Loki/Thor - leggerissimo OOC

- Non diciamo stupidate,Thor! -
Un leggero sorriso nasce sulle labbra spontanee di Loki che, con un cipiglio concentrato, cerca di imparare a memoria una complicata formula di magia.
- Ti dico di sì, ti dico di sì- insiste Thor, portando i capelli all’indietro, in un gesto tipicamente nervoso, e sedendosi davanti allo scocciato fratello.

- Sei uno stupido –
Il sorriso di Loki si fa grande, mentre il fratello, Thor, gli dà un’amichevole spallata.
- E tu sei noioso. Sempre a leggere. –
Loki si imbroncia, lisciandosi i capelli neri all’indietro.
- Solo perché sto molto sui libri non significa che sono noioso!- esclama, con un lieve rossore sulle guance.
Thor scoppia in una grande e roca risata, buttando lievemente la testa all’indietro e arruffando i capelli al ragazzo più piccolo.
- Se lo dici tu, fratello- risponde, con ancora il suo grande e immenso sorriso sulle labbra.
 
A Loki viene da ridere.

Personalmente, adoro i sorrisi. Ne girano di tutti i tipi: piccoli, timidi, luminosi, solari, tristi, amari. Ma sono così belli. Così caldi, a volte, che non posso fare a meno di scriverne qualcosa. Piccole drabble, su ogni personaggio, coppia o situazione possibile.
Dai cliché ai "dicosacavolostaiparlando?"
1# - Aspettando una battuta che non verrà.
2# - Occhi verdi, viso mingherlino

Non ho molto da dire, in realtà. Poche righe, poche parole, davvero, per descrivere l'illusione di una ragazza. La speranza, e la conseguente delusione, nel rivedere il suo sorriso.

 Un giovane pasticcere dalla capigliatura rossastra, stravaccato su una sedia, si dondolava allegramente con un sorrise felice.
- Ho tante noci di cocco splendide … tre per tre … grandi, grosse, anche più grandi di te!- canticchiò con gioia, portando le mani dietro la testa.
La donna lo guardò perplessa per alcuni minuti, inarcando le sopraciglia così tanto da farle scomparire sopra l’attaccatura dei capelli. Poi sbuffò.
- Non ho tempo da perdere, monsieur. Ho esattamente sette minuti per prendere quattro Éclair. Si sbrighi.- esclamò, Alice, liquidandolo con un frettoloso gesto della mano.
Buona lettura,
Out

Il libro era delle dimensioni di una mano con una copertina colorata di blu scuro e fini linee d’oro. Il sorriso di Sara di allargò mentre, con passo baldanzoso e dondolante, correva a sedersi vicino alla sorella, Irene.
- Siete pronte, sì o no, per la storia?- chiese con un cipiglio divertito la donna dai capelli rossi. Le due bambine annuirono con energia, sorridendosi l’un l’altra e stringendosi in un abbraccio trepidante.
- Sì!-
- C’erano una volta due sorelle che, come tutte le sorelle, litigavano e facevano la pace.
A mia sorella, per un felice Natale, anno, compleanno o futuro che sia.

La stanza riccamente addobbata da ogni specie di decorazione esistente era accogliente e piena di risate. I quattro Malandrini con la compagnia di una Lily Evans piuttosto irritata chiacchieravano allegramente davanti a uno scoppiettante camino. La neve scendeva dal cielo, lenta. Una piccola bellezza che, in fondo, aveva tutto il tempo del mondo.
- Lily!?
- Mh.
- Lily?
- Eh?
- Lily!?
- Che c’è!?
- E’ la vigilia di Natale, Lily!
- Lo so, James, lo so. Me lo ripeti da stamattina, tesoro- sbuffò la ragazza, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio e fulminando con occhi irritati il povero e innocente marito. Il sorriso di James si allargò in maniera preoccupante, provocando una risatina da un Sirius completamente stravaccato sul divano blu di casa Potter.
Buona lettura,
Out

Era una calda giornata d’agosto e l’affollata spiaggia giallastra si stagliava bollente per diverse centinaia di metri. I bagnanti si godevano felici la splendida mattinata, chi al sole e chi in acqua, parlando o giocando con i propri cari. Elisabetta, seduta sotto un enorme ombrellone giallo, leggeva assorta un fumetto giapponese. Il suo personaggio preferito, il giovane soldato Hawkeye, combatteva con determinazione contro alcuni criminali che non volevano, in alcuna maniera, sgombrare il loro sedere dal trono dell’illegalità. La situazione era più che tragica. I banditi stavano avendo la meglio sul ragazzo che, con tutte le sue forze, cercava di rintracciare i suoi colleghi per avere un aiuto. Quando, dall’angolo di una stradina oscura, apparve, sorridente e sicuro di sé, il colonnello Havoc, sussurrando con voce roca:
- Vuoi un aiuto, pivellino?-
Con un sorriso soddisfatto Elisabetta chiuse delicatamente il manga e, poggiandolo sul bagnasciuga, si diresse verso l’acqua per rinfrescarsi un po’.
BUona lettura,
Out

Quando eri piccolo, fin troppo per ricordarti qualcosa, le maestre davano quelle strane penne, quelle speciali che cancellavano ogni tuo piccolo sbaglio, ogni tuo piccolo errore. Ti piaceva da morire, vero?
Immagino perfettamente il tuo pugnetto stretto intorno alla penna che, pian piano, con calma, rimediava alle tue distrazioni. Sorridi.
Buona lettura,
Out

Ho sempre pensato che, in fondo, niente potesse succedermi. Come se fossi in un altro posto, in un altro mondo, in un'altra vita.
Ho sempre pensato che niente e nessuno potesse far del male alle persone che amo. Che il cattivo restasse fuori da una bolla di sicurezza che io stesso avevo costruita con fatica.
Ho sempre pensato che il sorriso di James non sarebbe mai svanito.
Gli occhi di Peter erano lucidi quella sera. Ci guardava piangente, ma senza alcun rimorso.
Le mani strette in pugno con le nocche sbiancate e le unghie lunghe infilzate nella pelle.
Buona lettura,
Out

- Scommessa: chi abbatte più Mangiamorte vince tre galeoni. Che ne dici, coniglietto?- disse Fred, tendendo la mano verso suo fratello.
George lo guardò sicuro di sé, ignorando la mano tesa.
- Se hai tutta questa voglia di perdere io, da povero fratello generoso, non ti fermerò, tranquillo-
Buona lettura,
Out

Il brusio della Sala Grande era devastante quel giorno, forse dovuto al fatto che Lily Evans, con la testa poggiata delicatamente sulla mano, ascoltava impietrita un giovane e disordinato James Potter che sembrava non prendere neanche fiato tanto aveva l’impellente impulso di parlare con lei.
La povera ragazza però non era capace, aggiungerei stranamente, di spiccicar parola.
Era così concentrata su quello.
Buona lettura,
Out

Ricordo un tipo che suonava sempre nello stesso caffè impolverato e pieno di tarli.
Aveva una barbetta bianca, radi capelli sparati in testa e un sorriso stantio che lo facevano sembrare più vecchio di quanto non fosse.
Il grande naso adunco sfiorava sempre lo spartito, producendo un lieve fruscio, e i suoi grandi occhi verdi si illuminavano alla luce della fioca candela.
Il suo nome era Hold.
Buona lettura,
Out

La primavera quell’anno non era ancora sbocciata.
In uno dei parchi più verdeggianti di Milano un freddo venticello induceva chiunque a rimanere a casa, a rilassarsi al calduccio sotto una spessa coperta rossastra.
Gi alberi ondeggiavano leggermente e qualche rumore di motore rimbombava nell’aria.
Buona lettura,
Out