L'istinto sembrava volergli suggerire, sempre più spesso in quei giorni, di rendere chiare le cose tra loro. Mettere quel Beta al proprio posto, nella scala gerarchica di quello strano branco che si era venuto a creare; e Scott non sapeva come controllarlo. Non riusciva a trattenerlo, faticava sempre di più, ogni giorno, a sopprimere quella voglia di predominio che faceva quasi male.
Gli artigli che spesso premevano per uscire fuori nei momenti meno opportuni, gli occhi che cambiavano colore all'improvviso, rivelando il loro rosso sanguinario. E poi c'era l'ombra mostruosa che lo seguiva. La sua stessa ombra. Aveva timore della sua stessa ombra, maledizione!
[Scott/Isaac - Terza Stagione] ~ Dodicesima classificata al Quasi PWP indetto da Disegni e Parole

«Io credo di non poter continuare. Non è colpa tua, sono io che-»
«Va bene.»
«Eh?»
«Ho detto che va bene.»
[Makoto/Haruka] ~ Terza classificata al Contest degli Ossimori indetto da HigurashiShinko

Il giovane Smith sapeva di non dover rivolgere la parola a bambini dei quartieri malfamati – l’aspetto del piccolo era tutt’altro che curato – ma non poteva assolutamente starsene zitto; non mentre i suoi eroi venivano denigrati in quel modo da un ragazzino sporco e irritante.
[Settima classificata al Shingeki no Kyojin Contest indetto da Mokochan]

Talvolta era doloroso pensare che potesse essere l’ultima volta, che poteva esserlo sempre: la fine, sarebbe arrivata inaspettatamente e, ben consapevoli di ciò, finivano per stringere troppo forte, per graffiarsi e mordersi, come se non vi fosse altro, durante quelle notti, che avere la certezza stessa di esistere l’uno di fianco all’altro.
[Erwin/Rivaille]

Aveva già avuto modo di crogiolarsi nel calore intossicante degli abbracci di Jack: il biondo sembrava fin troppo propenso alle dimostrazioni di amicizia, quasi da risultare troppo affettuoso, per certi versi – ma forse era lui che, semplicemente, non c’era abituato.
[Jack/Fon]

«Forse è tempo di-»
«Non dirlo Erwin. Non osare dire una simile stronzata, solo perché il dolore ti ha annacquato il cervello.» lo rimprovera severamente, non abbassa lo sguardo sottile, gli occhi brillanti mentre rimane seduto lì, a pochi centimetri dal suo corpo: sente quasi il suo calore contro una gamba, attraverso le lenzuola.
[Spoiler!Chapter 49; Erwin/Rivaille]

Non riesce a dimenticare gli occhi di Haru che guardano sempre dinanzi a sé qualcosa che non c’è ma che, Makoto sa, esiste; forse non lì, forse non in quel momento… Ma c’è, è reale.
E quel qualcosa non è una “cosa” ma un qualcuno: Rin.
[Makoto/Haruka] ~ Nona classificata al 1:1 indetto da Riot:

«Perfetto allora…» sussurrò, mentre si apriva l’accappatoio e passava lentamente una mano sul proprio petto diafano; l’altro lo guardava, ancora a qualche passo da lui, gli occhi azzurri intensi, appena scuri, prima che la distanza tra loro fosse azzerata dallo stesso che gli si posizionò a meno di un passo, continuando a guardare.
[Erwin/Rivaille]

«… Se ti dicessi che lo avevano finito?»
Il bambino lo guardò malissimo, prima di tirargli un pugno a livello della coscia – data la sua scarsa altezza rispetto al ragazzo – per poi sbuffare.
«Sei proprio inutile.»
[Irvin/child!Rivaille]

«Capisco…» un sussurro, prima che lo guardasse dritto negli occhi, un sorriso – che con il tempo avrebbe identificato come ironico – sul suo viso pallido e la maschera che, lentamente, tornava al suo posto, sul suo volto sfuocato. Neppure si era accorto che l’aveva sollevata davvero.
Cross-over tra Natsume Yuujinchou & Hotarubi no Mori e di Yuuki Midorikawa.
[Gin/Takashi]

[Stauffenberg - Attentato a Hitler]
Stauffenberg aveva dato tutto per tenerla viva, per proteggerla.
L’anima. La mano. Persino un occhio.
E ora dava anche la vita, in nome di quella causa.
[Claus/Werner]

Era stata forse quella, la goccia che aveva fatto traboccare il vaso: un senso di inadeguatezza, quello che la donna pareva ogni attimo ricordargli con il suo stile di vita eccessivamente ricco e il suo continuo desiderio di apparire in pubblico, con lui o senza di lui. Lei era una donna di successo, un avvocato molto quotato, mentre lui non era altro che un impiegato in una grossa multinazionale – la più grande di Washington, certo, ma era pur sempre uno come tanti.
IN HIATUS || ATTESA DI REVISIONE

Sospiri indistinti, che si perdevano nelle loro labbra, nelle loro bocche, mentre le lingue si sfioravano, le mani si stringevano e si muovevano frenetiche, in un gioco fatto di passione e desiderio, senza alcun vincitore o perdente, mentre i sussurri si diffondevano nelle stanze del Faraone. Stanze silenti, in cui nessuno entrava durante l’oscurità, nessuno tranne Seth.
[Scandalshipping - Seth/Atem]

Ribellarti, lo sai, non è la soluzione: hai scelto tu di continuare quello strano rapporto, dove lui ti cerca quando ne ha voglia e tu lo accontenti, come se nulla fosse perché, in fondo, speri che un giorno sia solo tuo.
[Aomine/Kise]

Non è la prima volta che lo fate, così come non è la prima volta che senti tutto il corpo tremare solo per dei baci pressoché innocui: è lui che ti fa fremere di piacere e aspettativa solo con uno sguardo, solo con il suo fiato addosso, solo a sentire il suo odore.
[Aomine/Kise]