"Essere matura non è mai stato un mio principio. Mi piaceva come ero, ma capii che non era abbastanza. La società mi implicava in cose, cose che odiavo e che non riuscivo mai a trovare un senso in esse. Non avevo la dominazione, non riuscivo neanche a dominare me stessa, eppure riuscivo a vedere quel pezzo di cielo, quel pezzo di dolore acre, ma sapevo che alla fine non ero più in me. Provare a parlarne non avrebbe risolto nulla, parlarne con me mi stava facendo diventare pazza. Avevo sentito la parola 'amore', ma il significato non lo conoscevo. Avevo chiesto, a tutti, ma come se volessero farmi impazzire ancora di più, mi davano sempre la stessa risposta. Avevo imparato ad evitare la gente che incontravo, a parlare solo con quelli che la ocietà riteneva uno scarto. Vedevo delle vite in loro, vedevo quel "Quando ti fai grande capirai cos'è l'amore".

Era un sentimento, un azione.

Poi scoprii la morte, e li mi fu cara lasciarmi andare. Mi avevano raccolto da terra, illudevono sulla mia pazzia. E poi l'incoscio ebbe la meglio su di me. E lì fu la fine"