[post-Nazionali | KuroTsukki | accenni SunaTsukki]
"Cosa ci fai qui?" riuscì solamente a dire, cercando di mantenere i nervi saldi e la sua tipica faccia di bronzo. Il tono della sua voce, però, aveva leggermente lasciato trasparire una certa punta di sorpresa. Tsukki si augurava solo che l'altro non sentisse quanto velocemente il suo cuore stesse battendo. Aveva paura che gli sarebbe esploso proprio dentro il petto.
Dal canto suo, Tetsurou sghignazzò genuinamente divertito dalla reazione del più piccolo e salutò educatamente Yachi e Yamaguchi, per poi tornare a concentrare tutte le sue attenzioni verso il ragazzo con gli occhiali.
"Sai, avevo bisogno di una boccata d'aria e così sono uscito per fare una passeggiata con il cane... solo che, cavolo, arrivato a Sendai mi sono accorto di aver lasciato il cane a Tokyo! Che sbadato!" teatrale, sarcastico e buffone come sempre, aveva constatato mentalmente Kei, ma diavolo se lo faceva ridere. Stava davvero facendo del suo meglio per trattenere quella risata che così tanto insistentemente cercava di sfuggire al suo controllo.

[ tw: anorexia&bulimia | Tsukki!centric | KuroTsukki ]
Ciao, Tetsurou. Sai, ho appena vomitato la cena che il coach Ukai mi ha consigliato di seguire perché mi sono sentito in colpa. Oggi detesto il mio corpo e vorrei essere più piccolo e gracile che mai, ma farò finta che non stia succedendo a me e tornerò ad essere il cinico e sarcastico Kei di sempre. Hai finito di fare l'imbecille mandandomi foto ancora più imbecilli? Forse dovrei dirti che mi manchi e che vorrei stare con te, ma sai che trovo stupidi questi inutili sentimentalismi e non te lo dirò mai apertamente se non con una battuta ed un paio di meme. Come è andata la tua giornata?

“Rohan– dannazione! Mi stai soffocando!” tossì il più piccolo, cercando di divincolarsi dalla ferrea stretta dall'artista.
Il mangaka continuò semplicemente a camminare.
“Meglio, così chiudi il becco una volta per tutte! Ti porto a casa mia, studiamo geografia e domani torni a scuola senza fare storie, mi hai capito?!” rispose in rimando, ma forse era il caso di dargli qualche spiegazione. Non doveva prendersi così a cuore le sorti scolastiche di quell'indisciplinato pigrone, doveva pur sempre assumersi le sue responsabilità, ma l'idea che Josuke fosse pronto a rinunciare al diploma non gli piaceva affatto. Questo lo riportava indietro ai suoi 17 anni, quando aveva appena iniziato la pubblicazione di Pink Dark Boy; all'epoca era solo uno studente e viveva ancora a casa di sua nonna a seguito della morte dei suoi genitori, ma il successo e le pressioni dovute alle pubblicazioni gli impedirono di completare gli studi e questo era un cruccio che ancora faceva tremendamente male nel cuore di Rohan.
[post DiU, Josuke is 18 & Rohan is 22 ; 09/09]

Lui, con i sentimenti, non ci sapeva fare. La sua cotta infantile per Nanese lo aveva scottato a tal punto da chiudersi a riccio e allontanare da lui ogni potenziale interesse amoroso, e forse era questo il motivo per cui per tanti anni aveva raccontato a sé stesso di detestare Josuke Higashikata.
Ma ora quel ragazzino troppo cresciuto era lì, davanti a lui, porgendogli tra le mani la confessione d'amore più infantile, stupida ed inaspettata che potesse mai sentire in vita sua.
Josuke lo amava. Josuke era innamorato di lui.
Doveva andarsene e al più presto.
« Io me ne vado. » annunciò quasi tradendosi da solo per la punta di incertezza che il suo tono di voce aveva lasciato trasparire.
Rohan si era alzato e velocemente, raccogliendo il suo album da disegno con agitazione, e senza guardarsi indietro cercò di allontanarsi da tutta quella situazione e da quei magnetici occhi blu.
[JosuHan | post DiU - Thus Spoke Kishibe Rohan timeline]

I diamanti sono indistruttibili? Stupidaggini.
I diamanti si sgretolano.
I diamanti sanguinano.
I diamanti appassiscono come rose.
A Rohan non restava più nulla, se non il ricordo di Josuke che varcava la soglia di casa sua e il suo virile profumo che impregnava quella dannata giacca che, in quel momento, stringeva a sé come se potesse andarsene via dalla sua vita da un momento all'altro.
[implied JosuHan - post DiU, Thus Spoke Kishibe Rohan timeline]

Nudo con i brividi
A volte non so esprimermi
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E ti vorrei rubare un cielo di perle
E pagherei per andar via
Accetterei anche una bugia
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E mi vengono i brividi, brividi, brividi
[Brividi - Mahmood & Blanco]
Rohan rimase di sasso. Il buon odore dei fiori inebrì i suoi sensi, la brezza fresca di una primavera ormai alle porte lo carezzava delicatamente e gli occhi blu di Josuke erano puntato sui suoi.
Il cuore dell'artista batteva forte.
Lo odiava, raccontava a sé stesso.
Odiava il suo modo di parlare, il suo modo di camminare. Odiava la sua insolenza, la sua capacità di fargli saltare i nervi. Odiava il modo in cui ogni volta si imponeva nella sua vita.
Ma la cosa peggiore era che non lo aveva mai odiato. Nemmeno per un istante. Nemmeno un po'.
E Rohan accettò quella proposta senza nemmeno, suo malgrado, rifletterci troppo.

[Piccola raccolta NSFW - circa - dedicata a Law. Per ogni storia una ship diversa.]
#01 - Heart to heart. "Dimmi una cosa..." [Smoker/Law]
#02 - No worries. "Voi marines... siete tutti uguali!" [Drake/Law]
#03 - The psychology of choice. "Di' un po'... sei vergine, ragazzo?" [Coby/Law]
#04 - Our little secret. "Ti fa male?" [Penguin/Law]
#05 - The irony of fate. "Stai battendo la fiacca, Roronoa-ya." [Zoro/Law]
#06 - The sound of silence. "Non credevo fossi un uomo facile, Trafalgar." [Hawkins/Law]
#07 - Keep your enemies close. "Come mai hai gli occhi chiusi, Law?" [Law/Monet]
#08 - Losin' control. - "Chiudi il becco, Eustass-ya!" [Kid/Law/Luffy]
#09 - The calm after the storm. - "Facciamo un gioco, Eustass-ya..." [Kid/Law]
#10 - An afternoon study. "Oh, piccolo Law..." [Law/Robin]
#11 - Unbowed, Unbent, Unbroken. "Hey, Eroe della Marina..." [SPOILER! implied Teach/Law/Coby]

[KidZoSanLaw - modern!AU]
Stupido marimo.
Il biondo stava continuando a fumare la sua sigaretta quando venne raggiunto da Trafalgar, silenzioso e felpato come suo solito.
Sanji non riusciva a capire se l'altro gli piacesse o meno, ma forse era un mix di tutte e due le cose.
"Dovevo immaginare che non avresti passato la serata a ballare, Law." sospirò il cuoco, buttando fuori un'altra boccata di fumo.
Il medico d'altro canto non rispose, guardandosi piuttosto stancamente intorno con fare circospetto.
"Dimmi di te, piuttosto. Problemi con Roronoa?" chiese, forse più per la riuscita del suo piano che per genuina curiosità. Ciò che intercorreva tra quei due non era affare suo, certo, ma se voleva far impazzire Kid e farlo strusciare come un verme ai suoi piedi doveva giocarsi tutte le sue carte vincenti, e il biondo era una di quelle. E chissà, forse avrebbe potuto ricavare due piccioni con una fava.
Dipendeva solo dal piano. Ma forse anche da un pizzico di fortuna.
"E tu, invece? Vedo che non ti sei ancora defilato per cercare di risolvere le cose con Kid."

[Butcher/Homelander]
Aveva soffocato un gemito contro il collo bianco e perfetto dell'altro. Lo aveva leccato, morso fino a lasciarne i segni. Fino a vederne il sangue.
Le nude e bollenti carni dei loro corpi si scontravano lascivamente e selvaggiamente. Ansimi, gemiti e odore di sesso impregnavano l'aria.
Così sbagliato, così immorale, ma così perfetto al tempo stesso.
"Avanti, biondina. Dimmi che sono il tuo daddy."

Prima di partire per Punk Hazard, Law viene colto da una crisi mistica.
Pietās.
Questo recitava l'incisione sopra la statua.
La stessa pietà che la vita non ha avuto nei suoi confronti.
La stessa pietà che Dio non aveva concesso ai suoi genitori e la pura innocente anima della sua Lami.
La stessa pietà che Doflamingo non aveva mostrato quando premette il grilletto e sparò all'uomo che gli aveva restituito l'umanità.
Avrebbe voluto urlare, Law. Avrebbe voluto urlare il suo rammarico, la rabbia, il disgusto e il dolore per essere stato abbandonato così, costretto a nascondersi tra i cadaveri delle persone a lui care, a mangiare avanzi e spazzatura, a camminare scalzo e con il bruciante desiderio di distruggere tutto e tutti.
Pietà, dunque? No, Lui non ha pietà per nessuno.

Trafalgar Law e le sue cinque zone erogene. Cinque parti del corpo per quattro ship.
[ATTENZIONE SPOILER]
#01 - Inner thighs and nipples. "Idioti, non pensate di cavarvela così a buon mercato!" [KidLuLaw]
#02 - Shoulders. "Perché, Drake? Perché lo hai fatto?" [DrakeLaw]
#03 - Neck. "Non pensare di giocare con me, White Hunter-ya." [SmoLaw]
#04 - Lower back. "Bastardo, questa me la paghi!" [ZoLaw]

[Drake/Law - SPOILER MANGA - post-Wano!arc]
L'ex supernova sapeva perfettamente perché si trovasse davanti a quella piccola abitazione in legno abbandonata, appena fuori la cittadina di Ebisu. Era stato lui a chiedere un incontro, in fondo.
Il pirata bussò un paio di volte, forse più per avvertirmento che per cortesia, e senza attendere risposta alcuna entrò in quella vecchia catapecchia, persino più malridotta al suo interno che all'esterno: una fioca luce illuminava appena la baracca, la pavimentazione era ormai consumata, il tetto sarebbe potuto crollare in qualsiasi momento e attorno vi erano carcasse di mobili in legno logorate dal tempo e l'inutilizzo, ma Law non prestò sufficiente attenzione all'ambiente circostante, puntando piuttosto il suo sguardo verso la prorompente figura che si ergeva davanti a lui.
"Ciao, Drake-ya." sentenziò l'ex Shichibukai, col suo tono di voce tipicamente e apparentemente atono e scostato.
Seduto a gambe aperte su una panchina ancora miracolosamente intatta, la muscolosa schiena poggiata al muro, le braccia incrociate al petto ancora bendato e gli occhi chiusi, pur essendo perfettamente sveglio, X-Drake era rimasto in attesa del suo arrivo.
"Ti stavo aspettando, Trafalgar."

[Buon compleanno, Law!]
Una leggera brezza gli carezzava i disordinati capelli bruni, il dolce canto dei gabbiani riecheggiava melodioso e carezzevole in quel piccolo luogo di riposo ove i defunti, cordiali e spettrali, raccontavano silenziose storie a quei pochi capaci di ascoltare per davvero.
In quei lunghi, bui e tortuosi tredici anni passati a raccogliere le gocce del suo stesso veleno, Law sentì il suo cuore finalmente leggero, libero.
Libero da rimpianti, sbagli, incertezze e rancore. Libero da quel grottesco teatro che ogni giorno inscenava lo stesso, squallido e scadente dramma.
Libero dai suoi demoni.

[Drake/Law - SPOILER CAPITOLI 954&990]
"Sei più stato nel North Blue?" chiese improvvisamente l'uomo, intenzionato a smorzare la paura che provava con una domanda apparentemente innocua, a tratti persino confidenziale.
No, Law non era più stato nel North Blue. Quei luoghi erano stati teatri di dolori, paure, sbagli, rimpianti, lutti. Conservava ricordi di fuoco e neve insanguinata. Forse un giorno sarebbe tornato a Flevance, che altro non era che un regno ormai morto. "La Città Bianca" veniva ormai chiamata "La Città Fantasma" e nelle terre del Nord si raccontava che i più impavidi tornassero da quell'isola urlando, piangendo e coprendosi le orecchie. Si diceva che i lamenti disperati dei poveri abitanti echeggiassero tra i vicoli della città e Trafalgar, spesso, si era ritrovato a pensare che sarebbe sceso a questo compromesso, pur di poter sentire la voce della sua Lamy un'ultima volta.
"E tu?" chiese a sua volta il chirurgo senza sarcasmo, evitando deliberatamente di rispondere a quella domanda.
Drake non aveva più messo piede in quei luoghi. E probabilmente non lo avrebbe più fatto.

"Santana."sussurrò nel buio una voce calda, melliflua, amorevole.
La Lopez sussultò e il suo triste cuore iniziò a battere incessantemente, riconoscendone il proprietario.
Come poteva essere possibile?
"Non prendermi in giro, Hudson!" rispose sarcasticamente lei, arricciandosi una ciocca di capelli bruna con nervosismo crescente.
Le mani della ex cheerleader tremavano, sentiva le gambe molli come gelatina, il suo corpo inerme.
[Per Naya. Per Cory.]