Un bambino di nove anni arrivato da poco all’orfanotrofio, se ne stava tutto solo appoggiato ad un albero, le ginocchia portate al petto e la testa su di esse.
Piangeva silenziosamente , spezzando ogni tanto la pace creatasi intorno a lui emettendo dei profondi sospiri, non rendendosi conto che qualcuno lo fissava insistentemente.
Un orfano dai capelli dorati, osservava con quei suoi occhi cerulei e taglienti la piccola figura rannicchiata per terra a pochi metri da lui.
Non seppe spiegarsi il perché quel ragazzino lo attirò così tanto.
Forse per quella chioma ramata che risaltava vistosamente tra il verde della vegetazione, reso opaco a causa della nebbia.
One-shot sull'amicizia di Matt e Mello.

Dear Mello con la voce di arsenico che mi corrode le interiora,
Dear Mello con gli occhi di fuoco che mi trapassa e brucia le membra,
Dear Mello dalle vesti di notte che sorda ai miei richiami mi terrorizza e mi atterrisce col suo languido buio,
Dear Mello,
Dear Mello,
quante volte ho patito il tuo astio senza capire cosa ti spingesse a tanto odio?
♫ ♬ ♩ ♭ A noi - Linea 77.

Scorcio di quotidianità, flashback e confidenze, parassiti strappati via dalla sottocute, giochi di equilibrio per non impazzire.
Matt e Mello nono fuggono, non corrono, non si dileguano nell'ombra per non farsi ammazzare, ma si specchiano l'uno nell'altro e si lasciano raccogliere reciprocamente, buttandosi tutto alle spalle per un attimo per concentrarsi, per perdersi, finalmente, l'uno dentro l'altro.
Amicizia è anche questo: smarrirsi, nascondersi nei vuoti dell'altro, spalleggiandosi fino alla fine.