Non solo Kim Kibum era in grado di destreggiarsi con l’energia pura, un’abilità innata estremamente rara, ma era anche la chiave d’accesso al trono di Chosun. Cose che un ambizioso e scaltro come Heechul non poteva ignorare.
(dal prologo)
---------------------------------
- Io…mi sento vuoto. – disse semplicemente.
Vuoto? Non c’era niente di vuoto in quello sguardo ammaliante, in quelle labbra del colore dei fiori di ciliegio, in quegli sguardi decisi e al contempo imbarazzati. Come poteva essere vuoto, Key, quando era tutto il suo mondo?
Sopra di loro le nubi si stavano aprendo, rivelando sprazzi di un cielo puntellato di stelle. Jonghyun fissò gli occhi neri e profondi di Key, insondabili e affascinanti quanto la notte più misteriosa. Così belli che anche le stelle avevano decisi di specchiarvisi.
-Tu non sei vuoto, Key - disse Jonghyun, -io vedo l'universo nei tuoi occhi. - (dal capitolo 9)
jongkey, accenni 2min

Nel 1948, la Corea è ufficialmente spaccata in due. Famiglie che vengono divise, le persone fuggono alla ricerca di qualcosa di migliore, con la disperata speranza di ritrovare la pace.
Così Kim Jonghyun, come innumerevoli persone senza nome, affronta a sua volta questo viaggio acccidentato anche lui desideroso di ricongiungersi ai suoi cari.
Disclaimer – Questi personaggi non mi appartengono e la storia non è assolutamente scritta a scopo di lucro, i fatti raccontati sono frutto della mia invenzione.

I sogni sono bizzarri.
Possono mostrarci i nostri desideri più profondi, illuderci di poter leggere sprazzi del nostro futuro, tramite la loro interpretazione. Tuttavia, possono fare anche male, mostrandoci un passato che non sarà mai più nostro.
Ma è vero che le nostre memorie servono unicamente a procurarci rancore e rimpianti?
Forse, i sogni sono una speranza.
Un messaggio che ci invita a vivere...

Dopo "Durarara in rima" ho deciso di dedicare una filastrocca anche a DRAMAtical Murder che "il mio primo vero yaoi è stato e come tale va omaggiato".
Questa è la trama di DRAMAtical Murder in rima. Spero possa piacervi.
"Oggi di gay drammatici parliamo
e attraverso DRAMAtical Murder l'argomento approfondiamo"

L'uomo che profuma di rose, dalla bellezza pura e velenosa.
Perennemente avvolto dai Fiori del Male.

-E il precedente Cancer, vecchio? Dov’è? –
Sage sorrise aspettando che Manigoldo arrivasse alla risposta. Si occupò personalmente di educarlo alla cultura e alla lotta. Ma non lo cambiò mai perché lo vedeva perfetto così com’era. I mesi passavano, e poi gli anni, e considerava sempre più Manigoldo un figlio. Lo adottò ufficialmente. Il futuro cancro non lo sapeva ma poteva intuirlo. Era un legame non certo segreto ma neppure manifestato. Lo sapevano e basta. Certo era che, nonostante si fosse addolcito in fondo al cuore, Manigoldo restava una peste. Era normale sentire un qualche urlo del gran sacerdote la mattina. Il nome dell’allievo divenne molto famoso… Eh già, il vecchio non si risparmiava mai un intonato e possente…
-MANIGOLDO!!-

Tutto era ancora vivo nella sua memoria. Ricordava ancora le emozioni, le paure, le parole. Ricordava i loro gesti e i loro sguardi.

Fumo e polvere.
Voci sommesse e tintinnio di bicchieri.
Poca luce e pochi avventori.
In quel posto c’era nato e cresciuto.
In quel posto sarebbe morto.
In quel posto aveva trovato il suo paradiso.
[Jongkey]

Forse doveva smettere di fissarlo in quel modo, chissà cosa avrebbe pensato di lui. Ma era una sua abitudine, era un qualcosa che non riusciva a controllare. E con Kibum, questa sua mania sembrava non fare altro che aggravarsi.
“Hai intenzione di fissarmi ancora a lungo o ti siedi?”.
“Posso scattarti delle foto?”.

“Kibum, perché continui a pretendere che il giorno non nasca? L’alba non è poi così male.”
“Sì, se ti costringe ad andare via.”
Questa è una storia sull'amore e sul peccato.

« Non vedo nulla, non capisco più niente.
Io vedo solo te.
Vedo te che mi tocchi.
Vedo i tuoi occhi felini che bramano il mio corpo.
Vedo te che mi desideri come mai è successo prima d’ora.
Vedo solo te.
Vedo te sotto di me, mentre facciamo l’amore.
Quell’amore che tu non comprendi, che tu non capisci.
Che sei l’unico che non ha capito, quando è tutto dannatamente chiaro. »

Jonghyun si era svegliato nel bel mezzo della notte, la fronte madida di sudore e i capelli, argentei, appiccicati su di essa.
Aveva appena avuto un incubo, almeno a lui era parso tale, dove tutta la sua vita andava a puttane e lui si ritrovava solo su quel treno diretto chissà dove. Erano già un paio di notti che faceva quel sogno e non riusciva a capire come mai continuasse a sognare quella stessa scena giorno dopo giorno… o forse lo sapeva e non aveva il coraggio di ammetterlo perché si sarebbe sentito troppo fragile e penoso. [JongKey]

Adorava sentirsi addosso il suo respiro. Era come se lo rassicurasse che era lì, proprio al suo fianco. Avrebbe potuto essere ovunque, a migliaia di chilometri lontano da lui, e invece no. Era accanto a lui. Ed era una sensazione meravigliosa.

JongKey con accenni di 2Min
"Che ne dici di uscire con me sta sera, cugino? Non te ne pentirai"
Chiese Minho con un sorriso sinistro e una strana luce negli occhi.
Jonghyun non fece caso a quella espressione. Era abituato alla stranezza del cugino poco più piccolo di lui. Gli rispose con una scrollata di spalle. Un posto valeva l' altro, per lui. Non si faceva problemi quando si trattava di uscire. Si faceva trasportare dagli altri. Aveva sempre pensato che non sarebbe cambiato nulla se fosse stato lui a decidere dove andare o se fossero stati gli altri. Era sempre stato uno accondiscendente.... fino a quel giorno.

-Hai già fatto colazione?- la voce del ragazzo arrivò inaspettata alle orecchie di Kibum, che, cercando di ignorarne il motivo, si sentì il cuore in gola. Smise di muovere le dita sulla tastiera del telefonino e si girò di lato.