Come mio solito ero rintanata nei bagni di scuola e tenevo fra le labbra screpolate e sottili una sigaretta.
Insipravo, espiravo, e vedevo passarmi davanti la vita senza coglierne nemmeno un briciolo.
Era questo quello che facevo da diciassette anni a questa parte; trascorrevo le mie giornate fumando e passeggiando sotto la pioggia fissando il pavimento e pensando a come pianificare il mio suicidio.
"Non c'è niente di male nel chiedere un aiuto"
Facevano di me una psicopatica, e puntualmente mi emarginavo ancora una volta dal resto del mondo, e mi piaceva, mi piaceva essere sola e non avere nessuno con cui parlare, mi piaceva sapere di non avere nessuno di cui preoccuparsi, di vivere la vita alla giornata.
Niente preoccupazioni, niente guai, niente di niente, solo solitudine.