Draco Malfoy ha un’ossessione che va avanti da anni.
Dal testo: Ogni parte del suo corpo lo spingeva verso di lei. I suoi occhi la cercavano in continuazione. Era diventata qualcosa di irresistibile, proibito, eccitante, dolce e terrificante allo stesso tempo.
[...]
Compiti complici.
Dal testo: La Fragum è la fragola. Frutto noto per essere il frutto dell’amore. Per questo sentirete chiamare questa pozione anche come Frutto Proibito.
[...]
Accettazione e rifiuto.
Dal testo: Avrebbe dovuto preoccuparsi di altro, della Guerra, di Voldemort, dei Mangiamorte, e lei probabilmente era scivolata tra le braccia di uno di loro.
[...]
Pericoli.
Dal testo: Tutto il mondo magico sapeva di star camminando sul filo di un rasoio, erano tutti in bilico. La pace era solo un lontano ricordo e la guerra si avvicinava ogni giorno sempre di più.
[...]
Scelte.
Dal testo:
— Tutti noi professori e tua madre, ti proteggeremo Draco. Sappiamo che farai la scelta giusta —
— Quale scelta? —
— Dovrai prendere una strada, prima o poi — disse Silente alzandosi in piedi.
— Posso andare? — chiese Draco, non volendo proseguire a lungo quella conversazione riguardante scelte e futuro.

"«Quali sono le tue alternative?» [...]
«Io non ho alternative», replicò, già esausto prima ancora di aver preso una decisione.
«Quindi cosa farai?»
Silente sarebbe morto quella notte, era chiaro. Ciò che Draco ancora non sapeva era chi altri sarebbe morto con lui."
Dopo la scelta di Draco di affidarsi a Silente e di voltare le spalle a tutto ciò che credeva familiare, il momento della resa dei conti lo vede schierato dalla parte opposta a quella che si sarebbe aspettato. Le inevitabili conseguenze delle sue azioni lo pongono di fronte agli ostacoli della strada che ha scelto di percorrere, mentre, nel frattempo, la guerra si fa strada nel Mondo Magico e tutto sembra spingerlo lontano da Hermione.

«Vuoi che ti dica che tutto questo è stato un errore? Che non avrei mai dovuto lasciare l’Inghilterra per venire qui? O vuoi che ti dica che stare con te è l’errore più grande che ho mai commesso in vita mia? Spiegami cosa vuoi sentirti dire, perché è chiaro che da solo non posso arrivarci».
Seguito di The name of the game.

Con un singulto, si rese conto che qualcosa mancava.
-La runa dei parabatai.- disse. L’idea iniziale era quella di pensarlo semplicemente, ma le parole avevano lasciato le sue labbra prima ancora che potesse ragionarci.
-Non voglio rappresentare ciò che ci tiene separati, Emma.-

E’ l’anno 1950 e Lettie Daly è stanca dei pomeriggi passi al jukebox a bere frappè. Sa cucinare solo bignè e il suo sogno è Los Angeles, ma nessuno sembra credere in lei, né i suoi genitori né l’odioso tenente Roger Cooper. Sfidando tutti, Lettie lascia Elsinore e la felicità sembra completa quando l’affascinate attore Mike Davis si innamora follemente di lei. Tuttavia, per quanto si ostini a negarlo, la realtà è ben diversa dai suoi sogni. Gli Stati Uniti sono lacerati dalla minaccia nucleare e dallo scoppio della guerra in Corea, per la quale Roger si è imbarcato e che sembra perduta quando l’esercito annuncia la ritirata sotto il 38° parallelo. Tra l’attesa del ritorno del marines, che scopre essere tutt’altro che presuntuoso, e la tormentata storia con Mike, si inseriscono accuse di spionaggio e rifugi antiatomici. Lettie si scontrerà con le contraddizioni di un’epoca che l’ha riempita di illusioni e che la vedrà costretta a lottare per trovare se stessa.
Storia partecipante al concorso ‘Epic Love’ di Lady Crazy sul forum di EFP.

Allora, hai capito chi sono?
Non ho età. Pochi conoscono il mio nome. Sono la notte dopo il giorno.
Io non esisto.
Forse stai diventando pazzo.
Esatto, è il mio lavoro.

Quanto vale la vita di un uomo? si chiede sempre, nel momento in cui il rinculo dell'arma gli fa scattare indietro la spalla. 
Non abbastanza, è la risposta. 
Un istante dopo il proiettile penetra la carne del nemico. No, non nemico. Avversario. Uomo. Ragazzo. 
Questa volta è diverso. Lo giura davanti a Dio.
La sagoma viene colpita in pieno petto, butta fuori l'aria in un rantolo e poi cade sulle ginocchia incrostate di sangue. 
Lo fa con lentezza, come se si stesse chinando per cogliere un papavero.
Nel momento in cui quel povero cumulo di ossa vestite sfiora il terreno, tutto tace.

Cercò di alleggerire il peso che aveva al petto e che sembrava quasi opprimente mentre si spogliava rimanendo in boxer e infilandosi sotto le coperte.
Grover non era nella sua stanza ma a lui andava bene così. Voleva stare da solo anche se non sapeva bene il perché.
Voleva stare da solo, il cuore impregnato del sorriso che lui considerava il più bello del mondo, la testa carica di una risata che avrebbe ascoltato ventiquattro ore su ventiquattro.
Non pensare a lei -si diceva- non è la cosa giusta, non ci pensare.
Ma come non puoi pensare a una persona che ti è entrata sotto la pelle?

C’erano momenti in cui Astoria si perdeva nei propri ricordi, ma, pian piano che il tempo passava, faceva sempre più fatica a ricordare come fosse se stessa prima di entrare nel labirinto.
Prima che arrivassero le voci a spingerla e chiuderla lì dentro.
In quel luogo le avevano portato via la bacchetta e la sua identità. Chi era Astoria Greengrass? Si sforzava di ricordare qualcosa di quella donna altera, bella e passionale, che una volta avrebbe potuto essere lei, senza successo; la sua mente le restituiva solo un’immagine sbiadita, dai contorni indefiniti, di questa.
Nei primi tempi si era domandata perché fosse in quella clinica, che cosa avesse fatto di male per meritare una punizione del genere; ben presto aveva smesso di chiederselo.
Era difficile credere che quella figura fatiscente avesse davvero avuto una vita prima, che fosse stata sana, un tempo.
Prima classificata al Contest “Welcome Home {Sanitarium}” di Sunflower Bright sul forum di Efp. Vincitrice del "Premio Sindrome" e "Premio Stile".

“Sei adorabile quando ti arrabbi”
“Affascinante. Hai altri cliché da propormi?”
“Sempre al tuo servizio”
“Non direi, altrimenti saresti già sotto la Torre di Astronomia”