Zury Watson
     
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Su di me
Dire che sono un'appassionata di letteratura potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio.
Poi qualcuno potrebbe erroneamente pensare che sono quel tipo di persona che legge i grandi classici, quelli con concetti complessi, quelli contenenti un linguaggio aulico, quelli con un profondo messaggio esistenziale o filosofico. Poi qualcuno potrebbe pensare che sono quel tipo di persona che quando parla lo fa esclusivamente per metafore o similitudini o attraverso citazioni di uomini e donne importanti. Perciò dirò soltanto che mi piace leggere, che sostanzialmente è la pura e semplice verità. Leggere tanto il romanzo leggero quanto le narrazioni più complesse, tanto la storia autoconclusiva quanto la saga. Un esponente di questo genere e uno di quell'altro. Purché mi appassionino. Non leggo per moda o per creare un'immagine sofisticata di me, che poi allo specchio devo guardarmi io e mi piace vedere me stessa, non un'altra. Leggo per il bisogno di sognare. E per lo stesso identico bisogno scrivo. Non necessariamente storie, anche solo pensieri che annoto qua e là per far fronte ad una testa affollata. E, no, non leggo da quando avevo sei anni - e per leggo intendo leggere una storia con cognizione di causa - e non scrivo da sempre, anche se scrivo da quando ho imparato a farlo.
Mi piace il cinema. Quello bello. Dove per bello si intende quello che mi piace. Concetto piuttosto difficile da spiegare in due parole. E del cinema mi diverte riconoscere i doppiatori, nel caso in cui il film sia straniero. È una specie di gioco che faccio per tenere allenata la memoria. Ascolto una voce e inizio a cercare: dove l'ho sentita prima, che volto aveva la volta precedente, a quale personaggio apparteneva. Lo trovo carino come esercizio.
Mi piace la musica. Quella bella. Dove per bella si intende quella che mi piace. Concetto piuttosto difficile da spiegare in due parole. E della musica mi affascina l'emozione che suscita nei singoli individui. È curioso star lì ad osservare due persone ascoltare lo stesso brano e vederle reagire in modo diverso. È altrettanto curioso osservare una persona sola ascoltare il medesimo brano in due differenti momenti della vita.
Sono logorroica, nel caso qualcuno avesse iniziato a chiederselo, ed è per questo che non farò un elenco di autori preferiti, romanzi preferiti, film preferiti, artisti preferiti, attori preferiti e perfino colori preferiti o parole preferite. Insomma, un elenco. Non sono brava con gli elenchi, devo sempre aggiungere commenti e annotazioni. Poi diventa un'enciclopedia e non è il caso.
Quando dico logorroica, intendo logorroica in ogni campo possibile, anche in senso figurato.
Non parlerò della mia vita privata, neanche un accenno per esempio ad un eventuale lavoro o al percorso di studi o alla situazione familiare e sentimentale. Penserete che dico questo perché sono una persona riservata, ma la verità è che la mia vita non ha nulla di davvero interessante in sé. Forse sto per dire qualcosa che potrebbe essere, come dire, scomodo. Sono ancora piuttosto giovane anagraficamente parlando - dentro credo di essere rimasta una bambina, incastrata nelle favole e nelle cose belle nonostante ne abbia viste di brutte - e ho sempre avuto il (forse) brutto vizio di osservare le persone che mi passano accanto. Ho visto miei coetanei avere un brillante percorso scolastico e poi un lavoro senza troppe difficoltà. Mi sono detta che era una cosa molto bella e anche giusta in fin dei conti. Poi mi è capitato di scendere un po' oltre la superficie e ho visto la totale assenza di interessi, passioni, sogni, fantasia. Niente di niente. E mi sono detta che quelle persone erano di una tristezza immensa, di quelle che ti tolgono il sorriso, di quelle che non gli puoi stare vicino senza sentirti male e mi sono detta che mai avrei voluto essere come loro. Forse non sarò fortunata in amore o in campo lavorativo, forse rincorrerò invano i miei sogni, ma nessuno potrà mai dire di me che sono una persona triste.
Nemmeno quando mi capiterà di essere triste.

Ecco, la vita non è che una passeggiata a vuoto se non ci si appassiona ai dettagli. Al fiore sul ciglio della strada, alla rondine che arriva ogni Primavera, al tempo che scorre e a quella carta lì per terra.


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