Ho capito di avere bisogno di un'amica quando stavo male da sola in silenzio. 
Ho capito di aver bisogno di un'amica quando non avevo nessuno con cui confidarmi.

In perfetto orario, o quasi, mi presento alla porta. Suono il campanello ma nessuno risponde, la porta è aperta e le luci sono spente.
Ottima prestazione Dena, ora salterete tutti fuori gridando "AUGURI!" e poi faremo festa fino a notte fonda.
Mi dirigo fino alla sala da pranzo e come da copione eccoli tutti lì, la luce si accende e Dena, Billie, Adrienne, Mike e Brit sono lì ad aspettarmi.

" Ehi, posso sapere che si nasconde sotto questi geroglifici?" Alzò lo sguardo qualche secondo interrompendo il concentrato lavoro.
"Te lo dirò, ma se te lo chiederanno dovrai dire che c'è scritto BJ (il mio nome)." Rispose improvvisamente confidenziale Armstrong.
"Certo, segreto professionale." Sorrise scherzoso il tatuatore.
"C'è scritto..."

Era nudo, solo le lenzuola provvedevano a coprirlo dal ventre in giù, lasciando scoperti solo i piedi, che ebbero un tremito.
Aprì gli occhi appiccicati strofinandoli con le mani, aveva le ciglia incrostate di quella pasta giallognola che si forma sotto le palpebre quando dormi.

È così difficile lasciarsi una persona importante alle spalle. È come perdere un pezzo di vita.
E quando succede non è certo una bella serata, una canzone, un amico a tirarti su di morale.
No di certo.

Quegli occhi, quei dannati, meravigliosi occhi. Quello che bastò fu un solo attimo, un solo sguardo. Quando il ragazzo moro dagli occhi verdi incrociò le due 'entrate del paradiso serrate da porte ricoperte di lapislazzuli azzurro cielo'.
Perché quella fu davvero la prima immagine che gli riempì la mente la prima volta che lo vide: pietre azzurre, per la precisione lapislazzuli che brillavano sul volto di quell'uomo così straordinariamente affascinante.
E nulla in quel momento, che non fosse il bel ragazzo che in seguito avrebbe scoperto chiamarsi Michael, avrebbe placato quel suo tormento.

Perse il controllo dell'automobile. Aveva la vista offuscata e i riflessi allentati dall'alcool.
E poi lo schianto.

Non sapevo come dirglielo...
Il test di gravidanza era positivo... Ma non eravamo sposati e lui mi aveva espressamente detto che non avrebbe mai voluto avere un figlio fuori programma.
Ora tutto mi appariva chiaro e lucido davanti agli occhi. Se glielo avessi detto... Mi avrebbe lasciata, ne ero certa...

Nella sua testa brulicavano tanti pensieri... Non dei più belli oltretutto.
Sarebbe esplosa se solo qualcuno le avesse detto un'altra parola su ciò che era successo.!
Si! E forse sarebbe stato meglio per tutti! Se lei fosse morta nessuno avrebbe più avuto problemi.

"NO papà. NOO!" Poggiò le mani e facendoci leva si mise a sedere sul letto.
Piccole goccioline calde imperlavano il suo petto abbronzato. Prese la T- shirt nera in parte a lui e si tamponò fino a impregnarla di sudore.
La buttò ai piedi del letto e fece ricadere la testa sul cuscino, la sentiva pesante.
Strizzò gli occhi diverse volte prima di riuscire a mettere a fuoco il luogo intorno a sé.
Era la seconda volta che lo sognava da quando era morto.

I miei pensieri erano confusi, Mike era sempre cosi dolce.
Era solo per quello allora che stava con me? Perché voleva un rapporto gay?!?
In poche parole voleva solo METTERMELO IN CULO!

Mi svegliai in un bagno di sudore. Mi misi a sedere sul letto. Feci un respiro profondo. Che cazzo succedeva? Mi guardai intorno, accanto a me Dena dormiva con un meraviglioso abito di pizzo che gli arrivava alle cosce.
Alla sua vista mi calmai un poco.

Erano ormai quaranta minuti che eravamo in coda. E tutto per accontentare il mio amato Billie Joe.

Solo quando la stanza si liberò dalla folla che la occupava, riuscì ad avvicinarsi a quell'uomo, ormai freddo, con la faccia deformata dal tumore al setto nasale. Sfiorò delicatamente con la piccola mano il rigonfiamento sotto l'occhio. Le faceva impressione, ma non importava in quel momento. Suo papà glielo aveva già spiegato un sacco di volte. Non bisogna avere paura dei morti... Loro non possono farci nulla ormai.

Avete presente quando leggete qua e là:"Io ho conosciuto una delle persone più importanti della mia vita per sbaglio, io ho incontrato il vero amore solo per un errore, perché ho sbagliato strada..." Ecco io mi continuavo a chiedere perché succedesse a tutti tranne a me. Era solo questione di tempo. E' attraverso questo stupido computer che a volte si blocca o s'impalla (in quanto spastico) che al momento giusto ho commentato il link giusto. E per questo sarò sempre riconoscente al mio stupido computer.