"Le parole sciupano l’attimo.
Non dai loro vita. Le lasci lì, in punta di lingua, a galleggiare nel mare dei sottintesi. Tu non dici. Lui capirà."
I mosaici acquistano senso solo osservandoli da lontano; noi ci siamo baloccate a scegliere e ad assemblare delle tessere spaiate per puntare l’obbiettivo sul rapporto tra Aiolia e Shura, con l’occasionale comparsata del resto della compagnia cantante.
Cento momenti, cento esercizi di stile, cento variazioni sul tema. Una storia d’amicizia, odio, amore e reiterata imbecillità.
Perché sì, Odi et amo eccetera eccetera sarà anche il più abusato dei cliché; ma due cliché ci fanno ridere. Cento cliché ci commuovono. Perché si avverte oscuramente che i cliché stanno parlando fra loro e celebrano una festa di ritrovamento (Umberto Eco, 1977).

Raccolta su Milo e Camus attraverso gli anni - per andare sul più classico dei classici -, in cento parole, cento balli, cento passi di minuetto - e qualche contorno sempre musicale.
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"Non è difficile abituarsi al freddo," gli spiegava il maestro. "Il difficile è non dimenticare il calore, proteggerlo, per non congelare."

Dopo aver sconfitto Loki nelle terre di Asgard, ai dodici guerrieri dorati fu concesso, come premio per il valore dimostrato, di poter restare in vita come se mai nessuno di loro fosse morto. Saga, nominato da Athena nuovo Gran Sacerdote, si ritrova sulle spalle tutto il peso e la responsabilità che questa carica comporta mentre undici Gold Saints riescono a ritrovare la loro normalità alternando le loro vite tra il mondo comune e il Santuario in quello che sembra un periodo di pace. Per tutti, tranne che per uno di loro.
Estratto dal terzo capitolo...
La Quarta Casa, quella che era stata a lungo il suo dominio, quasi non esisteva più.
Dell’imponente edificio erano rimaste in piedi solo qualche colonna, due pareti parzialmente crollate mentre il tetto, che sembrava scomparso nel nulla, permetteva al sole di illuminare quello che era un tempo il pavimento di pietra, ripulito dai detriti ma sporco e polveroso.
Una montagna di pietre distrutte e senza più un senso.
Come in uno scherzo beffardo del destino, le condizioni dell’edificio sembravano rappresentare appieno quelle della sua vita, un cumulo di sassi frantumati a cui poteva essere restituito un significato solo con tempo e pazienza.

E se... E se El Cid, Sisifo e altri Gold Saint fossero sopravvissuti alla guerra contro Hades? E se i sentimenti iniziassero ad avere la meglio? Il ricordo della guerra appena conclusa è ancora vivido nelle loro menti ma altri problemi stanno per insorgere.

Sull'isola di Kanon è scesa la notte e Defteros si ritrova a osservare di nascosto Asmita. Ancora non riesce a credere che il compagno sia lì, davanti ai suoi occhi, e forse è per questo che non riesce a porre la domanda che lo sta tormentando da fin troppe notti.
A chiedergli di diventare suo anche con il corpo.

Saga non poté evitare che lacrime amare gli attraversassero il volto. Era tutta colpa sua...
L’unica cosa che aveva potuto fare in tredici anni era stato permettergli di vivere lontano dal Santuario, cosicché la sua parte crudele non avesse la tentazione di ucciderlo...ma anche così, ora erano i suoi stessi compagni d’armi a condannarlo...
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I personaggi appartengono a Masami Kurumada, Toei e Bandai.

Dopo quello che sembra un incontro fortuito, uno strano virus (in apparenza influenzale), inizia a dilagare a Rodorio e al Santuario. I protagonisti, scopriranno ben presto che tale virus, è di origine divina. Questa storia avviene molto tempo dopo le avventure di Soul Of Gold. I cavalieri d'oro, sono riportati in vita un'ultima volta, forse.

HashiMada | modern!AU | [contiene tracce di HashiMito]
Dal testo: “Madara vive di avventure intense e brevi, di storie d’amore che non nascono perché non ne vale la pena. Gli piace scopare e lo sa fare bene; gli piace imparare tutto dell’altro e farlo godere fino all’assuefazione – e poi lasciarlo, certo, e vivere nel rimpianto di quella persona, sapendo di essere stato il migliore, in assoluto, per sempre. Lascia il segno e poi scompare: è così che crea il mito, la leggenda.
La vita di Hashirama, invece, è fatta di pilastri, di amori solidi costruiti pietra dopo pietra, cementati con sudore e impegno. Ha sposato la prima persona con cui sia mai stato, e con lei ha fatto figli, comprato casa, macchina e cane. Non scompare, lui, la leggenda non la crea – e Mito è solo il nome di sua moglie.”
Prima classificata al Contest «What time is it? It’s summertime!» del gruppo Facebook Naruto FanFiction Italia.

La vita è una maschera, tu dici, e questo per te è fonte inesauribile di divertimento, e sei così abile che ancora non è riuscito a nessuno di smascherarti: poiché ogni manifestazione tua è sempre un inganno; solo in questo modo tu puoi respirare e far sì che la gente non si serri intorno a te e ostacoli la tua respirazione. In questo sta la tua attività, nel mantenere il tuo nascondiglio, e questo ti riesce, perché la tua maschera è la più misteriosa di tutte; infatti non sei nulla, e sei sempre soltanto in relazione con gli altri, e ciò che tu sei, lo sei per questa relazione. (...)
Non sai che arriverà la mezzanotte in cui ognuno dovrà smascherarsi? Credi che si possa sempre scherzare con la vita? Credi che si possa di nascosto sgattaiolar via un po’ prima della mezzanotte per sfuggirla?
(Søren Kierkegaard)

“Narra la leggenda che Nemesi fosse figlia di Oceano e Notte, e venne posseduta da Zeus nelle spoglie di un cigno nel tempio di Ramnunte, nell’Attica. Dea amministratrice della Giustizia, provvedeva soprattutto a perseguitare coloro che si macchiavano di delitti rimasti poi impuniti. Con l’avvento di Athena, Nemesi divenne sinonimo di vendetta, e la protettrice di coloro che aspiravano a ripristinare l’equilibrio…”.
Trovare la sua giusta vendetta, una volta placate le turbolente acque del Fato, è lo scopo principale di Aiolia, Saint del Leone. Diciotto anni dopo, l’assassino di suo fratello Aiolos, Shura di Capricorn, non ha ancora pagato il prezzo del sangue legato a quel crimine ingiusto. Aiolia non chiede nulla di più che uno scontro equo, mai avvenuto per le varie peripezie che hanno dovuto affrontare nel corso della loro vita. E adesso che la pace è –almeno temporaneamente- ristabilita, ha tutte le intenzioni di esigere il suo tributo. Ma la mano divina è più efficace di quella di un povero mortale, per investito da un’armatura sacra che possa essere, e ancora una volta, sembra arrivato troppo tardi all’appuntamento con la sua vendetta ...
Attenzione: questa fanfiction non tiene conto della serie "Soul of Gold"

[Fanfic parte della raccolta "Tra Le Braccia Del Demonio"]
Saga conosceva abbastanza bene suo fratello da rendersi conto immediatamente quando questo macinava qualcosa di non propriamente etico in quella sua testolina costruita a sua immagine a somiglianza.
"Saga?" esordì infatti il minore, stravaccato su un divano.
"Mh?" rispose dopo un momento, senza staccare gli occhi dal libro che stava leggendo.
Kanon si accomodò meglio tra i cuscini.
"Quanta gente ti sei fatto al Santuario?"

Enkidu sa poco delle usanze degli uomini.
[Gilkidu ; partecipante al Cow-t (week 1, mission 1) con il prompt "cerimonia"]

{ GilKidu; Warning!R18; Scena speciale tratta dalla fanfiction "The Golden King"}
L'oracolo del Sole ha ormai dichiarato la sua sentenza, parteggiando a favore del re di Uruk. Tuttavia Enkidu non abbandona la sua idea, giudicando folli le intenzioni di Gilgamesh nonostante la decisione di partir con lui verso la Foresta dei Cedri.
Questa è l'ultima notte prima di intraprender il loro viaggio ma dopo un giorno di dubbi e contrasti, è ora che le stelle lascino sfumar via la negatività, così che la Luna possa solo regalar amore.

I hear Jerusalem bells are ringing
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can not explain
Once you know there was never, never an honest word
That was when I ruled the world
(Coldplay, Viva la Vida, 2008)

"- Hashirama, se vuoi consolazione cercati una puttana. -
Madara si alzò e gli diede le spalle, corrucciato e concentrato a sistemarsi il colletto imbottito della casacca, nella speranza di non ammalarsi per l’ idiozia di Hashirama e per la propria che, ancora una volta, lo aveva portato inutilmente in quella grotta gelida.
Così, voltato, non vide il sorriso obliquo e scaltro che passò sul volto abbronzato dell’ altro.
- E perché mai, Madara? Cos’ ha una prostituta che tu non puoi darmi? - "