-Cosa ci fai qui?- ripeté.
-Non avrai mica pensato che ti avrei lasciato trascorrere da solo il tuo compleanno, vero?-

Kibum non sapeva spiegare come fosse finito contro il muro di un bagno con un ragazzo inginocchiato ai suoi piedi e i pantaloni a mezza gamba, non che gli interessasse saperlo poi; poteva trovarsi lì anche senza un valido motivo, per uno strano scherzo del destino; non era importante.

-Cosa. Stai. Facendo- gli chiese esasperato.
Jonghyun si mise davanti a lui, non interrompendo il contatto tra i loro corpi e continuando a baciargli piano il collo.
-Ti tengo impegnato, non hai detto che ti annoiavi?-

-Se in futuro vorrai ancora sfogarti…- Key gli si mise davanti, giocando con una ciocca dei suoi capelli e pericolosamente vicino alle sue labbra -…sai dove trovarmi-

Kibum si sentì morire, non bastava trovarsi così vicino a quel ragazzo che gli toglieva il fiato, non erano bastati gli sguardi che si erano scambiati prima, ora aveva anche ricevuto un complimento. Era certo che sarebbe svenuto in pochi secondi.

Kibum osservò le sue mani mentre portava il bicchiere verso le labbra, e si trovò a fantasticare su quanto sarebbe stato grandioso avere quelle dita sul suo corpo, sentirle accarezzare con decisione ogni centimetro della sua pelle e tremare mentre lo toccavano senza sosta

Kibum voleva un amore come quello dei film, in cui le coppie si incontrano per caso in un bar o in un parco e si innamorano perdutamente l’uno dell’altra. Voleva credere che qualcosa del genere potesse esistere veramente

Kibum si passò nervoso la lingua sulle labbra, diventate improvvisamente secche.
-Sei meraviglioso in questo momento- gli sorrise Jonghyun, sistemandogli una ciocca di capelli neri sulla fronte.

-Hyung?- lo chiamò mentre aveva le mani del più grande che gli vagavano sotto la maglietta.
-Hmm?- rispose mugugnando, troppo impegnato a succhiargli il collo per formulare una risposta più articolata.
-Ce le hai ancora le manette di prima?-

Richiudendo la porta dietro di sé, gli occhi di Jonghyun brillarono di una luce strana.
-Lo facciamo in ascensore?- chiese, un nuovo entusiasmo che lo animava.

Taemin lo guardò interrogativo, non capendo dove volesse arrivare.
-Ti voglio così tanto, mi stai facendo impazzire in questi giorni- spiegò, avvicinando la bocca al suo collo.

-Pensi davvero a me quando ti tocchi?- gli sussurrò quasi orgoglioso, le labbra attaccate al suo orecchio.
Senza il suo permesso, un gemito sfuggì dalla bocca di Kibum nel momento in cui Jonghyun si era fatto ancora più avanti, facendo sfregare insieme i loro corpi.

-Non c’è bisogno di trattenersi, non ci sente nessuno qua... fammi sentire la tua voce- gli sussurrò contro la pelle, mordicchiandogli un lobo dell’orecchio e stringendogli le mani in vita

-Ti piace eh? Il modo in cui tocco, in cui ti bacio. Non negarlo Bumie, ti sta piacendo da impazzire-

Chiuse le proprie dita intorno a quelle di Kibum, ed erano così piccole e fredde che avrebbe voluto non lasciarle più per poterle scaldare.
Fu in quel momento che Jonghyun decise si sarebbe preso cura di lui.