I passi si avvicinarono ancora una volta, preceduti da un sospiro di sollievo che, ne ero certa, non era destinato alle mie orecchie, quindi non dissi nulla. Rimase lì, ancora indecisa. Chiusi gli occhi e pregai che potesse capirmi, senza che io dovessi dirle qualcosa.
Il materasso si abbassò, per poi alzarsi lentamente mentre lei si sdraiava, bilanciando meglio il proprio peso. Si calmò ed io trattenni il respiro, percependo che i suoi occhi mi stavano fissando la testa. Era tutto così nuovo: questa mancanza del suo affetto, che non osavo permettermi di desiderare. Potevo solamente lasciare che le cose accadessero come meglio potevano.
( SwanQueen - Regina's POV)

Avevo nove anni e la mente piena di colori e belle canzoni. Non avevo bisogno di altro se non di loro. Il mio mondo erano i miei genitori e la comunità. Mia madre e mio padre erano molto conosciuti e rispettati, contribuivano a mantenere la stabilità e la felicità nella comunità. Essere loro figlia era meraviglioso. Tutti erano amichevoli e capivano quanto impegno e bontà essi riversassero in ciò che facevano.
Non chiedevo niente di più della vita che già conducevo. Ero felice.
Non volevo altro fino a che, un giorno, il mare parlò e dettò la sua volontà.
Haku si svegliò, scese dalla poltrona per lui troppo piccola e si diresse alla finestra. Posò le zampe anteriori sulla mensola e fissò il mare in movimento. Le onde che suonavano qualcosa che solamente lui pareva comprendere. E lui ascoltava, comprendeva il messaggio. Non era un comportamento insolito il suo, ciò che d’insolito vi era in quella scena fu il suo debole e sottile ringhio.
Quando Haku ringhia vuol dire che sta per succedere qualcosa di brutto. Molto brutto.