Ciao.

Niente buongiorno o buonasera, così se leggeste questa breve bio in una mattinata uggiosa o in una serata umida non sembrerà una presa per i fondelli.
E poi sarebbe troppo formale.
Chiamatemi Freia, pur sapendo che non è il mio nome e che- sebbene sia un nominativo femminile- non saprete se possiedo una cavità vaginale oppure un apparato sessuale erettile.
Vi informo da subito, però, che non scriverò usando l'asterisco alla fine di ogni parola declinabile, perché- capitemi, ragazzi- è davvero indecente.
E non fatemi la paternale, per piacere: "Ma Freia e ki nn si identfixa in nssn sexo?1! Che sei omofobo/a?1!", che questa politically correct mi fa cadere i coglioni. E pure lo slash, evitiamolo, per cortesia.
Tutto ciò, comunque, per dirvi che scriverò di me al maschile, perché ogni elemento della nostra amata- o meno- società è sempre (o almeno dal 3500 a.C.) stato controllato dal cosiddetto sesso forte, compreso il sistema di suoni articolati distintivi e significanti- leggasi anche fonemi.
Quindi, tornando alla mia non troppo chiara identità, se proprio vi attanaglia il desiderio malsano di immaginarmi, pensate a me come ad una figura di pura luce- una divinità!-, con un buco nero dove dovrebbe esserci il cuore.
Motivazioni banali e superficiali per valorizzare questa affermazione dai tratti eccessivi:
^ non mi commuovo guardando Colpa delle Stelle, Titanic o qualsivoglia dramma cinematografico.
^ non piango vedendo la mia squadra di calcio perdere miseramente in champions league.
^ non mi dispero per la morte di Dobby. No, nemmeno per lui ho versato una lacrima, mie care potterhead.
E dopo questa deprecabile descrizione di una mediocre esistenza da cinico quale sono, vi consiglio di disturbarmi il più possibile, almeno per avere una scusa che giustifichi le mie occhiaie, le poche ore di sonno che caratterizzano le mie giornate e l'impellente bisogno di rispondere male alla gente che mi sta sul cazzo.