«Stavo pensando... Perché non lo facciamo?»
Bokuto si distrasse dal videogioco che gli aveva prestato Kenma, guardandolo confuso. «Fare cosa?»
«Sai, sesso.» lo aveva detto volutamente in tono indifferente, come se non fosse chissà quale proposta, in modo da invogliare Bokuto a pensarci sul serio. Era facile, attirare la sua attenzione, specie con le novità. Bokuto era simile a un bambino curioso, del resto.
[Bokuto/Kuroo]

In un mondo in cui omega e alpha erano la minoranza, Erwin era nato da due semplici beta, da due genitori di sesso opposto, ma genere eguale. Si era aspettato – tutti si aspettavano in verità – che fosse un beta anche lui e il ritardo nel riconoscere i propri geni sembrava dargli ragione, ma poi... Poi era uscita quella verità.
[Rivaille/Erwin]

«Parla West.»
«Ciao, Jason.» la voce baritonale e un po' strascicata di Kennedy gli riempì il cervello, facendolo vacillare giusto il tempo di godersi quella consapevolezza. La voce di Sam era perfetta, per del sesso telefonico; già lo eccitava solo salutandolo, figurarsi se avesse cominciato a parlare di cosa fargli con le mani e con la bocca.
[Sam/Jason]

Sospirò, allungandosi per abbracciare la schiena dell'amante – del suo compagno - tirandolo a sé, schiena contro petto. Adrien emise un sospiro stanco, ma non si mosse da quella posizione, anzi, si modellò perfettamente contro il suo petto, arcuando leggermente la schiena.
Jake sorrise appena; probabilmente Adrien non sapeva affatto quanto, il suo modo di porsi, di muoversi, di guardarlo, di cercarlo, lo rendessero felice. Era l'unico. Era sempre stato l'unico.
[Jake/Adrien]

«Shouto, guardami. Andrà tutto bene.» e come poteva non credergli se lo guardava in quel modo? Se i suoi occhi verdi brillavano, intensi, stringendogli il viso con ambo le mani con forza, ma senza fargli alcun male? A Todoroki non restava altro che crederci.
[Shouto/Izuku]

Era bello, quando si svegliavano l'uno vicino all'altro, prima che Erwin si alzasse, prima che la giornata iniziasse davvero: metteva di buon umore e, spesso, era uno dei momenti che lui non avrebbe voluto mai perdersi. Rivaille mugolava sempre un sacco alla mattina.
[Erwin/Rivaille]

Eppure Alex non era mai stato a casa di Scottie, non aveva mai dormito nel suo letto, non ci avevano neppure mai fatto l'amore. Per Danny non era importante dove fossero stati assieme o meno, quanto o per quanto tempo fossero stati l'uno di fianco all'altro: era il modo in cui lo erano stati.

La maschera poteva cadere in ogni momento.
[Storia scritta per la Boku no Hero Academia: Fanfiction Challenge!]

Il primo giorno di scuola si prospettava terribile: suo padre gli aveva vietato di farsi accompagnare dalla mamma, così, con la cartella in spalla e vestito come aveva voluto il genitore – sembrava uno di quei bambini sapientoni, ma lui non era affatto così: voleva solo starsene in pace e trovare qualcuno che non si spaventasse alla vista dei suoi occhi e dei suoi capelli – si trovava di fronte a quella porta chiusa.
[Shouto/Izuku] ~ Storia scritta per la Boku no Hero Academia: Fanfiction Challenge!
Questa fanfiction ha partecipato all'iniziativa “Artist Meets Artist” a cura di Fanwriter.it!
Questa fanfiction ha partecipato al contest "Il contest di G" indetto da rhys89

Todoroki si era sentito un verme, in quel momento, di fronte a quella rivelazione, perché lui, in confronto, era ancora un moccioso spaventato dai propri fantasmi e dalle proprie paure.
[Izuku/Shouto] ~ Storia scritta per la Boku no Hero Academia: Fanfiction Challenge!

«Adrien, possibile? Mi sgualcisci tutte le camicie...» mormorò, ma il tono era divertito, mentre si avvicinava e lo afferrava da dietro, stringendolo a sé.
Decisamente, Jake era così diverso che a volte stentava a riconoscerlo dall'uomo che era entrato nella sua vita anni prima, accusandolo di omicidio. Era anche diverso dall'uomo che lo aveva lasciato, l'uomo che si era sposato e che l'aveva nascosto come un peccato, un errore, uno sbaglio. Jake Riordan era un uomo nuovo e Dio solo sapeva quanto Adrien fosse grato ogni giorno, di quella cosa.
[Jake/Adrien] ~ Questa storia partecipa al contest "Reverse week" a cura di Fanwriter.it!

«Shhh... Non vorrai farci scoprire, agente West? Di là non hai detto che c'è quasi tutto il dipartimento di Los Angeles?» la voce profonda di Sam lo fece sorridere ancora, perché era così. Nel ristorante, oltre la sua famiglia, c'era l'intero ufficio di Los Angeles.
Dio, nella sala era pieno di federali e lui stava nel bagno del ristorante abbracciato al capo dell'Unità di Analisi Comportamentale di Quantico.
[Sam/Jason] ~ Questa storia partecipa al contest "Reverse week" a cura di Fanwriter.it!

La verità era che si sentiva deluso: aveva sperato immensamente che l'uomo desse un seguito al loro accordo, che lo chiamasse per quell'appuntamento.
[Sam/Jason] ~ Quinta classificata al contest La rivincita dei piccoli fandom - II edizione indetto da Nuel2

«Ehi, mammoletta... Tu cosa vuoi fare da grande?» gli aveva poi chiesto sprezzante, mentre Mel si avvicinava a Adrien e gli tirava la manica, probabilmente dicendogli di non considerarlo ulteriormente.
[Jake/Adrien] ~ Storia scritta postuma per il contest “Christmas Game – Puzzle Time” a cura di Fanwriter.it!

[The Boyfriend Chronicles - River Jaymes]
«Memphis, smettila.» La voce di Tyler gli arrivò fin troppo rapidamente nelle orecchie e lo stuntman acuì un sorriso, mentre con passi studiati e tranquilli, si avvicinava al compagno, chinandosi per schioccargli un bacio contro la guancia ben rasata nonostante fosse domenica. «Di fare cosa?»
[Tyler/Memphis]