Vivi con la tensione dell'ignoranza e del buio, non sarai mai passionale come lei.
E lo sai, l'eroismo non sarà mai tuo... perché lo sai, vero?

Oltre il velo di Bellatrix Black
Il dolore non arrivò.
Venne scaraventata sul fondo di un burrone.
Fu presa dal panico, e non sapeva neanche perché. Di una sola cosa era certa: doveva fuggire, scappare da quel dirupo il più in fretta possibile.

E' una Hermione/Stan Picchetto, idea malsana suggerita da Echoes of a VOice, che mi ha promptato l'Hermetto
“Ehi, Ern,”esclamò Stan Picchetto, stropicciando il giornale che teneva aperto davanti a sé.
L'autista rispose con un grugnito.
“Dì un po', te lo ricordi quel Potter, qualche anno fa, d'estate? Mi mangio il cappello se non è lui che sta salendo, guarda! E ha portato gli amici...”
E, in effetti, era proprio così.
Era il 12 gennaio 1996, e Harry, Ron, Hermione, Ginny e i gemelli stavano tornando a Hogwarts da Grimmauld Place.
Appena il gruppo mise piede sul Nottetempo, Stan capì che aveva appena visto quello che sarebbe stato l'unico, vero amore della sua vita. Con la bocca aperta, tirò Ron per un braccio, in modo che fosse a portata d'orecchio."

Atomi di male verde di una sfumatura rosa pallido macilento e bisognoso d'aiuto di ferro battuto bianco e nero e arrugginito,
Ignobile esagerazione di vergogna delle parole
Incisa a sangue sulla carne fino all'osso dei libri della vita.

Del rinnovamento e della riscoperta
Della Primavera;
Che tu non vedi,
Che tu non parli,
Non ho mai saputo.

L' armonica poesia della tua nudità mi scalda più del sincero e affettuoso sole ardente.
Sinuosa come non mai, i tuoi passi appaiono calcolati; parte della trama di una vezzosa piroetta.
Le tue pose sono state previste secoli fa, in un'altra stagione, un'altra era.

Bellatrix ride sguaiatamente, scopre i denti marci e si avvicina.
"Allora, Barty," sussurra orribilmente, "Pronto a fare il cattivone?"

Potresti prendere posto al nostro più che esclusivo simposio alla Corte del Malumore Cronico.
Sono il Parassita Viola.

Era stato Sir Curtis Petty-FitzMaurice in persona a convincere il parroco Peter Mitchell che la giovane prostituta francese, proveniente da una nobile famiglia caduta in disgrazia, fosse una strega. Il marchese, nel corso degli anni, aveva maturato un vivido e morboso interesse per la Maunier che, pur di allontanarlo, gli aveva confessato di odiare il genere maschile e di prediligere la compagnia di altre fanciulle."

"Io," cominciò, "Posso essere chiunque tu voglia. Un compagno fedifrago, o un amante fedele. Posso essere quello che ti scopa ogni notte, quello che ti fa sospirare di tensione. Ero un poeta, uno che si illudeva di poter dipingere i sentimenti con il colore freddo dell'inchiostro".
Etienne gli si avvicinò, poi gli posò una mano sul petto, lo sguardo basso.

Narcissa Black era rannicchiata sul fondo di un cavernoso, abissale baratro. Senza Lucius, non riusciva più ad esistere. I suoi sforzi per riemergere dalla pozza di fango melmoso in cui era annegata si erano rivelati irrimediabilmente vani; al punto che, ben presto, insieme alla speranza; morirono anche i suoi tentativi di tornare alla ragione. Udiva solo l'eco di un lontano, malinconico canto.
La sorella la fece alzare in piedi tenendola per un braccio; obbligandola a sporgersi, solo per un attimo, fuori dalla vacua nullità che lei, ora, diceva essere il suo tutto.
Narcissa fu talmente orripilata dai vividi ricordi che fecero immediatamente capolino nella sua mente, da costringersi a tornare dove -ne era convinta- le sarebbe stato concesso di rifugiarsi nell'oblio, ancora per un po'. Cadde a terra, inerme.

"Sono stata ad Azkaban, lo sai. La mia cella era fetida e maleodorante, i maghi con cui la dividevo pazzi furiosi. E poi, i Dissennatori... ogni alba sanciva l'inizio di un rinnovato percorso di sofferenza, cui solo il misericordioso Morfeo riusciva a porre fine. I miei sonni erano privi di immagini dolorose, Lucius, perché la mia mente ha combattutto strenuamente per non lasciarsi sopraffare.
Non puoi immaginare nemmeno lontanamente quanto sia stato terribile passare quindici anni della mia vita a patire le pene dell'Inferno in quel luogo desolante; prigione dell'anima eretta con muri muffiti che raccontano di orrori su cui la tua mente non si è mai neanche soffermata.
E ora mi trovo qui, tra i vivi, tra i senzienti. Non sono tornata per te, viscido verme ingrato."
Fece una smorfia, ripugnata dalla richiesta che l'uomo aveva osato farle.
"Assumiti la responsabilità delle tue azioni, sopporta le punizioni che ti verranno inflitte per le tue mancanze." replicò, puntandogli l'indice contro, in un gesto teatrale.

Questa storia è arrivata seconda al contest "Prompt, prompt e ancora prompt Contest!" di Luna Ginny Jackson.
"Cosa lascerai su questo freddo suolo, Bellatrix? Non c'è niente che racconti di te, nessuno rimarrà a testimonianza delle tue eroiche gesta, o della tua smisurata devozione."
"[...] le forze Oscure hanno ripreso il sopravvento su coloro che si professano paladini del Bene; come un fiume in piena le cui acque divengono di giorno in giorno più fragorose, trascinando con sè tutte le patetiche creature che hanno la sfortuna di capitare sul loro percorso. Le altissime onde imperversano, ma -bada bene- non sono trasparenti nè cristalline: sono intrise del sangue di tutte le vittime che hanno mietuto... gli illusi che ancora credono di poterci contrastare saranno travolti dall'impetuosa marea rossa in cui la resistenza è destinata ad affogare, lentamente, con disperazione; dopo aver annaspato per l'ultima boccata di ossigeno."

"[...] potrai mai perdonarmi, Dora? Sono un bugiardo: dico di amarti, e guarda cos'ho fatto!"
"Come fai a non capire? Ho rovinato la vita di un innocente, per sempre!"
"Ma tu, amami! Con una tenerezza
materna, pur se sono ingrato. Amante
o sorella, sii l'effimera dolcezza
dell'alto autunno o del sole morente."

"Le ferite di quella guerra erano comparse da poco nella sua anima, ma era già evidente che molte cicatrici l'avrebbero deturpata per sempre; profonde, orripilanti e insanabili."
"[...] Quando mai l'Oscuro Signore smetterà di soverchiare le nostre menti?"