Non era proprio il genere di persona che si metteva ad osservare tutta la gente per strada, non quelli che passavano ma quelli che ci vivevano, che ci lavoravano. [OnKey]

Lee Jinki si trovava in una SPA per il fine settimana, due bellissimi giorni in pieno relax e con nessuno che faceva pressione su di lui.
Avevano organizzato tutto Jonghyun ed il suo ragazzo, Kibum, dicendogli che sarebbero stati il solito gruppo di amici (che comprendeva anche Minho e Taemin) e che si sarebbero divertiti un sacco a starsene a mollo nelle piscine, senza nessun pensiero se non quello di divertirsi e di lasciarsi andare. [OT5]

Il moro si muoveva con forza e veemenza, non prendeva mai un momento di pausa e stringeva il bacino di Kibum con il braccio libero, accarezzandolo dolcemente con le dita.
Il più piccolo si stava eccitando nuovamente, il corpo del compagno sopra di sé, le sue carezze e le sue spinte mirate, lo stavano riportando all’eccitazione che aveva provato quella stessa mattina quando era uscito di casa. [JongKey]

Mentre tornava a casa, fianco a fianco con Kibum, la sua mente era rivolta a Taemin.
Lo rivedeva in quella stupidissima poltrona, con quell’uva portata seducentemente alle labbra e le gambe leggermente divaricate, come ad invitare chiunque a farsi strada tra di esse. Era un pensiero noioso, qualcosa che non aveva mai sperimentato: nessun ragazzo gli era mai rimasto impresso a quel modo. L’idea che quel ragazzino lavorasse in un bordello e che, senza problemi, si fosse marchiato nella sua testa era frustrante! [ 2min-side!JongKey ]

Ti piacerebbe sul serio rimanere a casa questa volta, vorresti davvero riposare e provare a rimetterti in sesto, ma un nuovo concerto è alle porte e non puoi deludere nuovamente le fans. Potrebbero prenderti per uno che ignora le prove, che fa ricadere tutta la fatica sulle spalle degli altri quattro e potresti perdere il loro supporto, come sta già succedendo. L’abbandono od il venire visto con occhi diversi non ti da fastidio, non è quella la ragione principale delle tue preoccupazioni, è il pensiero di stare affondando te stesso e gli altri quattro in una specie di buco nero. [OT5]

Gli occhi del rapper si allargarono dalla sorpresa: non stava dicendo sul serio, vero?
Le mani di Jonghyun lo stavano accarezzando sui fianchi, tracciando piccoli cerchi con le dita, mentre lo guardava con quello sguardo voglioso e serio, maledettamente serio.
Le spalle di Kibum erano attaccate ad un muro, avevano iniziato il loro “tempo assieme” nel bel mezzo del corridoio ed il più grande aveva pensato bene di sollevarlo e di appoggiarlo delicatamente alla parete. Tutto mentre lui avvinghiava le gambe alla vita del cantante.
Di tutte le cose che si aspettava, comunque, il desiderio di farlo sul tavolo della cucina (dove tutti mangiavano, accidenti!) era l’ultima cosa.
[JongKey]

Jinki lo aveva osservato spesso, dalla sua finestra.
Lo studiava di nascosto, ammirandolo come non aveva fatto con nessun altro in tutta la sua vita. Poteva sembrare parecchio strano il suo comportamento, ma nel suo cervello era tutto giustificato a causa della sua timidezza.
Choi Minho era uno dei ragazzi più popolari della scuola, membro della squadra di calcio, titolare fin dal primo anno (quello che stava frequentando), nonché suo vicino di casa. Lui e Jinki si conoscevano, non si scambiavano molte parole perché il più grande cercava sempre di starsene a distanza, ma la mattina si salutavano quando uscivano per andare a scuola e cose di quel genere. [OnHo]

Taemin aveva sbuffato, indicando a Minho, che aveva fatto tutto quel discorso sul loro essere simili a quei morti, le strade dove erano presenti gli zombie che un tempo vivevano a Seoul come esseri umani e non come bestie assassine.
Quei due poliziotti dovevano essere davvero idioti per non aver capito cosa stava succedendo, con tutti i film che avevano girato negli anni non avevano ancora capito che si trattava di zombie? Veri e propri zombie.
“Sono degli zombie, dei non-morti, non ve ne siete accorti?” [JongKey]

Jonghyun non riusciva a capire come aveva fatto a ritrovarsi in quella situazione , o meglio, lo sapeva ma era più semplice scrollare le spalle e fare finta di niente. Ignorare che quello che stava facendo avrebbe avuto delle ripercussioni era decisamente meglio che farsi mille problemi, poteva anche non succedere niente alla fine, giusto?
Note: E' una specie di MM (het, completamente het) ambientato nell'universo di Everything Is Fucked Up. Gli eventi descritti sono, ovviamente, prima della storia vera e propria, quindi si può leggere benissimo da solo e senza conoscere i dettagli della long u_uv. Basti sapere che Jonghyun e Nicole, nelle due FF, sono entrambi poliziotti. [Jonghyun/Nicole]

Nessuno dei tre sapeva bene com’erano finiti a quel modo.
Nessuno tra Jonghyun, Kibum e Minho, aveva idea di come avessero iniziato a stuzzicarsi, a toccarsi dapprima in modo innocente e poi sempre più in profondità, cercando di scoprire i punti più sensibili l’uno dell’altro. [JongKeyHo]

Sorridendo, prese la polaroid che teneva nel cassetto di fianco al letto e sogghignò prima di scattare un paio di foto al suo ragazzo.
Jonghyun continuava a dormire beatamente, la canotta nera che lasciava scoperte le sue spalle e braccia muscolose, il neo al centro del petto che sembrava voler attirare l’attenzione del pilota e quelle labbra che Kibum avrebbe voluto possedere in quel momento.
Erano giorni che non si vedevano, il viaggio lo aveva tenuto lontano da casa per un’intera settimana e quel piccolo dinosauro gli era mancato all’inverosimile..
Il titolo non c'entra niente con il film o altro, l'ho solo preso in prestito per mancanza di fantasia XD

Era passato un anno da quando aveva ridotto in cenere il vampiro, in verità era diventato gelatinoso, e non passava giorno in cui Minho non andava alla sua tomba a raccontargli quello che lui e Taemin combinavano o cosa stava succedendo nelle loro vite.
Minho vive con il perenne senso di colpa per quello che ha fatto, per come ha lasciato il cacciatore nelle grinfie di Hiromitsu. [2min, Missing Moments of Onew, The Vampires Slayer]

Quando aveva chiesto agli altri di andarsene, delicatamente ovvio, aveva già in mente come avrebbe passato la serata, quello che avrebbe fatto nell’attesa e, soprattutto, come sistemare Onew in modo che nessuno scoprisse i loro piccoli piani. Come minimo il più grande si sarebbe fatto scappare la loro piccola idea per divertirsi.
Piccola presenza di bondage, ma proprio piccolina, giuro. Se poi si può definire così, è solo un kink *coffa*
[MinEw/TofuHo/OnHo].

Kim Jonghyun aveva sempre dovuto lottare per ottenere quello che voleva, come quando aveva confessato ai genitori di voler smettere di studiare per dedicarsi alla band che aveva appena formato con qualche amico. Oppure come quando aveva candidamente ammesso di trovare attraenti anche i ragazzi e sua madre quasi non moriva davanti a lui pensando ai nipoti, al fatto che stare con un ragazzo era immorale.
Kim Kibum non era mai stato un ragazzo facile con cui venire a contatto, era arrogante, pieno di sé, e fin troppo consapevole di quanto fosse bello. Ai suoi occhi, la propria persona rasentava la perfezione, non c’era nessuno che potesse essere migliore di lui e quindi snobbava chiunque volesse diventare suo amico. Almeno fino a quando non aveva capito che da solo non sarebbe potuto andare poi tanto avanti nella vita. [JongKey]