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Danielle trascorre il viaggio quotidiano in autobus fissando il paesaggio sempre uguale, con poca voglia di tornare a una casa dove si sente solo ospite. Peter resta sempre in piedi vicino all’uscita, isolato da tutti e protetto dal cappuccio sempre alzato.
Sulla linea 97, il destino dà appuntamento a due vite all’apparenza diverse, ma gravate entrambe da troppi addii e sogni infranti.
Riusciranno a vedersi, pur avendo ormai rinunciato a guardare davvero il mondo, e ad arrendersi al bisogno disperato del calore di un abbraccio, per lenire anni di solitudine?
Questa non è solo una storia d’amore, è un inno alla speranza che non deve mai scomparire, alle seconde opportunità che la vita ci offre, perché l’autobus, presto o tardi, percorre la strada di ognuno di noi.

[Hamilton: An American Musical]
(Alexander Hamilton x Angelica Schuyler / Alexander Hamilton x Eliza Schuyler)
Cosa credevano le donne di alta società che parlavano alle sue spalle, che Eliza non vedesse il modo in cui Alexander guardava Angelica? O peggio, il modo in cui Angelica ricambiava i suoi sguardi? Eliza lo sapeva benissmo.

Partecipa al contest 'Blowjobs & Daddy Kink' di stendhalic
[...]Improvvisamente Louis smise di toccarla facendo uscire un piccolo lamento dalla bocca di Jen, la guardò per qualche momento. Gli occhi azzurri erano lucidi per l’eccitazione e le guance di solito bianche erano arrossate, le labbra erano rosse e gonfie e lui non riuscì più a resistere. Non l’aveva ancora baciata e anche se avrebbe voluto farlo dopo, cedette alla tentazione e posò le labbra sulle sue.
Amava Jen, anche se non gliel’aveva mai detto, lui l’amava e quel bacio sapeva di tutto quell’amore che non era mai riuscito a confessare; quel bacio sapeva di amore e passione, tutta la passione che voleva dimostrarle quella sera con quel gioco contorto di dominazione e sottomissione.

Lo duca e io per quel cammino ascoso
intrammo a ritornar nel chiaro mondo;
e sanza cura aver d'alcun riposo,
salimmo sù, el primo e io secondo,
tanto ch'i' vidi de le cose belle
che porta 'l ciel, per un pertugio tondo.
E quindi uscimmo a riveder le stelle
Slash!! [Dante x Virgilio]

Quando tutto sembra perso, quando senti solo dolore, quando hai paura, arriva Peter.

- Bravo, attaccami pure, attaccami! Tanto non puoi fare altro in questo momento, ti stai solo arrampicando sugli specchi. Devi sempre avere il controllo della situazione, non è vero? Tu non sai niente di come sono, perciò sta' zitto. Credi di scrivere canzoni fantastiche? I tuoi testi fanno pena e...
- I miei testi fanno pena?! Beh, Lennon, dovresti solo ringraziarmi, perché se non fosse stato per me staresti ancora suonando una chitarra con quattro corde su un palco scassato senza sapere nemmeno come scriverla, una canzone!
- Se ti facevo tanto schifo, avresti potuto risparmiarti il disturbo di venire a parlarmi! Oh, aspetta! Forse nessuno avrebbe accettato uno sbarbatello incravattato con ancora la puzza di latte e il moccio al naso!
- Avrò avuto anche il moccio al naso, ma almeno sapevo suonare e non avevo bisogno di inventare le parole delle canzoni perché non mi prendevo la briga di imparare a memoria il testo!
In quell'istante, un infermiere si avvicinò a Ringo con l'aria contrariata.
- Sono amici suoi? - gli chiese indicando Paul e John, che erano a un passo dal fare a botte.
Ringo annuì.
- Mi dispiace per lei. Senta, li faccia smettere, altrimenti sarò costretto a buttarli fuori.

Capelli lunghi e scarmigliati,pantaloni neri e camicia bianca a maniche lunghe sporca di sangue. Così Cesare Borgia,alla testa di un manipolo di francesi, si presentò a Caterina Sforza. L'uomo la vide e un sorriso beffardo gli si aprì sul volto.
-Contessa! - esclamò, mentre gli occhi neri gli si stringevano in due fessure trionfanti. Ci era riuscito, era penetrato in Forlì e nella rocca della Sforza.
- Valentino. Dunque quello che si racconta di voi è vero: siete una bestia vestita di broccati. Avanti, entrate da vincitore, in fondo è questo che volete essere, vero? Il vincitore, a scapito di povera gente che nulla vi ha fatto. Vi odio per quel che state facendo al mio Ducato -
Il Borgia rimase in silenzio, la spada stretta alla destra. Sempre sorridendo fece qualche passo in direzione della donna, che immobile lo guardava con fierezza. Arrivato davanti a lei si chinò leggermente in avanti parlandole piano, quasi con un sussurro.
- Vi sbagliate, Contessa -
Lei lo guardò, stupita: - Volete dire che non siete una bestia? -
- No, che posso essere anche più bestia di così -

Le bastarono dieci minuti per vestirsi ma, in una Londra col traffico in tilt e la pioggia che rendeva l’asfalto una tavolozza umida di colori, le ci vollero quindici minuti prima che un taxi si fermasse di fronte alla sua mano alzata. Quando l’auto si fu allontanata di qualche isolato, lei era già in ritardo di una decina di minuti buoni e constatò che se avesse aspettato che il taxi raggiungesse il caffè, avrebbe fatto prima a rimandare l’appuntamento al giorno seguente.
Sarebbe stato meglio.
***
Liberamente e spudoratamente cucita addosso a uno dei Led Zeppelin, la storia che leggerete è un adattamento di un romanzo del '94, Lunch di Karen Moline. Pregando con tutto il cuore di riuscire a farne un "remake" più personale, vi lascio alla storia di una pittrice che un giorno, per un ritardo non voluto ad un appuntamento, s'imbattè nel Dirigibile.

Un passato che non doveva esistere, false amicizie, amori non corrisposti e uno Starkey preso di mira da dei bulli.
Tutto questo gira attorno alla protagonista che si ritroverà costretta a mettere apposto i propri sentimenti ed un passato troppo grande per lei.
Dal 2° capitolo:
Era il primo giorno di scuola per me. Le persone mi guardavano come se mi conoscessero da sempre, però.
C’era anche qualche d’uno che mi salutava.
Tutto questo avviene durante il 1959, quindi dimenticatevi i Beatles. Non se ne parlerà. Ho scritto questa storia sia perchè ci sono troppe poche storie con Ringo per protagonista sia perchè mi sono sempre chiesta come fosse stata la sua vita prima di unirsi ai Beatles.
Buona fortuna a chiunque voglia leggere questa storia, avvertiti: ci saranno delle parolacce. Sarebbero graditi dei commenti, almeno potrei capire se vi piace la storia o meno.
Scusate per il ritardo. Gli ultimi due capitoli saranno presto pubblicati.

Prima classificata al contest "Keep calm e... fatemi amare la vostra otp" di Elettra.C
Crilin inizia a fare i conti con sé stesso e con la propria esistenza: appollaiato sulla solitaria spiaggia dell'isola di Muten in compagnia di un vecchio amico riflette sulla propria relazione con C18, sognando il matrimonio ma temendo al tempo stesso un suo rifiuto. Anche la bella donna-cyborg si fa delle domande sulla sua relazione col terrestre...
Estratto dalla storia:
C18 pensava con rabbia e tenerezza a tutte le volte in cui avevano fatto l’amore: lei ci aveva creduto, e lo aveva fatto mettendo in gioco tutta la passionalità e il sentimento che era riuscita a tirar fuori dai suoi circuiti metallici. E se tutto ciò, però, a lui non fosse bastato? E se, nonostante i suoi sforzi, Crilin non fosse mai riuscito a percepire in lei alcun calore umano? Era questo che il ragazzo era venuto a dirle? Voleva chiudere per sempre quel rapporto nemmeno mai pienamente concretizzato? Se lo sarebbe aspettato, dopotutto… e forse sarebbe persino riuscita a fingere indifferenza.

Raccolta di tre drabble di 110 parole incentrate sull'infanzia di Gohan durante il periodo del Natale.
~Hope you like it~
1. Gohan, Goku and Chichi's Christmas [...] «Papà, ho freddo!» sussurrò il piccolo Gohan al genitore.
2. Gohan and Piccolo's Christmas [...] «... Piccolo... Io volevo dirti… Io, ecco... Buon Natale!»
3. Gohan and Goten's Christmas [...] «Gohan, Babbo Natale esiste?»

5^ classificata al contest "Una fan art per te" di Dafne&Nede
«E da quando Son Goten è diventato così arrogante?».
«Da quando Son Goten non è più Son Goten».
[Baby-Goten/Bra]

“Lascialo andare! Ha pagato a sufficienza!”
“Secondo i termini della nostra scommessa, la sua anima mi appartiene.” Replicò il dio della morte in tono cattedratico.
“Meg! Salvami!”
“Ti supplico… Farò qualunque cosa, qualsiasi cosa…” Sussurrò Meg, piangendo.
Ade alzò la mano, e l’avvoltoio si fermò.
“Qualunque? Specifica.” Chiese.
La ragazza trattenne il respiro, poi disse, con voce ferma: “Prendi me al suo posto.”

"Era tutto il giorno che l' intero enturage di servitori di re Uther e figlio faceva su e giù per il castello, lustrando persino i cardini delle porte delle segrete.
Camelot doveva prepararsi al meglio per accogliere in maniera egregia un ospite molto particolare".
Dal capitolo 5:
"Veloce come non mai, con il cuore che galoppava così forte da fargli quasi male, Artù era giunto davanti la porta della fredda cella dove era stato rinchiuso Merlino.
Il poveretto giaceva a terra, svenuto, rannicchiato su di un fianco, con le braccia incrociate sul petto, nascoste in parte dalle ginocchia ossute, e il viso affondato in esse.
Nonostante avesse rivolto la schiena verso il freddo muro di pietra, non era difficile immaginare in che condizioni fosse.
Sotto di lui, una pozza di liquido denso e scuro si stava allargando a vista d' occhio.
Se non fosse intervenuto all' istante, sarebbe morto dissanguato in quel posto infernale".

Fin da piccola ho amato questo mito greco e ora che sono abbastanza grande per comprenderlo, ho deciso di riscriverlo a modo mio. I personaggi sono gli stessi e anche gli eventi narrati per la maggior parte corrispondono, tuttavia ho apportato qualche modifica. Persefone non è una ragazzina sciocca e frivola ed Ade non è lo spaventoso e prepotente essere che tutti dipingono.
Se siete pronti per fare questo viaggio mitico, non mi rimane altro che augurarvi buon viaggio.
Ps: Dedico questa fanfic alla me stessa di sei anni, quando il mondo mi appariva come un continente misterioso da esplorare e conoscere, e quando le favole che mia madre mi raccontava prima di addormentarmi erano per me storia, non leggenda.