Sentivo il suo sguardo pungermi, penetrare il mio animo con una tale forza che dovetti allontanarmi.
“Sei veramente una cretina, lui non può riconoscerti.”
Mi ripetevo dentro di me. E una parte ci credeva, una parte era compiaciuta di cosa avevo fatto, ma un'altra stava morendo, trafitta, solo da uno sguardo, che magari per lui non aveva avuto neanche importanza, ma che per me aveva significato molto, troppo forse.
Ogni minuto che passava mi convincevo che avevo sbagliato ad andare a quella stupida festa in maschera, a cui tutti i ragazzi del college erano invitati.