April ha venticinque anni, si è laureata con il massimo dei voti a Yale e si è trasferita a New York dove ha trovato un lavoro da stagista in un giornale.
Ha preso un monolocale ed è pienamente soddisfatta della sua vita e di sé stessa.
Tom, invece, è un affermato avvocato di trentasei anni. Lavora in uno studio legale e spesso tiene delle conferenze nelle varie università dello stato.
Due perfetti sconosciuti che si incontrano – forse per caso, forse no – e che si scoprono simili.
Ma se Tom non fosse ciò che gli altri credono? Se sotto le vesti di un giovane, brillante e stimato avvocato si celasse un mostro?

Anni e anni trascorsi a deridere, disturbare, insultare, maltrattare, intimorire, rinnegare quella sciocca saputella di Hermione Granger, e poi? E poi, quel maledetto quinto anno, lei gli aveva sorriso. Per la prima volta da quando la conosceva, lei aveva disteso le labbra in quello che era uno dei sorrisi più belli del mondo e si era rivolta proprio a lui. Non con cattiveria, non si trattava di un sorriso sardonico: quella volta era un sorriso sincero, un vero sorriso.

Aaron pose quella domanda, anche se ne conosceva già la risposta. Era facile per gli abitanti di quelle zone riconoscere uno straniero.
Parlava con un tono freddo e distaccato che lasciava trasparire il desiderio che aveva di scappare, di terminare quella conversazione il più presto possibile e di ritornare a casa.
Le labbra del giovane si inarcarono istintivamente in un sorriso tenue ma rassicurante che non appena venne notato dalla ragazza fu capace di sciogliere qualsiasi paura, infondendole un senso di sicurezza che le fece allontanare quella voglia di fuggire al punto da dimenticarsene.
Fu quella la prima conversazione di Lena ad Aaron, ma non fu sicuramente l’ultima.