Quei sentimenti erano ricambiati.
Non avevano mai detto nulla, c'erano sempre e solo state occhiatine di sfuggita, piccole carezze innocenti.
Per gli altri potevano essere gesti semplici e scontati, ma per loro erano tutto.

Nel camminare non mi era accorta di aver calpestato qualcosa simile ad pezzo di carta, che poi ho riconosciuto come un biglietto di sola andata per il Giappone. Ora.. io non sono una persona fortunata, che crede nel destino e così via. Ma se esiste un Dio, io lo ringrazio seriamente e devo ammettere che una botta di culo del genere non me la sarei mai aspettata!

Dunque ero nel passato. E non in un posto qualsiasi ma bensì nella Konoha del passato. Il mio obbiettivo era quello di arrivare al palazzo dell’Hokage, che si vedeva chiaramente anche da lontano, ma la strada da percorrere… quello era il problema. Erano almeno 40 minuti che giravo per il villaggio della foglia, e giustamente la gente cominciava a guardarmi male. Ad un tratto vidi un ragazzo abbastanza alto, riccio, moro e con due grandi occhi del medesimo colore dei capelli che si dirigeva nella mia direzione. Dietro di lui, lo seguiva un altro ragazzo forse più alto, con dei capelli neri e lunghi raccolti in una coda. Quello non era un semplice ragazzo, quello era…

«Nessuno e' cosi importante da toglierti il sorriso.»

Quello che risposi non è un segreto, al posto mio lo avreste fatto anche voi. Per qualche strano motivo mi fidavo di lui, e sentivo che non mi avrebbe fatto del male.Da quel giorno la pioggia chi ha quasi sempre accompagnato nei bei momenti della nostra storia.

“SCUSAMI! Non l’ho fatto di proposito. Stai bene?”
“Tranquilla va tutto bene. Ti sei fatta male?”
Quando alzai lo sguardo per vedere chi avevo accidentalmente ucciso, mi scontrai con due stupendi occhi verdi.