Buonasera,
questa è un'altra storia che ho scritto parecchio tempo fa e che ho in parte modificato. È una cosa assai strana, nata durante le sere autunnali quando l’aria diventa più fredda e sibila tra le case. È un tentativo di combinare delle poesie sublimi, le frasi in italico, e le emozioni nate nelle notti in cui i sensi sono acuiti dal passaggio del vento sulla pelle.
I personaggi sono solo accennati, s’incontrano un po’ per caso e per lo stesso strano caso sono capaci di condividere lo stesso delirio. E di delirio ce n’è a bizzeffe, è il caso di dirlo!
In effetti in questa storia non c’è una vera e propria logica, per cui a vostro rischio e pericolo di continuare a leggere.
Sfortunatamente le poesie non mi appartengono. Troverete tutti i riferimenti ai testi citati a fine storia.
Buona lettura.

Durante un concerto due occhi neri e imperscrutabili si posano su un ragazzo perso nei suoi deliri. Un predatore sceglie la sua preda, ma il bisogno impellente del primo si scontra con la malinconia del secondo. Il risultato è lontano dall’essere scontato per entrambi.
Due anime che crescono, tremano, si scoprono, accettano la loro natura più profonda; in un cammino scandito dal desiderio, dal piacere, dall’attesa, dalla volontà, dalla paura, dalla voglia di vivere fino in fondo, fino all’ultima goccia di sangue.