lo sconosciuto si era alzato. Era a petto nudo, indossava solo dei jeans chiari con il primo bottone slacciato che lasciava intravedere dei boxer bianchi. Era a piedi nudi. Al collo aveva una collana con un pendaglio azzurro. Sembrava avere qualche anno più di lui, ma sicuramente non più di trenta, era in ottima forma, biondo, e si accorse che gli occhi erano dello stesso colore della pietra della collana. Sorrise internamente, sembrava che Suigetsu si fosse ricordato dei suoi gusti, adorava gli stranieri…
-Sembra che ti piaccia quello che vedi…- disse lo sconosciuto avvicinandosi con un sorrisetto, senza rispondere alla sua domanda.
La voce roca e lo sguardo intenso, da predatore, dell’altro, gli fecero rizzare tutti i peli del corpo. Ma decise che non gliela avrebbe data vinta così presto, per cui si limitò a sbuffare:
-Tsk…
L’uomo gli girò intorno, mentre lui rimaneva immobile.
-Non sei abituato a questo…- commentò il biondo quando fu dietro di lui. Poi aggiunse, a pochi centimetri dal suo orecchio, -come mai sei qui?

"Perché finiamo sempre per incontrarci?"
Makoto si guardò distrattamente il mignolo della mano sinistra, immaginandoci un filo rosso legato. Gli balzò alla mente una frase riguardo il destino, ma la cacciò all’istante, considerandola una stupida credenza per ragazzine sentimentali. E dire, non gli erano mai piaciuti i discorsi complessi.
I° Seguito di DisSimile

-Tu piuttosto?- chiese per evitare di rispondere, -non dirmi che Gaara ti ha lasciato uscire da solo vestito così?
-Cos’è, un apprezzamento Uchiha?- si divertì a prenderlo in giro il biondo, -non me lo sarei mai aspettato da te…
Inaspettatamente l’altro rimase per un istante senza parole e Naruto ne approfittò per rincarare la dose:
-Visto che ti sei imbarazzato, vai a prendere da bere per entrambi, che io sono stanco morto…
Poi si sedette sul divanetto che era a lato della scrivania di Shikamaru.
-Ma…- provò a protestare il moro.
-Su, su,- disse mentre gli faceva cenno di andare verso la porta, -tanto non mi sembra tu abbia di meglio da fare, no?
Lo vide lanciargli un’occhiataccia e poi dirigersi verso il corridoio con aria seccata.
Sorrise soddisfatto, per una volta era riuscito a metterlo in difficoltà…
...
Gli venne da ridacchiare ripensando a quanto era stato innamorato di lui quando erano solo dei ragazzini. Anche se erano passati tanti anni, ormai ne avevano entrambi trentuno, lo trovava ancora bellissimo, con quel portamento fiero e arrogante, i capelli scuri più lunghi sul davanti e quegli occhi che sembravano quasi neri, magnetici.

Naruto è un ragazzo cresciuto per strada, la sua unica famiglia sono i suoi amici. Si sente solo nella sua casa ed ha veramente bisogno di calore umano. Come se fosse una manna dal cielo arriva un angelo a sarlvarlo...ma che gli porterà un bel pò di problemi!

Makoto Soda non aveva mai creduto in Dio. Per lui esistevano soltanto l'onore, l'orgoglio e la forza. Aveva fiducia nei compagni, ma nessuno poteva dirsi suo amico. Tantomeno il cannoniere francese.
Il suo cuore appannato era qualcosa di troppo intimo, per poterlo mostrare agli altri con facilità. Non sarebbe bastata una semplice passata di mano...

Le sensazioni di una torbida passione, vissute dentro il riflesso della persona bramata.
Il desiderio di un ragazzo che ha trovato, finalmente, la donna perfetta.

Era ancora il periodo delle medie. Mentre si allenava Kaede Rukawa sentiva quegli occhi ardenti su di lui. Un ragazzo dalla folta capigliatura rossa lo fissava, in continuazione da dietro quella rete. In silenzio. Scatenando dentro di lui sensazioni confuse, incontrollabili, opprimenti che prendevano vita nei suoi sogni più nascosti. Quello è stato il loro primo incontro...