Il mio sguardo si posò su un ragazzo che passava lì davanti. Era con i suoi amici, ma notai solamente lui. Lo ricordo perfettamente quel momento, come se non fossero passati 365 giorni, ma uno o due.
Era basso, un nanetto, come ancora lo chiamo io. Aveva i capelli castani con un ciuffo adorabile che gli ricadeva sul viso tenero da bambino, gli occhi grandi, color nocciola, che brillavano e sotto il sole diventavano verdi, un sorriso così dannatamente dolce e sincero, così contagioso, che l’avrei fissato per ore, mi aveva fatto sciogliere l’anima.