Chiuse gli occhi, sorrise e strappò in due pezzi le sue incertezze, i suoi dubbi su cosa avrebbe voluto per se stesso tra dieci anni. In quel momento, aveva deciso cosa sarebbe diventato per il resto della sua vita: libero.
Simon sbarrò gli occhi e si alzò di scatto, afferrandolo per il colletto della camicia.
“Sei un bastardo.”

Louis Tomlinson, ventuno anni per puro caso, vorrebbe tanto non essere un fiocco di neve assassino, ma la Natura ha voluto così.
[Larry Stylinson; Harry+Louis; Romance]

(…) “Pensavo ne avessimo parlato Haz, non posso comprare anche un cane; ho già Fred...”
Si fermò un attimo a riflettere, poi spostò gli occhi sul ragazzino e gli sorrise, portando l’indice a sfiorargli il naso leggermente rosso e guardandogli le labbra socchiuse.
"…e te."
[Larry Stylinson; Harry+Louis; Romance]

"Sii forte per tutti Louis, sii forte per chi non lo è."
[Larry Stylinson]

“Oh avanti Liam, oltre che frocio vuoi anche essere anoressico? Mangia questa merda e non tentare di farci sentire in colpa, sei tu l’abominio, non noi.”
La tranquillità con la quale il ragazzo dal Cheshire aveva biascicato questa frase, senza neanche degnarlo di uno sguardo, come se non si meritasse la loro attenzione lo fece rabbrividire più che il significato delle parole.
Senza dire nulla, indossando quella maschera di neutralità che aveva imparato ad erigere, fece stridere la sedia all’indietro e si alzò, intenzionato ad andarsene.
Quattro forti braccia gli pressarono con un’immediatezza surreale la guancia al freddo marmo del tavolo, facendolo cadere in ginocchio.
Erano Louis e Niall, poiché Harry lo guardava sogghignando davanti a lui, ancora seduto scompostamente, mentre risuonavano dolorosi e distinti i Suoi passi avvicinarsi.
“Su, non vorrai che le nostre fan si preoccupino, vero?”
Il moro sorrise dolcemente, a pochi centimetri dal suo viso, mentre gli spingeva in bocca una forchetta ricolma di pasta.
“Mangia.”
A quella minaccia Liam chiuse piano gli occhi e cominciò a masticare, preparando mentalmente il suo corpo agli imminenti lividi, mentre sentiva risate di scherno da parte dei compagni di band e neutre lacrime sgorgargli sulle guance.

Potrei giurare di sentir la voce di Louis esclamare un “Harry? Harry che succede?” dietro l’altro, mentre gemo in ritardo dal dolore.
Sento il viso della persona che mi stringe accostarsi al mio e sussurrare con voce divertita, profonda ed ovattata dal tessuto che lo ricopre un “Scusami, dolcezza.” Prima di tirar fuori una pistola, alzarla in aria ed urlare “Fermi tutti, questa è una rapina!”

-SOSPESA-
A quanto pare, non sono stata un abominio solo per i miei genitori, ma anche per le persone che mi circondavano. Mi guardavano tutti spesso e volentieri con diffidenza e timore, come se al posto delle braccia avessi avuto dei tentacoli. Ma per favore. Ero molto peggio.
Ero diversa.
Diversa da tutte quelle specie di veline con cui mi trovavo ad avere a che fare.
Diversa da tutte quelle persone superficiali e ipocrite che entravano nella mia vita.
Diversa nel sognare.
Diversa nel vedere il mondo.
Diversa, purtroppo, da tutto ciò che la mia generazione richiedeva e richiede tutt’ora per essere accettata nella comunità.