Guerra finita, normalità da ristorare. Cosa accadrebbe se, in un momento tanto delicato, l'equilibrio di Hogwarts venisse fatto vacillare... dalla letteratura?
Dal prologo: "[...] non poteva fare a meno di pensare che quelli suoi e di Malfoy non erano affatto giochetti. Erano qualcos’altro, qualcosa che neanche lui sapeva definire, qualcosa che, per certi versi, c’era sempre stato e che gli sarebbe dispiaciuto perdere."

Sentì che qualcosa di molto grosso stava per piombare sulla sua testa proprio quando, una volta entrato nello studio, si accorse della presenza di Draco Malfoy nella stanza.
***
La preside lo guardò con un sorrisetto.
"Sarò breve. Ho in mente una cosa per voi due."
Harry si spaventò.
"Una punizione, professoressa?"
"No, signor Potter."
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"Sia chiaro," sputò Malfoy con la sua solita voce strascicata, senza degnarlo nemmeno di uno sguardo "Non ho intenzione di fare nulla che quella megera ci ha imposto di fare, Potter. Ognuno per la sua strada." E detto questo evaporò dal corridoio.
Quelle astiose parole erano le prime che Malfoy gli rivolgeva quell’anno.
Questo però non gli impedì di inveire sulla sua figura ormai scomparsa da un bel pezzo e brontolare un "Che razza di cretino" prima di correre in Sala Comune e cercare una soluzione a quell’enorme disastro.