Seguito di "Mo anam cara" Storie di spiriti, amori perduti e sogni infranti poi ricostruiti.
Dal testo:
"Aveva del lavoro da fare, lavoro normale: era la segretaria di una dottoressa. Ormai era quella la sua vita, non c'era più spazio per le nottate insonni al freddo solo per convincere un paio di presenze a sloggiare. Già, non c'era più tempo per quelle cavolate."

Una ragazza, il suo dono, una maledizione lanciata come monito per le future generazioni. La lotta per mantenere la sua vita normale nonostante tutto, nonostante loro... Quelle entità sempre presenti nella sua vita. Anime, sempre pronte a ricordarle che lei non era normale, che lei era di più.
Dal 1° capitolo:
"Fortunatamente i fantasmi che vedeva non erano come quelli nei film: cadaverici, con ferite sanguinolente. La vecchina davanti a lei aveva l’aria della casalinga d’altri tempi, col suo bel vestito a fiori e il grembiule giallo, chiunque avrebbe potuto pensare che fosse una persona normale, se solo avesse potuto vederla."

Come si può trovare la salvezza in qualcosa di proibito, di sbagliato?

Storia scritta quando avevo 18 anni, quindi la prima in assoluto! E' la mia piccolina, se così possiamo definirla.
La storia parla di un amore profondo ma tormentato, che dovrà sopportare parecchie avversità, ma che forse alla fine riuscirà a trionfare... forse è vero che il vero amore vince sempre!

Storia senza pretese,scritta più per gioco che per altro, ma magari riesce anche a piacervi! Metto il rating rosso, ma sinceramente non so neanche se è il rating più adatto è la prima storia di questo genere che scrivo, quindi spero che possiare perdonare qualsiasi tipo di mancanza da parte mia!
Dal testo:
"Mi porge il bicchiere di assenzio con sopra il cucchiaio forato e la zolletta di zucchero e vicino un altro bicchiere colmo d’acqua gelata. Immergo la zolletta nell’assenzio la riprendo col cucchiaio e le do fuoco, quando è abbastanza sciolta la butto nel bicchiere e mescolo aggiungendo poi l’acqua. Butto giù tutto d’un fiato... fiato che mi manca subito dopo... e dire che non è la prima volta che bevo l’assenzio, dovrei sapere che buttarlo giù tutto insieme non è l’idea più brillante che si possa avere. Pago ed esco dal locale, fa caldissimo, gira tutto prima da una parte e poi dall’altra, ho voglia di cantare ma quello che riesco a fare è intraprendere una profonda conversazione a voce alta con me stessa; fortunatamente sono ubriaca e non penso alla gente che mi sta guardando male."