Sotto il riflesso di quella luna splendida, che sembra allargarsi a vista d’occhio come a voler essere partecipe di quell’importante evento, Tadashi lo dice.
A voce alta e un pochino imbarazzata.
Ma sicuro di ogni sillaba che prende forma dal suo cuore direttamente nella sua gola, che da sangue diventa voce, che da pensiero diventa parola, che da sentimento diventa un giuramento che si rinnova. Sempre. Per sempre.
Un ti amo che in risposta vuole un altro ti amo.

Tooru se lo ripete con convinzione che ci crede mentre stringe tra le mani un volantino viola e verde, con una scritta significativa…
I want to believe…
Quel volantino non è altro che un invito a partecipare a una mostra itinerante che riguarda gli alieni, tutto ciò che tratta gli omini verdi del quale Oikawa è un fan da sempre.
Non si sarebbe mai stancato delle interminabili e sempre belle maratone di tutte le stagioni di X-Files…
Oikawa ha la sigla di quel telefilm come suoneria da anni. Ha cambiato cellulare ma non suoneria, dalla polifonica all’mp3, quella musica è stata ‘sua’ man mano che la tecnologia è avanzata e ha visto i cellulari evolvere continuamente, una passione quella degli alieni che per Tooru è seconda solo alla pallavolo.

Un Hajime stravolto, stanco e infinitamente sollevato di vederlo ancora vivo, ha percorso la stanza correndo e buttandogli le braccia al collo.
Lo ha stretto così forte.
Cosi forte.
Tooru non avrebbe mai voluto che sapesse dove fosse… del perché fosse ricoverato.
Ma come ha sentito quel petto caldo contro il proprio e le sue braccia pronte a spezzargli tutte le ossa del corpo, ha pensato… che l’unica persona al mondo che avrebbe voluto rivedere… per l’ultima volta… è quella che lo ha quasi soffocato in un abbraccio dal quale non avrebbe mai voluto essere trascinato via.

Qualcuno una volta ha detto, ‘ bevi il sakè, ma non lasciarti bere da esso’.
Midorima ha sempre tenuto bene a mente questo vecchio monito, che Ojii-San ha sempre fatto a Otou-san, e che quindi, come una tradizione, è stato ovviamente tramandato anche a lui.
Shintaro l’alcool lo tollera abbastanza bene, non gli è comunque mai capitato di alzare troppo il gomito per la semplice ragione che bere fino a ubriacarsi è da veri sciocchi.

Nelle previsioni del ragazzo coi capelli biondi, quel giorno a casa non ci sarebbe stato nessuno per tutto il pomeriggio… ha controllato il calendario più e più volte per sincerarsi del fatto che per meravigliose e fortunatissime coincidenze, tutti i membri della famiglia fossero fuori casa per impegni, e sicuro della sua buona sorte, ha invitato Aominecchi a passare il pomeriggio da lui, non per studiare e tantomeno per fare due chiacchiere… eventualmente quelle dopo…
Nelle previsioni del ragazzo coi capelli biondi, qualcosa è andato decisamente storto...

Kiyoshi conosce solo un modo per rassicurarlo, per fargli capire che non tutto è ancora perso, che non ha importanza quello che succederà domani, conta quello che hanno adesso, conta quello che hanno ora, e ora è abbastanza forte da poter giocare ancora, saltare ancora, il suo sogno è ancora ben stretto nelle sue grandi mani, forse è solo un po’ sgualcito e strappato, ma è ancora nelle sue mani e non lo lascerà scivolare tanto facilmente.

Potendo tornare indietro, preferirebbe piangere in solitudine la sua delusione, quelle lacrime invece lo hanno tradito come lo ha tradito la tessera degli shogi che lo ha accompagnato per tutto il giorno.
Ma vedere il viso di Takao piegato a quell'amara commozione, nella smorfia contrita della delusione e della tristezza, ha fatto tracimare anche le sue di lacrime, non se l’è potuto impedire.

La stanza che li ospita è una camera piuttosto spartana di un hotel a ore.
In quel quartiere ce ne sono tante come quella, dove la gente consuma del sesso veloce senza rinunciare ad un minimo di confort.
La luce che proviene dai comodini è bassa, ha un alone giallo, ed esaspera il colore della pelle degli occupanti della camera.
Kise ha il respiro pensante, sembra che sia reduce da una maratona durata giorni, è completamente sudato, si passa la lingua sulle labbra in continuazione, sembra non voler smettere pur essendo quasi senza forze.
Kasamatsu è di fronte al ragazzo biondo, lo guarda con occhi rapaci, guarda solo lui mentre cerca di non pensare a come è finito in quella stanza e cosa stanno facendo.

Il venire a sapere che spesso e volentieri Sakurai aiutasse la sorella quando questa si cimentava nell'arte del cosplayer, aveva definitivamente convinto l'ex capitano della Touou a intercettare il ragazzo e metterlo alle strette senza che questi potesse fargli troppe domande.
Non che fosse una persona che si interessava degli affari degli altri. Anzi.
E com'era prevedibile, non aveva fatto nessuna domanda in proposito circa il favore che gli aveva chiesto.
Si permise un sorriso malizioso.
Di tante cose che aveva pensato di fare, quella era di sicuro la più strana e stuzzicante che avesse mai fatto.

Taiga era sempre un poco sulle spine quando apparecchiava la tavola per due e sapendo Tetsuya sotto la doccia, - del fatto che fosse ovviamente nudo e che proprio per quello era una tentazione incredibile, - era bello pensare che il letto che avevano condiviso non lo avevano usato solo per dormire, che orbitavano nello stesso spazio e nella stessa casa come avrebbe fatto una coppia, che facevano insieme tutte le piccole cose che solo per quello, per il fatto di farle con il proprio compagno, acquisivano un diverso peso.
Era più bello condividere la vita con Tetsuya.
Decisamente bello.

Pure se Murasakibara non è esattamente la persona più lungimirante del mondo.
Pure se Himuro non sempre appare limpido e sincero, nonostante affermi che non ha nulla da nascondere dietro la sua apparente mancanza di espressività.
Sono imperfetti come ogni altro essere umano.
Ed in quella imperfezione, hanno trovato l'equilibrio perfetto e calzante per ciascuno, per far sì che il loro rapporto sai autentico, che non tolga troppo all'uno e non dia più del dovuto all'altro.
Un'intesa che si riflette sul loro modo di giocare, formano un duo formidabile che non ha nulla da invidiare a nessuno.
Un legame che si salda e si consolida nel più caldo dei loro amplessi, e per quanto si sfiniscano, non ne hanno mai abbastanza.

Sapeva bene cosa lo aspettava se avesse scelto di tornare alla vita di prima e fare come se nulla fosse successo.
Sapeva che non c'era più nulla da aspettarsi, perché avrebbe avuto la sola compagnia della palla e della chitarra.
Sapeva che una relazione come quella che aveva avuto con Shoichi lo aveva cambiato, non perché privato di qualcosa di sè, ma perché arricchito di tutte cose che non aveva mai cercato e che non aveva mai avuto, e al quale non voleva rinunciare.
Una di queste era il fatto che gli piaceva l'idea che Shoichi provasse tutto quell'interesse per lui, che nonostante il suo pessimo carattere aveva avuto voglia di conoscerlo, di abbattere ogni barriera che si era costruito intorno, non privandolo di nessuna delle sue certezze e sapendo che qual'ora esse fossero state instabili al punto da non riuscire a sostenerlo, avrebbe potuto attingere direttamente dalla forza di Imayoshi, che gli avrebbe concesso tutto pur nel suo personale modo, ovvero facendolo avvelenare e meditare l'omicidio.

Kise, dal momento che sono entrati in quell'albergo a ore, ha un sorriso strano sul viso.
Lui aveva molti modi di sorridere, Daiki li aveva visti tutti nei tre anni che avevano giocato insieme alla Teiko.
C'era il sorriso di circostanza, quello che riservava a tutti, amici e conoscenti che fossero, in maniera automatica.
Chiudeva gli occhi e stirava le labbra, il ritratto della solarità, della gentilezza, della persona ben educata e sempre disponibile.
Poi c'era il sorriso per gli amici più stretti, come Kuroko, come lui.
Quello era meno appariscente ma decisamente più sentito e sincero, perché guardava tutti negli occhi così, non celando i suoi pensieri dietro le palpebre chiuse.

Quella non era stata solo la notte di Capodanno, dove si festeggiava l'ingresso del nuovo anno e con l'occasione ci si lasciava anche un pò andare.
Ma il Pimo di Gennaio era anche il compleanno di Kaede, quindi non aveva lasciato che quella festa passasse inosservata in favore del veglione e dei festeggiamenti a tema con la fine dell'anno.
Rukawa aveva snocciolato qualche protesta, secondo la quale quel giorno avrebbe voluto passarlo in compagnia solo ed esclusivamente sua.
Però si era lasciato convincere piuttosto facilmente alla promessa che non avrebbe dovuto alzare un dito per riordinare e che, non importava a quale ora l'ultimo ospite avesse levato le tende, lo avrebbe trascinato sul futon e una volta lì, non lo avrebbe lasciato uscire per quelle che sarebbero state ore.
E solo per quello Kaede aveva acconsentito all'invasione della loro casa, perché non c'era niente di meglio del do'hao che gli prometteva vere e proprie follie tra le lenzuola.
E come previsto, la notte in bianco aveva chiesto il giusto pegno alla volpe di casa, che dormiva solennemente e appagato.

A volte, ci si ritrovava nel posto giusto e al momento giusto, si diceva la cosa giusta alla persona giusta, e in virtù di questo, ogni cosa trovava il giusto incastro, la perfetta combinazione, rendendo tutto incredibile ma perfetto.
Strano si. Inaspettato. Anche. Ma assolutamente fantastico.