Note scomposte che si deliberavano nell'aria dai tasti bianchi e neri. Dita che si accavallavano alla ricerca della melodia perfetta. Sbagli su sbagli, whisky sulla coda del piano mentre tu sbattesti la porta lasciandomi solo in quell'appartamento che non mi apparteneva. Jimin, i tuoi repentini cambi d'umore non riuscivo proprio a sopportarli.

Route 66 e scivolavamo sugli stupefacenti. In discesa e in salita, in un continuo sali e scendi. Gguk, ci bastavamo. Io, te e la droga nel cruscotto. Ci bastavamo per fare l'amore perché più tossici di noi c'erano solo gli astri in cielo.

Winsor, matite e pennelli.
Jungkook amava il nero. Taehyung amava i colori.
Jungkook aveva paura della luce. Taehyung del buio.
Tele, tavolozze e tempere.
L'amore al museo d'Orsay.