"Io ed Anne siamo sempre stati accanto, da quando aveva tredici anni. Abbiamo navigato insieme. Abbiamo ucciso insieme. Abbiamo condiviso esperienze che non puoi nemmeno lontanamente immaginare".
Jack Rackham e Anne Bonny, i due "partner fino alla tomba".
Il mio obiettivo è quello di dare voce alle esperienze che li hanno legati così tanto, rendendoli due inseparabili metà.
Dal V cap.
Sì, avrebbe riscattato il suo nome. Era solo questione di tempo. Si sarebbe dannato se non ci fosse riuscito.
Lo doveva principalmente a suo padre, che era morto nell’infamia, povero e pazzo, lo doveva ancora di più ad Anne che, pur avendone avuta la possibilità, non aveva ancora smesso di stargli accanto, nonostante le tante peripezie in cui l’aveva coinvolta.

come promesso questa storia è tornata, più forte e decisa del passato.
in questa storia in cui mi cimenterò parlerò di un destino parallelo rispetto a quello che tutte noi conosciamo.
cercherò di non rendere i miei personaggi OOC, ci proverò sul serio.
spero che la mia idea vi piacerà. ^__^

Med ha 24 anni e non ne fa una giusta. Porta avanti una relazione di sesso con un soggetto di discutibile fascino, è 2 anni fuori corso ad una facoltà che non ha intenzione di terminare, è sovrappeso ed è pure stronza. O forse è solo socialmente inadeguata.
Ma più di tutto è persa: nella collana di errori che l’hanno portata a questo punto, ha dimenticato chi voleva essere.
Con Med ci sono Bet e Jules, le persone che di lei sanno tutto. Un trio improbabile, con l’eleganza oratoria di un gruppo di scaricatori di porto, che passa la metà del tempo a prendersi in giro e parlare di sesso. L’altra metà del tempo, però, si completano a vicenda.
All’apice della stronzaggine di Med, arriva lui: un po’ arrogante, impiccione e con un’ossessione - a quanto pare - per il grosso culo di lei.
Una storia di affetti, ridicoli avvenimenti, sesso e parolacce: perché a 24 anni la vita è anche quello.
E anche le ciccione, stronze e infelici fanno sesso. A volte.
Dal Testo:
“Che...che...che cosa vuol dire?” balbetto inebetita.
“Vuol dire che da oggi io e te avremo tantissimo tempo per fare l’amore in ogni stanza della casa.” mi risponde lui, facendomi l’occhiolino.
Questo mi manda ancor più fuori di testa.
“Tu sei tutto scemo! Io starò con la Amish che non si lava, non con uno la cui priorità è il proprio pisello!”
Lui mi fissa smarrito e, suppongo, anche un po' divertito.

Decisamente OOC, l'essenza stessa dell'OOC...oh, ma c'è tutto! C'è Oscar vestita da donna al ballo con Fersen, c'è la lenta agonia, ci sono gli amori di Alain Andrè e Girodelle per Oscar, il mito del tavolino rovesciato, il mestolo simbolo della nonna...solo che avevo voglia di giocare e a forza di mischiare le carte ne è uscita una storia un po' assurda con una girandola di personaggi: Oscar, Madame, il Generale, la piccola LouLou, qualche personaggio nuovo e persino una delle Fate della Bella Addormentata come Guest Star! (sotto mentite spoglie, ovviamente!) E con la gentile partecipazione di una Manga Principessa che apparirà in un delizioso cameo...E c'è una misteriosa filastrocca che...

Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.
Ma quando le reazioni sono quelle dei figli alle azioni dei padri?
Quanto possono, le scelte dei genitori, gravare su quelle dei figli?
Violet aveva sempre pensato che ciascun uomo, al mondo, avesse la facoltà di scegliere e gestire ogni singolo tratto della propria vita.
Quando si trova di fronte la vita sua e quella dei suoi figli, si rende conto che ogni singolo gesto, nel passato, può avere una ricaduta nel futuro.
E nell’Inghilterra di metà ‘800, tra parenti serpenti, segreti nascosti e invidie pungenti, i padri sono ancora tutti lì a scegliere per i figli.
- Tu non lo sposerai! –
- Ma perché!! Spiegatemelo! – I capelli rossi ondeggiarono, circondando il viso rosso di furia.
- Perché lui….perchè no!! –
[…]
- Tutto quello che ho fatto io… -
- Tutto quello che hai fatto ci ha rovinato la vita, Violet. –
[..]
- Io…io ti amo. –
- Anch’io – soffiò, sfiorandogli il viso con la mano. Suonava come un addio. – Ma non posso. E’ mia sorella. Ed è innamorata di te. –
Sequel di 1823 – Vices & Virtues. Si può anche leggere indipendentemente.

Parodia dell'episodio in cui Enea, da tempo a Cartagine, riceve l'ordine di lasciare la città per adempiere al suo eroico destino. I pensieri del personaggio in maniera assolutamente inedita.

I vizi e le virtù dell'Inghilterra dell'Ottocento come non ve li hanno mai raccontati. Nessun filtro, nessuna poesia, i fatti nudi e crudi. Tra scandali e balli di corte, il mondo inglese filtrato dagli occhi di Violet Cavendish, tra gli amori e le convenzioni e l'improvviso fuoco di un duca dagli occhi di ghiaccio.
- Sei bellissima... - sussurrò lui, troppo vicino al suo viso. Violet sentiva gli occhi del ton su di lei, nonostante la sala fosse affollata.
- Non credo che dovreste stare così vicino. - gli disse, a testa alta. I suoi occhi di ghiaccio la perforavano oltre ogni limite: non avrebbe dovuto avere reazioni del genere, William aveva parlato con suo padre, avrebbero dovuto sposarsi. Ma perchè Nicholas si ostinava a procurarle sensazioni del genere?
- La mia presenza ti infastidisce Violet? Lo so che non è così. - insistette lui, soffiandole vicino ad un orecchio e provocandole un brivido lungo la schiena.
- Vi prego di smetterla. - cercò ancora di sottrarsi lei, ma lui le prese una mano.
- Tu mi vuoi. - soffiò. E quelle parole risuonarono come dalle porte dell'inferno.

“Cosa faresti se non potessi morire?” è un problema che Gemma non si pone, non quando il cancro si sta portando via il suo ragazzo. L'unica soluzione che riesce a vedere è rappresentata dal Vitotal, una medicina che tutti hanno imparato a conoscere come “il farmaco dell'immortalità”. Un miracolo realizzato che ha privato il mondo della propria umanità. Per averlo Gemma è disposta a tutto, persino a gettarsi tra le braccia di quelli che dal Vitotal si sono fatti corrompere fino al midollo. Persino ad appartenere ad “Hannibal”. Così infatti è conosciuto Dante, uno che dal Vitotal è stato compromesso talmente a fondo da portare gli effetti nel corpo e nella mente.
In un mondo che assieme alla morte ha perso anche la sua umanità, come può ancora esistere l'amore?

E' successo. Treville lascia il comando. Quello che accadrà è la diretta conseguenza delle scelte di Athos.

- Infondo è pur sempre una bella storia da raccontare.-
Si accarezza i capelli, sorridendo ancora, come una bambina.
Era la loro storia.
Una storia che parla di un tempo, di un luogo, di persone.
Ma sopratutto una storia che parla d'amore.
Un amore che vivrà per sempre.

Si stava stancando di lei.
Questa era la paura che attanagliava Hermione, mentre si lavava di dosso la spossatezza della giornata di lezioni per prepararsi al suo incontro con Draco. [...]
Si stava stancando di lui.
Questa era la paura – no, il dubbio – che attanagliava Draco, mentre si dirigeva al suo appuntamento con la Mezzosangue. Oh, e va bene, la paura, una fottuta ed insopportabile paura. E non gli piaceva avere paura.

Il mio tormento, puntuale, torna a farmi visita.
Quel sorriso sprezzante del pericolo, quella sfrontatezza stampata in volto.
Chiudo gli occhi e mi è di fronte.
Gli angoli della bocca curvati verso l'alto.
Si prende gioco di me.
Mi guarda e sorride, perché sa già che riuscirà a sfuggirmi.
"Dimmi chi sei".

Hermione: “Allora, signorina Weasley, cosa puoi dirci riguardo il tuo rapporto con la scrittrice?” Ginny: “Vorrei subito sottolineare che dalla prima pagina del libro, sembro una assatanata ammiratrice di Harry. Le persone normali non mandano quei bigliettini schifosi che io ho mandato ad Harry quando era stato male per il braccio che cantavano San Valentino di qua e di là. Io non l'avrei mai fatto. In più, nei primi tre libri sono una specie di fantasma che diventa rosso se Harry mi chiede 'Mi passi la forchetta?' e poi passo a darla a qualsiasi uomo sulla terra dal quarto libro in poi, a cominciare da Micheal Corner. Ma dico, l'avete visto Micheal Corner? Non finisce qui, comunque.
[...]
Skeeter: “Non credo che lei non si sia divertita durante le numerose relazioni che ha avuto con i fidanzati, non è vero? O lo nega?” Ginny la guarda con rabbia. “Mi sono divertita, come ogni adolescente.” Skeeter: “Un adolescente normale non va in giro a darla a tutti se non ne ha voglia.” Ginny: “Ma io ne avevo voglia!” Cala il silenzio nella sala. Molly trattiene il respiro. Ron tira un pugno sul muro. George ride all'impazzata. “Che orrore!” “Che putt...-” Skeeter: “Io ho concluso.” dice soddisfatta guardando gli occhi rabbiosi di Ginny.
Perché ne sono morti troppi.
Perché non serviva che li ammazzasse.
Perché anche con un po' meno di tragicità ci sarebbe piaciuto lo stesso.
Perché il settimo libro è una strage.
Capisco alcune scelte della Rowling, ma credo che abbia esagerato.
E questa è la mia risposta.
Mahoney*

I cinque cavalieri di bronzo, i grandi eroi dei bambini, visti per una volta da un bambino. Vincitore del premio conferitogli da me medesima sua sorella maggiore nella sezione 'Giovani Voci' nella gara di fanfiction indetto a casa mia, di cui era l'unico partecipante, l'Autore de 'I Cavalieri dello Zodiaco e le Cinque Fatiche' (Tia, anni sette, seconda elementare) decide di divulgare l'opera al pubblico. Non deludeteci. Azione e suspance in un racconto a capitoli in cui i giovani cavalieri dovranno affrontare nemici decisamente imprevedibili e palesemente ispirati dai documentari di Animal Planet. Vi aspettiamo!