(Post-Reichenbach)
Quando Sherlock fa il suo ritorno, John decide di lasciare per sempre Baker Street. E' il turno del detective di passare tre anni in un limbo prima che una cliente gli proponga l'unico caso capace di riaccendere il suo interesse.

Una serie di drabble ispirati da canzoni su Torchwood, in particolare sulla Jack/Ianto.

Chi di voi non è mai stato incantato dalle magnifiche puntate del Mignolo col Prof?
*La guardano male, ma lei li ignora*
E se al posto di Mignolo ci fosse Sebastian? E se al posto del prof ci fosse Jim? E se per conquistare il mondo avessero deciso di coinvolgere John e Sherlock in una caccia al tesoro? Con tanto di indizi in rima, voglio dire. In inglese. C'è un motivo per cui sto lavorando su questa fic da mesi.
Non propriamente Mormor ma nemmeno Johnlock. Solo... Un'avventura in chiave umoristica dei nostri quattro amici.
Con tanto di sigla, è.
Sebastian con il boss! Sebastian con il boss!
Uno è un geniaccio, l’altro invece no!
Son criminali che
se son contro di te
sei fritto... Sebastian con il boss boss boss boss boss boss boss boss…
La notte rende attivo,
e io ti vesto d’esplosivo!
E prima che nasca il sole
o sei morto o sei messo male!
Sebastian con il boss,
ma specialmente il boss,
è contrastato da Sherlock Holmes!
Che col suo amico John
parteggia per i buon!
Che coppia... Sebastian con il boss boss boss boss boss!
Tududududum… Tu-dum!

Un giorno, memore di una promessa forse mai realmente pronunciata e di parole scambiate in un momento d'amore, John decise di reagire. Sherlock era capace di fare qualunque cosa, e soprattutto cose per chiunque altro impossibili.
Così, quel giorno, John cominciò a cercare.
“Sarà esattamente così, John. Quando morirò, non voglio fiori o lapidi, o cose del genere. Io sarò ancora in giro, nelle fattezze di qualcun altro, magari qualcuno del tutto dissimile da me. Potrei essere il ragazzo dei giornali, o il barista di uno squallido bar di Soho. Tu dovrai solo fare attenzione. Dovrai solo guardarti intorno”.
John rise di gusto a quell’ affermazione, pensando se davvero Sherlock sarebbe stato capace di una cosa del genere. Conoscendolo, non dava poi per scontato che non dicesse la verità.
“Ci credo” disse, scherzosamente. “Ne saresti capace”.
Sherlock gli baciò la fronte, delicatamente, scivolando poi alla tempia con la carezza del suo respiro.
“Mi cercheresti, John?” chiese poi, e a John sembrò terribilmente serio. “Non è vero?”.
John gli catturò il viso tra le mani, sorridendo e baciando il detective dolcemente, con devozione.
“Ogni giorno, Sherlock”.[...]

School!AU
Il ragazzo biondo scosse la testa, non senza un briciolo di sconforto, prima di abbandonarsi nella poltrona.
-Non so. A volte... A volte penso seriamente di arruolarmi, dopo la laurea.
-Mhm, capisco. Sei drogato di adrenalina. Vuoi sentirla impossessarsi di tutto il tuo corpo, dando vita a indescrivibili emozioni che ti confermino che sei...
Una pausa, in cui Sherlock cercò di nuovo gli occhi di John, trovandoli, abbracciandoli con i propri.
-Che sono cosa?-, lo incalzò, con il respiro che quasi gli stava morendo in gola per la tensione.
-Vivo-, rispose Sherlock, con un fil di voce.

« Mi sembrava molto triste. » « Lo è, ovviamente. Grazie per la tua precisazione inutile, Victor. » Voce. Voce. Quella voce. John sbarrò gli occhi nel buio, il cuore che incominciava a battere come un forsennato e i polmoni che smettevano di fare il proprio lavoro.
« Dovresti smetterla di essere così duro nei confronti di questa situazione. » « E tu dovresti smetterla di improvvisarti Cupido, è stupido e noioso. »
John si premette una mano sulla bocca, nel tentativo di non dar sfogo a tutti quei singulti che si stavano annidando nel centro del petto e poi su per la gola. Sherlock, Sherlock, Sherlock, Sherlock, questo continuava a lampeggiare nella sua mente, mandandolo in tilt. « Sei un robot. » Mormorò Victor, in lontananza. « Vorrei tanto poterlo essere. » Sherlock. Sherlock.
« Sherlock? » John riempì la stanza di quel nome, la voce incerta e spezzata che mostrava tutto ciò che stava provando. Il silenzio che riempì le orecchie di John, gli fece capire che l’avevano sentito. Sherlock. Vivo.
Sherlock era vivo.

Ci sono progetti che siamo consapevoli non potremmo mai e poi mai portare a compimento, ma per i sentieri dei quali le nostre gambe ed ancor più i nostri cervelli non possono fare a meno d’incamminarsi...

Questo è la mia versione del post- Reichenbach Falls, sperando di riuscire a rimanere IC e sperando di non cadere nel banale o nel ridicolo -ancora peggio.-
Penso la dividerò in 3-4 capitoli al massimo.
Quindi detto questo...Nulla,spero sia un testo abbastanza apprezzabile!
Slash Johnlock.

Alfa sente il cuore perdere dei battiti per quelle parole così crude e violente che grattano contro le pareti del suo cranio come unghie sul vetro. Non riesce a credere a ciò che sta ascoltando, semplicemente non vuole credere che tutta la sua vita fino a quel momento sia stata una farsa. Niente bicicletta rossa quando era bambino, niente mamma e papà che lo portano all'asilo, niente amici che festeggiano felici il suo compleanno, niente macchina regalata alla maggiore età, nessuna laurea in chimica, nessuna epidemia.. Niente. Semplicemente niente. Non è più niente, tutto ciò che ha sempre saputo è niente, è falso, è una splendida bugia costruita su misura.
La genetica offre la possibilità di farsi creare un clone a pagamento: cosa accadrebbe se uno di essi, più intelligente e scaltro degli altri, riuscisse a scappare e decidesse di trovare il suo sponsor?

Apro una nuova pagina e rimango venti minuti buoni ad osservare il cursore lampeggiante con aria truce poi mi dico che mi sto impegnando troppo per una sciocchezza che non leggerà nessuno e mi invento qualche stronzata poetica:
Noia, la intitolo prima di passare al testo centrale che farà passare la voglia a quella donna di analizzarmi.
“La noia è una delle più grandi malattie dell'uomo. Si attacca sulle spalle e non si scolla più fino a che non fai qualcosa di folle, insensato ma rigenerante. Scrivere su un blog scemenze che non importano a nessuno non lo è. Nella mia vita non succede niente di interessante:la cosa più eccitante che ho fatto in queste 24 ore è giocare a scacchi con un orologio e perdere inesorabilmente.
Ecco come mi sento Ella, tu che mi chiedi sempre come sto, sono annoiato.
Se qualcuno mi capisce, scriva qualcosa...”
Non lo rileggo nemmeno e pubblico il tutto lasciando che la mia psicologa passi il venerdì sera a riflettere sulle molteplici malattie che affliggono la mia povera mente.
( AU! teen Sherlock and John) - fanfic in tre capitoli

Lo sapevo John, dice Greg, lui non era... così. Aveva te. Io lo sapevo. Perdonami, perdonami, John.
John vorrebbe dirgli che non ha nulla di cui chiedere perdono ma non riesce a parlare, perché c'è qualcosa che gli fa male, cos'è?, non lo sa che cos'è, ma si stringe a Greg un po' più forte. Ma lui non c'è, Greg. Lo dice piano, John, affondando il viso fra il collo e la spalla dell'amico. Lui non c'è e io sono ancora qui. Greg lo stringe così tanto che John ha paura di soffocare. Solo che non puoi farlo, se hai smesso di respirare. E John non respira più da un po'. Lui non c'è.
[Pre-slash]

Dopo lo shock di Reichenbach, ognuno ha immaginato a suo modo il ritorno di Sherlock, e questo è il mio.
John è spietato, oltre che devastato. E Sherlock non è più lui.
Gli eventi stanno per precipitare di nuovo, in un modo che John non avrebbe mai potuto immaginare: ma uno è la salvezza dell'altro, come è sempre stato. Come sempre sarà.
(Era nata come OneShot, poi ho deciso di continuare, sperando di aver fatto bene.
Vi chiedo solo di lasciarmi una parolina, buona o severa che sia, per aiutarmi a capire meglio la mia strada. Grazie a tutti e buona lettura. )
NOTA: non ho fatto passare i soliti 3 anni, ma più o meno uno solo.
DISCLAIMER: nessun personaggio mi appartiene, nè lo farà mai.

Jared ha letto un articolo su internet, dove Jensen viene indicato come possibile protagonista del film tratto da un romanzo, la cosa lo stuzzica molto, soprattutto perché sa che Jensen è lontano anni luce dal protagonista del libro. Quella storia innesca tra loro una sorta di gioco delle parti, ma le sfumature che Jensen racchiude in sé sono molte e nessuna di loro sembra tendere al grigio.