"Cosa c'è? " Gli chiedo con un mezzo sorriso. Giuro che quel ragazzo mi fa tornare il buon umore, e non so spiegare il perché.
"Niente, volevo solo parlare un po'" fa un sorriso timido e alza le spalle.
"E di cosa?" "A Ell sei piaciuta molto" Faccio mente locale e cerco di ricordare chi sia Ell, poi mi viene in mente la motocicletta. La ruggente e fiammante Ell.
"Oh, anche a me piace molto" ridacchio.
"Beh, si chiedeva se volevi venire con noi oggi a prendere un gelato e magari andare in spiaggia." Sta... Approcciando con me.
C'è mi sta rimorchiando.
Lui.
Non ci credo.
Io.
Rimango per un po' a bocca aperta, poi faccio un movimento con la testa per rispondergli.
"Perché no?" Domanda, deluso. "Ieri ci siamo divertiti a fare il giro in motocicletta." Batte un piede a terra, e giuro che è la cosa più tenera del mondo.

Due ragazze, Skipper e Skyler, stanno per iniziare il viaggio della loro vita.
Il solito "American Road Trip", partendo da Boston.
Solo che non sarà " il solito viaggio" dando un passaggio a due ragazzi fino a Los Angeles.

-Promettimi che la nostra storia d'amore finirà come nelle favole.- Dissi io, saltandogli sulla schiena.
-Ovvero come?-
-Col narratore che dice: "e vissero per sempre felici e contenti".-
-Te lo prometto, principessa.-

Sospirai e mi stesi anche io sull'erba fresca, però qualcosa s'infilzò tra le mie costole quindi mi misi a sedere e notai che c'era una pietra di un colore rossastro giallognolo.
La presi e mi coricai nuovamente, iniziando a giocherellare con essa.
Notai un'incisione: Iuppiter.
-Ehi guarda che strana questa cosa!- Dissi porgendola a Justin, lui iniziò ad osservarla.
- Ubi velles esse? - Ma cos'è?, anche rincoglionito? -Chissà che vuol dire.- Disse poi, mostrandomi la pietra. Proprio sotto Iuppiter c'era scritto "Ubi velles esse?".
Prese il suo Iphone e scrisse sul traduttore questa frase, traducendolo così: Dove vorresti essere?
Io ci scherzai su, e pronunciando la frase subito dopo dissi: Vorrei trovarmi nel 753 a.C, nell'antica Roma.
Chiusi gli occhi e sospirai, un secondo dopo che li aprii mi ritrovai davanti una grande folla urlante e non più la distesa verde.

Ho abbandonato il mio traguardo, mi sono addormentata e ho sognato il Paradiso.
Sorrento, quella città, è il mio Paradiso. Quel posto è il mio libro, quel posto è tutto il mio Mondo.
Come l'Ulisse di Dante, ero solo curiosa di vedere nuovi posti, nuove terre a me sconosciute. D'altro canto, non siamo nati per vivere come animali, ma per seguire le nostre virtù e le nostre conoscenze.
Ma alla fine, vieni travolto da un'onda perché non fai parte di quelle terre. E così come Ulisse, sono affondata.
Ma riuscendo a scappare dalle grinfie di Poseidone, naufrago su questa terra.
Potrebbe essere il Paradiso, magari sono morta.
In questo Paradiso nevica, fa freddo e ci sono trentaduemila abitanti.
E pure, si trova nel secondo stato più grande al Mondo.
In questo Paradiso la Penelope di una volta canta canzoni a squarciagola, le canta e non se ne frega se i vicini la sentono.
Perché Penelope, si sente finalmente in Paradiso.
Il sole ha finalmente fatto capolinea da dietro quelle montagne, ed è finalmente ricominciata la vita.

Il problema? Il mio cuore ancora batte per lei. Le mie labbra ancora cercano le sue. I miei occhi annegano nei suoi. Sono ancora innamorato di lei, come dieci anni fa.
'Sono Justin Bieber, ho milioni di ragazze ai miei piedi' Peccato che lei non fosse in quei milioni.
Ma per lei sarò sempre il suo chastin, e per me la mia pixel. Anche se quel bacio non lo scorderò mai.
«Ti voglio bene Justin.» Disse lei scoccandomi un sorriso.
«Ti voglio bene anch'io Pixie.» Dissi io, abbassando lo sguardo, perché incapace di mentire.