"...Avrebbe voluto stringere le mani attorno a quel collo diafano e sentire quanto era fino e delicato sotto le sue dita, avrebbe voluto stringerlo per fargli provare la stessa sensazione dell’aria che non arrivava ai polmoni, esattamente come stava succedendo a lui in quel momento...
“Vuoi essere un amico per me, Gatsu?”
Quella domanda, perché suonava così strana?
Aveva rimarcato così tanto quella parola, amico, facendola passare per il termine più sbagliato che si potesse accostare a lui.
Un rapporto complesso, che oscilla fra amicizia e qualcosa di più.
Come sarebbe andata se quel rapporto avesse preso una forma differente?